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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 16 aprile 2014

Di là D'Alema, di qua la realtà

"Anche per reati minori - se n'è uscito Massimo D'Alema a "Porta a porta", tra un "diciamo" e l'altro, sull'assegnazione di Silvio Berlusconi ai servizi sociali - i cittadini non ricchi vanno invece in prigione".
Spiace che Massimo D'Alema, nella sua pur legittima personale avversione nei confronti di Silvio Berlusconi, arrivi però a travisare la realtà. Oppure a non informarsi, diciamo, prima di emettere sentenze. Al 31 marzo di quest'anno, infatti, erano ben 30.683 i cittadini i quali stavano scontando pene alternative alla prigione: 11.646 ai servizi sociali, 800 in semilibertà, 10.071 ai domiciliari, 4.857 ai lavori di pubblica utilità, 3.103 in libertà vigilata, 193 in libertà controllata e il resto liberi con sospensione condizionata della pena. Tutti e 30.683 con reati importanti, ma così ricchi da poter evitare la prigione? Un'uscita, quella di Massimo D'Alema sui servizi sociali concessi a Silvio Berlusconi, perlomeno infelice. Ma, poi, cosa? I giudici, secondo lui, decidererebbero secondo il portafogli dei condannati? Attenzione: qualche giudice potrebbe non gradire e convocarlo, almeno, per spiegazioni. Anche se lui si chiama Massimo D'Alema.
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