Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 26 aprile 2012

"Auto blu": invece che meno, molte altre di più?

"Lo Stato sta muovendosi  -    incaricato il Ministero dell'Economia - per l'acquisto di 480 nuove "auto blu" (spesa dieci milioni di euro)".
Ma il Formez (Centro servizi, assistenza, studi e formazione per l'ammodernamento della pubblica amministrazione) non ha ribadito, anche di recente, che il parco "auto blu" è già a quota 60 mila e che, inoltre, altre 800 giacciono inutilizzate nei "garages blu"? Sì, lo ha ribadito. E, allora, come spiegare questo nuovo acquisto di 480 nuove vetture cosiddette di rappresentanza? Come spiegarlo, soprattutto, nel momento in cui gli italiani continuano ad essere chiamati ai più duri e spesso drammatici sacrifici? E, proprio per addolcire le amare pillole fatte ingerire anche ai meno abbienti, era stato invece assicurato che, tra i tagli, ci sarebbe stato proprio quello delle "auto blu"? Il Governo, subito sotto schiaffo al diffondersi della notizia, ha cercato di spiegarlo così: "Avere bandito la gara d'appalto non significa l'automatico acquisto delle vetture". Peccato però che, dopo il bando di gara pubblicato il 24 gennaio scorso, l'8 marzo siano state aperte le buste dei concorrenti alla gara. Aperte tanto per aprirle? E anche aprire le buste non significherebbe, per il Governo, l'automatico acquisto? Beh, certo, uno bandisce le gare d'appalto tanto per bandirle. Tanto per passare il tempo. Magari per gioco. E su, via...
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Boss, tombe e miliardi

"Il corpo del "boss della Magliana" Enrico De Pedis - secondo una fonte vicina alla Santa sede che ha raccontato il tutto all'agenzia Ansa - si trova nella basilica di Sant'Apollinare perché sua moglie, Carla Di Giovanni, pagò, per ottenere quella sepoltura, un miliardo delle ex lire".
A monsignor Piero Vergari, che tanto si battè per quella sepoltura ricoprendo l'incarico di rettore della basilica, e al cardinal Ugo Poletti, che alla fine dette la sua benedizione all'incredibile "affare", più che legittima, allora, questa domanda: quanto verrebbe a costare oggi in euro, alla vedova di un qualsiasi altro feroce boss, seppellire il suo "caro", ad esempio, nella basilica di San Giovanni?
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Il rischio dei quattro gatti

"I partiti - ha esortato di nuovo, tra l'altro, il Capo dello Stato - trovino il coraggio di estirpare il marcio".
Giusta esortazione, soprattutto in considerazione del marcio che da tempo sta coinvolgendo un po' tutti. Ma molti partiti continuano a nicchiare perché, ove pure dovessero trovare quel coraggio, rischierebbero poi di ritrovarsi quattro gatti in sezione.
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La zelkova del Governatore

"La finanziaria varata qualche giorno fa - ha scritto il Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, sul suo "blog" - è una finanziaria di straordinario rigore".
Quando in molti stavano già congratulandosi con lui, però, tra le righe della straordinaria finanziaria è spuntata la spesa di 454 mila euro stanziata per assicurare la tutela della zelkova. Zelkova che non è una rifugiata politica ucraina né una giornalista russa antiregime e neppure - c' è ormai da ipotizzarle tutte - una nipote di Putin. Ma, seppure rara, è - con tutto il rispetto per i botanici - soltanto una pianta. Solo che, appunto, il Governatore della Sicilia non ha voluto badare a spese pur di sceglierla come suo fiore all'occhiello. Un rametto di zelkova all'occhiello della sua giacca, magari, anche nel momento di esaltare, sul suo "blog", lo straordinario rigore della sua neonata legge finanziaria.
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martedì 24 aprile 2012

Urgenze e no

"Il Senato - è la notizia - ha approvato, in via definitiva, il decreto fiscale che cambierà la situazione nelle tasche degli italiani. I voti a favore sono stati 228, quelli contrari 29, due le astensioni".
Era necessario - si sono affrettati a dichiarare gli esponenti dei partiti che hanno votato a favore - per il bene dell'Italia e della sua economia. In gran parte vero. Ora, tuttavia, si è sempre in attesa della notizia che il Parlamento venga chiamato a votare - anche in questo caso per il bene dell'Italia e della sua economia - le norme che dovranno cambiare la situazione nelle casse dei partiti e nei portafogli di senatori e deputati. Sarà poi interessante verificare - se e quando fosse - se i voti a favore saranno anche allora così tanti e così tanto convinti. E se gli esponenti dei partiti avvertiranno almeno il dovere di dichiarare "scusate il ritardo".
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Zitti voi

"Le tasse al 45% sono troppe, anche perché determinano ulteriori gravi effetti recessivi". "Occorre ridurre velocemente la spesa pubblica per poter ridurre la forte pressione fiscale".
Le due affermazioni non sono del povero signor Rossi sempre più schiacciato dal Fisco. E neppure di un anonimo studente di economia uscito ieri dall'università. La prima affermazione è del Presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, e la seconda del Vicedirettore generale della Banca d'Italia, Salvatore Rossi. Due affermazioni, dunque, con il timbro di una indubbia e imparziale autorevolezza. Nei  confronti delle quali, però, sembra che alcuni professori del Governo non abbiano nascosto segni perlomeno di fastidio. Come a voler dire: "Ma non sapete che è vietato parlare al conducente?" Giusto. Parlare al conducente è infatti vietato perché il conducente potrebbe distrarsi. Distrarsi fino al punto di dimenticarsi di pigiare ancora più forte il piede sull'acceleratore delle tasse.
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Toh, di nuovo lo "spread" oltre 400

"Con il nostro Governo - aveva annunciato il nuovo "premier" Mario Monti  nel giorno stesso del suo insediamento - lo "spread" (la differenza, cioè, tra i rendimenti dei Buoni decennali italiani e  quelli dei corrispondenti titoli di Stato tedeschi) non oltrepasserrà più, come in passato, i 400 punti".
Con il Governo Monti, in questi ultimi giorni, lo "spread" ha di nuovo oltrepassato più di una volta, invece, i 400 punti. Anche i più illustri professori, allora, commettono sbagli clamorosi. Oppure la buttano là con la speranza che vada bene. O la va, insomma, o la spacca. E, se non la va, amen. Anzi, "so be it" (amen, cioè, in inglese più o meno bocconiano).
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Le facce di Buttiglione

"Adesso che la politica è morta - ha enunciato l'onorevole professor Rocco Buttiglione - c'è bisogno di facce nuove".
Saggia enunciazione. Che ancor più saggia sarebbe stata, tuttavia, se l'onorevole professor Rocco Buttiglione, da quasi venti anni in politica, avesse enunciato anche la coerente volontà di lasciare il suo posto ad una faccia nuova.
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Le gesta del re del Wwf

"Abbiamo bisogno di rigore, serietà ed esemplarità - aveva predicato, in occasione dello scorso Natale, il re di Spagna Juan Carlos - ed io stesso ho il dovere di osservare un comportamento esemplare".
Bellissimo proponimento natalizio. Solo che, trascorsi appena quattro mesi, re Juan Carlos è partito per la Botswana, dove è possibile partecipare a costosissimi safari e dove si è divertito ad uccidere un povero elefante, per una spesa complessiva stimata intorno ai 50 mila euro. Ma lo sdegno degli spagnoli non è solo perché il loro re, dopo i bei pensierini di Natale, se n'è andato tranquillamente in Botswana spendendo quanto uno solo di loro guadagna, mediameente, in due-tre anni di lavoro. Lo sdegno è anche perché il loro re è presidente dello spagnolo Wwf (il Fondo mondiale per la natura) e il Wwf mondiale non ne ha ancora decretata, dopo l'uccisione per divertimento del povero elefante, la più che giusta e coerente espulsione. A meno che nello statuto del mondiale Wwf non ci sia un piccolo comma che consenta ai re, impunemente, di uccidere anche un pettirosso e di defecare sulle orchidee più rare.
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domenica 22 aprile 2012

La strage dei piccoli imprenditori

"Un altro imprenditore - è giunta notizia da Bosa - si è ucciso perché nella impossibilità di mandare avanti la famiglia".
Ecco, è su drammi come questi (che si stanno verificando con sempre maggiore frequenza) è su drammi come questi che il Ministro al Welfare, Elsa Fornero, dovrebbe piangere sul serio. Ma, poi,  asciugarsi le lacrime e fare in modo - insieme con tutti i suoi colleghi professori-ministri - che suicidi così non debbano verificarsi più.
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Il nuovo dei Partiti

"Pd - ha dichiarato il segretario Pierluigi Bersani - usato sicuro".
I partiti, dunque, hanno ripreso la campagna pubblicitaria dei loro prodotti stile "show room" automobilistico. Dopo il prototipo "Partito della Nazione" a chilometri zero di Pierferdinando Casini e la nuova  ancora misteriosa "fuoriserie" aziendale annunciata dal Pdl, ecco l'usato sicuro del Pd. Buona campagna a tutti.
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Meno male

"Lo spazio per ridurre spese inutili - ha detto il Ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera - c'è".
Laurea alla "Bocconi", master alla "Wharton School" di Philadelphia e al Governo da oltre cinque mesi, Corrado Passera se n'è accorto anche lui. Meno male.
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Quei cani dei candidati Usa alle presidenziali

"Barak Obama - vanno dicendo in giro i repubblicani statunitensi - da giovane si è cibato di carne di cane". "Senti chi parla - vanno replicando i democratici - Mitt Romney, che sfiderà sicuramente Obama nelle prossime elezioni presidenziali, costrinse da giovane il suo cane ad un lunghissimo viaggio da Boston all'Ontario in una gabbietta sistemata sul tettuccio della sua auto".
La campagna elettorale per la nuova presidenza degli Stati Uniti sta diventando davvero bestiale...
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venerdì 20 aprile 2012

I soldi giù dalla finestra

"Le operazioni finanziarie della Lega - ha sentenziato Umberto Bossi - non configurano alcun reato".
No - secondo Umberto Bossi - alcun reato i trasferimenti di centinaia di milioni all'estero, l'acquisto di oro e diamanti, i denari distratti per i vari comodi e i vari affari del tesoriere e di questo o quel dirigente dell'ormai sempre più sgangherato Carroccio. Più stupefacente, tuttavia, è la motivazione della sentenza. "Perché - secondo Umberto Bossi - un partito può perfino decidere di buttare i soldi dalla finestra". Certo, tanto non se li è guadagnati e gli sono arrivati, come manna dal cielo, dalle tasche sempre più saccheggiate degli italiani. Bella lezione, dunque, di etica, di rispetto e di gratitudine. Anche se poi Umberto Bossi, resosi conto al volo della "gaffe" stile Padania, ha cercato di uscire di pista per rifugiarsi ai box. E' stato quando ha voluto precisare che quei soldi da buttare perfino dalla finestra sarebbero, tanto e soltanto, "quelli delle tessere dei militanti". Non riuscendo, però, a riparare completamenete il guasto, ma trasferendolo unicamente da una componente ad un'altra. Dai cittadini tutti, cioè, a quel 3% scarso che paga la tessera della Lega. Meglio così, certo, se vero. E, se - così essendo eventualmente vero - a quel 3% scarso il comportamento e il ragionamento di alcuni dirigenti del Carroccio piace, fatti suoi. Questioni di gusti. E tutti i gusti - come dice il proverbio - son gusti. Anche nella democrazia più imperfetta.
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Funzionari e funzionari

"Chi riscuote le tasse - ha scritto, in una rubrica su "L'Espresso", monsignor Gianfranco Ravasi - è funzionario di Dio".
Chi riscuote, però, tasse eque e proporzionali ai redditi. Altrimenti - monsignor Gianfranco Ravasi dovrebbe essere d'accordo - sarebbe funzionario del diavolo.
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Proposta alle ortiche

"La proposta di legge sui soldi ai partiti presentata da Alfano, Bersani e Casini - hanno obiettato i funzionari tecnici di Montecitorio - non solo non reca alcuna disposizione sulla sospensione dei rimborsi a chi non abbia presentato alcun rendiconto, ma è difficilmente realizzabile senza una riforma preventiva dell'articolo 49 della Costituzione".
Tana per Alfano, Bersani e Casini. I quali, ora, dovranno correggere gli errori segnati con la matita blu sulla loro proposta di legge con tanto clamore annunciata. Li correggerano, certo, ma intanto si continuerà con il vantaggioso quanto vergognoso andazzo. Fino a quando? Fino a quando lo vorrà il vorace dio della malapolitica.
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... Ma gli avanzi?

"I cento milioni di luglio vanno incassati tutti senza esitare - ha insistito il tesoriere del Pd, Ugo Sposetti - perché bisogna attrezzarsi per la campagna elettorale del 2013".
Domanda: ma non potrebbero essere sufficienti, di quei 503 milioni e più incassati dai partiti per le elezioni dell'aprile 2008, i 393 milioni circa avanzati dopo una spesa effettiva di 110 milioni e poco più? A Ugo Sposetti - ma anche allo Sposetti del Pdl - l'ardua risposta.
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Tecnici casinisti

"Nel mio nuovo "Partito della Nazione - ha confidato Pierferdinando Casini, da oggi non più capogruppo parlamentare dell'Udc, ai microfoni di "Otto e mezzo" - entreranno a far parte anche alcuni ministri dell'attuale Governo Monti".
Ma il Governo Monti non avrebbe dovuto essere un Governo strettamente tecnico senza alcuna configurazione politica? Così è stato detto. Ma, se alcuni ministri del Governo Monti sono già in lista per entrare nel nuovo "Partito della Nazione" di Pierferdinando Casini, dov'è più la loro configurazione di ministri tecnici e dov'è più, di conseguenza, la configurazione tecnica del Governo Monti? Quello che è stato detto, allora, è stata soltanto una "bufala". Grazie.
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Bilanci

"Poste italiane - ha fatto sapere con orgoglio l'amministratore delegato, Massimo Sarmi - ha chiuso il bilancio 2011 con utile netto di 846 milioni".
Bravo. Ma sarebbe giusto che qualche unione dei consumatori, a questo punto, facesse sapere con quante ore inutili nette, davanti ai pochi sportelli aperti o ai computer troppo spesso in "tilt", si è chiuso il bilancio 2011 degli utenti di Poste italiane.
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martedì 17 aprile 2012

"Vade retro", dramma

"Abolire il finanziamento pubblico dei partiti - hanno definitivamente concordato i "leader" del Pdl, del Pd e dell'Udc - sarebbe drammatico".
Per loro sì.
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Costituzione, partiti e macellai

"Continuo a sentire in tv - mi ha borbottato, pesandomi due fettine di vitello, il macellaio del mio mercato rionale - che è la Costituzione a legittimare il finanziamento pubblico dei partiti. Ma, avendo la massima stima per chi ha sancito la Costituzione, io non ci credo. Faccio bene?"
Il macellaio del mio mercato rionale fa proprio bene. Perché il tanto invocato articolo 49, che i fautori del finanziamento pubblico dei partiti continuano ad invocare, si esprime esattamente così: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". Punto e basta. Senza il minimo accenno ad un possibile finanziamento da parte dello Stato. E senza che una possibilità del genere fosse stata neppure sfiorata, dai saggi padri costituenti, in sede di dibattito. Così come si può leggere, anche, in un prezioso volume, edito nel giugno 1987 dal Senato, nel quale è stata ricostruita la genesi delle singole norme costituzionali, dal progetto agli emendamenti e ai testi definitivi. Un volume, evidentemente, da troppi rinchiuso in chissà quale cassetto a doppia mandata. Per continuare purtroppo a gabbare - e, di conseguenza, a depredare - i cittadini. Compreso il macellaio del mio mercato rionale.
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Bestemmie storiche

"Valter Lavitola - continuano a definire, alcuni in malafede, altri per ignoranza, tv, quotidiani e periodici - direttore dell' "Avanti!"".
In difesa della verità, allora, qualcuno farebbe bene a ricordare che il vero "Avanti!" è stato quello fondato nel 1896 dal Partito socialista italiano e che ha visto succedersi alla sua direzione, tra tanti altri galantuomini, Leonida Bissolati, Claudio Treves e Sandro Pertini. Nulla a che fare, quindi, con il giornale che lo spregiudicato faccendiere Valter Lavitola ha mandato in edicola con uno stratagemma ingannatore - aggiungendo, cioè, una "L" e ottenendo così la testata "L'Avanti!" - soltanto nel 2003, nominando fra i suoi direttori anche uno come Sergio De Gregorio, intascando milioni di finanziamenti in favore dell'editoria (che, secondo i magistrati, risulterebbero essere stati illecitamente riscossi) e chiudendo le pubblicazioni poco dopo essere riparato all'estero per l'esplodere di certi inquietanti fatti sui quali i giudici avevano cominciato ad indagare a fondo. Va bene - anzi male - essere dunque giornalisti o politici faziosi oppure ignoranti, ma abbinare Valter Lavitola al vero "Avanti!" nato nel 1896 appare chiaramente eccessivo e inaccettabile. Sicuramente una bestemmia storica.
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lunedì 16 aprile 2012

Se il Ministro Barca va in barca...

"Se l'Italia continua a non crescere - è stato il confortante discorso del Ministro alla Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ai giovani de L'Aquila - meglio andarsene all'estero".
Da un Ministro, specialmente di un Gabinetto tecnico di professori, ci si sarebbe atteso tutt'altro discorso. Ad esempio: "Se l'Italia continua a non crescere, ci impegneremo allo spasimo perché la tendenza si inverta al più presto e dunque,cari giovani, non fuggite all'estero per il bene vostro e del vostro Paese". Ma gli italici Ministri, anche di un Gabinetto tecnico di professori, troppo spesso non si rendono conto di quello che dicono e finiscono per andare in barca.
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Contraddizioni per niente sagge

"...Com'erano andati in barca - basta leggere un emendamento al disegno di legge sulla semplificazione fiscale - quando avevano proposto e convinto il Senato a votare una tassa da applicarsi alle borse di studio eccedenti gli 11.500 euro annui e che avrebbe colpito, con particolare danno, quei 25 mila dottorandi e medici in formazione i quali costituiscono - come tutti sanno - la linfa dei reparti ospedalieri pubblici".
Questo emendamento, per fortuna, è stato cancellato proprio oggi alla Camera e, però, resta sgradevole il fatto che il Governo, il quale continua a non occuparsi come dovrebbe dei grandi patrimoni, continui invece ad infierire sulle retribuzioni anche minime. E, mentre non fa che promettere un suo grande impegno nei confronti dei giovani, intanto non si è vergognato di proporre una incredibile stangata per quei pochi che oltretutto - con una retribuzione di appena oltre i 950 euro al mese - gli permettono di non fare il crac definitivo in settori come, ad esempio, la sanità pubblica. Questa volta - onore al merito - i parlamentari della Camera, cancellando l'emendamento "uccidiborsedistudio" si sono dimostrati più saggi del Governo dei saggi e più umani dell'Elsa piangente.
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Poste italiane, più "tilt" che poste

"Gli uffici postali di tutta Italia - hanno dovuto subire disagi anche gravissimi gli utenti - sono andati in "tilt", oggi, per l'ennesima volta".
Ma perché gli uffici postali di tutta Italia vanno in "tilt", ormai, con tanta frequenza? Apparecchiature "farlocche", anche se acquistate a prezzi non indifferenti? Gestione della rete affidata a tecnici incapaci? Un destino cinico e baro? Sia come sia, però, non è che il ricorrente "tilt" postale possa e debba proseguire tra l'indifferenza di chi, invece, avrebbe il dovere di verificare e di provvedere. Come, ad esempio, un ministro, un'autority o una Procura della Repubblica. Con tante scuse per il disturbo, certo, da parte di tutti i cittadini utenti "rompiscatole".
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Lega di diamante

"Ora la Guardia di finanza - è la notizia - sta cercando diamanti per circa trecentomila euro che sarebbero stati acquistati dall'ex tesoriere della Lega, Belsito".
Li troverà? Chissà. Nel caso li dovesse proprio trovare, però, non sarebbero certo al dito della vituperata "Roma ladrona".
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domenica 15 aprile 2012

Chi si uccide e chi gozzoviglia

"Tasse, burocrazia, ma soprattutto mancanza di liquidità - la drammatica denuncia è dell'Associazione artigiani e piccola impresa (Cgia) di Mestre - stanno ormai spingendo al suicidio, ogni quattro giorni, un piccolo o medio imprenditore".
In compenso, però, sono i partiti a non soffrire di tasse, di burocrazia e, soprattutto, di liquidità. Perché le tasse non le pagano, la burocrazia con loro è mamma e non matrigna e, soprattutto, hanno le casse piene, visto che - di fronte alle spese effettivamente sostenute di 110.127.757 euro nella campagna elettorale, ad esempio, del 2008 - hanno ricevuto dallo Stato (cioè dai cittadini, compresi i piccoli e medi imprenditori) un contributo di ben 503.o94.381 euro: un di più, rispetto alle spese sostenute, di quasi 392.966.624 euro. Il che, in percentuale, fa un "surplus" (legittimo, per carità, ma perlomeno scandaloso) del 456%. Senza i soldi pubblici ai partiti - continuano ad ammonire in molti - la democrazia morirebbe. Verosimile. Ma per lo Stato non sarebbe giusto - oltre che conveniente - far vivere, insieme con la democrazia, anche la piccola e media imprenditoria?
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Vergogna

"Dopo 38 anni di indagini e di udienze giudiziarie - l'ultima sentenza sabato 14 - i quattro imputati della strage di piazza della Loggia a Brescia sono stati assolti".
Come confessare, insomma, che lo Stato non ha saputo - qualcuno dice non ha voluto - fare luce sulla strage, individuare e colpire i responsabili, rendere doverosa giustizia alle vittime e ai loro familiari. Ma c'è di più. Lo Stato, il quale per incapacità - qualcuno dice per volontà - non ha reso doverosa giustizia, ora non si è neppure vergognato - anche se con il conforto dei codici - di chiedere ai familiari, costituitisi parti civili nei vari procedimenti, il pagamento delle spese processuali. Vergogna.
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Il "caso Orlandi" e il gioco delle tre carte

"Sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi - è tornato in argomento il portavoce della Santa sede, padre Federico Lombardi - il Vaticano non sta nascondendo nulla e non ha nulla in contrario a consentire l'ispezione della tomba di Enrico De Pedis in quella basilica di Sant'Apollinare che, pure, gode di extraterritorialità".
L'impressione, a questo punto, è che si stia continuando, sulla vicenda inquietante della povera Emanuela, uno squallido gioco delle tre carte. Una volta, infatti, è lo Stato italiano che vorrebbe indagare e lo Stato vaticano che rifiuterebbe di collaborare, un' altra volta è lo Stato vaticano che si dichiara disponibile e lo Stato italiano che non ne prende immediatamente atto. Una volta è la Santa sede che vuole nascondere la verità, un'altra volta è la Santa sede che dichiara di non avere mai nascosto alcunché. E - tanto per giocare anche quello che potrebbe sembrare, ma non è, il due di briscola - una volta la basilica di Sant'Apollinare non gode, secondo il Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, di extraterritorialità, un'altra volta, secondo il portavoce vaticano Federico Lombardi, la basilica di Sant'Apollinare gode eccome di extraterritorialità. Sarebbe davvero tempo di farla finita una volta per tutte. O, seriamente, risolvendo il misterioso "caso" davvero e d'accordo. O, se non si voglia in verità risolverlo per chissà quali incoffessabili motivi, mettendoci definitivamente una pietra sopra e avendo perlomeno il buongusto di non parlarne nessuno mai più
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Aumenti necessari

"Le tariffe di luce e gas - è stato confermato - aumenteranno di nuovo a breve".
Giusto. Altrimenti come si farebbe a pagare l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Corti, oltre quattro milioni di euro l'anno e l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, quasi sei milioni?
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Decide Elsa o decide Mario?

"Andremo in Parlamento - ha avvertito il Ministro del Welfare, Elsa Fornero - e, se la nostra riforma sul lavoro non dovesse passare, andremmo a casa".
Ma il "premier" legittimato a decidere se restare al Governo o tornarsene a tempo pieno alle proprie attività private è lei, la professoressa Elsa Fornero, o lui, il professor Mario Monti?
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giovedì 12 aprile 2012

Costituzione sì e no

"Rinunciare ai rimborsi elettorali è tecnicamente molto complesso. Potrebbero esserci - si è preoccupato il parlamentare del Pdl Massimo Corsaro - problemi di legittimità costituzionale".
Al parlamentare del Pdl Massimo Corsaro, invece, non ha neppure sfiorato la mente il fatto che potrebbero esserci stati problemi di legittimità costituzionale, specialmente dopo il responso del referendum popolare del 1994, da quando i partiti di quei rimborsi elettorali hanno deciso di dotarsi. Di portare in dote, cioè, ai loro tesorieri.
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Il boss Spatuzza agli arresti spirituali

"Gaspare Spatuzza, il feroce ex killer della "Cosca di Brancaccio" - ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Roma - potrà lasciare tre ore il carcere per frequentare un ritiro spirituale in un centro religioso".
Se Gaspare Spatuzza avesse davvero intrapreso il suo percorso di redenzione e il suo viaggio verso una completa conversione, gloria - per carità - a Dio e ai cappellani del carcere i quali avrebbero toccato il suo cuore e la sua anima. Il fatto è, però, che Gaspare Spatuzza ha sì gravemente peccato contro le leggi divine, ma ha gravemente agito anche contro le leggi dello Stato laico. Il quale, infatti, lo ha giustamente rinchiuso in carcere. Che cosa si vuol dire? Quello che hanno subito detto, conosciuta la notizia, gli agenti i quali non hanno dimenticato i loro colleghi rimasti vittime nella strage di via D'Amelio. E, cioè, che Spatuzza continui pure "il suo percorso di redenzione, ma nell'unico luogo dove merita di stare: in galera". Con una riflessione da aggiungere: in galera, tra l'altro, gli varrebbe ancor più agli occhi del Cielo.
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Renzo Bossi e Filippo Penati

"Bravo Renzo Bossi a dimettersi dal Consiglio regionale della Lombadia - ha risposto, in una intervista sul "Corriere della sera", il senatore del Pd Ignazio Marino - Ma, se continuerà a non dimettersi invece Filippo Penati, per il nostro partito continuerà a restare aperta una grave ferita".
Ignazio Marino - come si sa - è un bravissimo medico e il suo giuramento ad Ippocrate, evidentemente, non è venuto meno con il suo giuramento al Pd. Eccolo infatti preoccuparsi, senza alcuna remora, della "ferita Penati". Fino al punto da sollecitare nuovamente - da noto specialista in trapianti - la rimozione dell'organo malato con un organo sano. Ma nel Pd ci sarà qualcuno, prima o poi, disposto ad entrare con lui in camera operatoria per quel serio intervento?
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mercoledì 11 aprile 2012

Utopie sempre verdi

"Spetta ai saggi - ha voluto ricordare il "Corriere della sera" questa massima del filosofo greco i Platone - il compito di governare".
Certo. Ma già ai suoi tempi il filosofo greco Platone fu definito il "grande utopista".
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Renzo Bossi 1

"Ora che ho dato le mie dimissioni da consigliere regionale lombardo - ha fatto sapere Renzo Bossi detto "il trota" - mi rimetterò a studiare".
Se fosse vero, i leghisti duri e puri potrebbero tirare un sospiro di sollievo. Renzo Bossi, per riuscire ad ottenere un diploma di scuola superiore, è dovuto infatti arrivare a 22 anni. Avendone oggi 24 e frequentando il secondo anno - sulla carta - in una università londinese, dovrebbe arrivare perlomeno a 35 anni prima di riuscire a conseguire una laurea. Potrebbe tornare "libero dagli studi", insomma, intorno al 2023. E nel 2023, intanto, chissà quanta acqua e quante altre trote saranno passate sotto i ponti del dio Po.
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Renzo Bossi 2

"Ma - si è domandato qualcuno - ora che non sarà più la cassaforte della Lega Nord a pagargli l'università londinese (con tanto di iscrizione, frequenza, dispense, libri, permanenza in città e voli di trasferimento da Milano) come farà il povero Renzo Bossi a proseguire i suoi tradizionalmente lunghi e faticosi studi?"
Nessuna preoccupazione. Perché il povero Renzo Bossi si è dimesso sì dalla Regione, ma - grazie all'articolo 3 della legge regionale n° 12 del 20 marzo 1995 - incasserà intanto subito, quale buonuscita per i suoi due anni di attività, 40 mila euro tondi tondi. Ma gli basteranno? No di certo per i probabili undici anni a venire di studi universitari londinesi. Gli basteranno comunque - c'è da esserne certi - finché qualche Alberto da Giussano anni 2000 non gli troverà, tornata la calma, una nuova poltrona d'oro.
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L'oro delle Olimpiadi

"Gli atleti inglesi i quali vinceranno una medaglia d'oro alle prossime Olimpiadi - ha fatto sapere la British Olympic Association - non riceveranno neppure un penny".
Quanto riceveranno, invece, gli atleti italiani i quali dovessero vincere la massima medaglia? Almeno come per le Olimpiadi precedenti e, cioè, 140 mila euro ciascuno. Ma perché da noi c'è una situazione economica generale di gran lunga migliore di quella inglese, un Coni molto più ricco della British Olympic Association? Chiaramente no. Perché da noi, molto semplicemente, c'è una classe di atleti i quali, se non venissero preventivamente "coperti" - oltre che da una maglietta nazionale - da un cospicuo assegno in euro, si riterrebbero gravemente offesi tanto da perdere ogni passione, ogni concentrazione e, quindi, ogni possibilità di medaglia d'oro.
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martedì 10 aprile 2012

La pensione felice del signor Felice

"Il signor Felice Crosta - consultare, per conferma, le carte Inps - grazie ai suoi appena quattro mesi lavorati nel suo ultimo incarico, ha percepito 18 mila euro al mese dal 2006 al 2010 e 20 mila dal dal 2010 ad oggi. Se poi si vedrà confermato un suo ricorso alla Corte dei conti, arriverà addirittura a percepire 41 mila euro mensili e, cioè, 13oo euro al giorno".
Felice Crosta - direbbe il manzoniano don Abbondio - chi era costui? Era - la sua storia è immortalata anche su Internet - un burocrate, assunto dall'allora Presidente regionale Salvatore Totò Cuffaro, per risolvere il problema dei rifiuti cittadini dietro un compenso di 460 mila euro annui. Il quale burocrate, dopo non essere riuscito a risolvere - forse - neppure il problema dei rifiuti di casa sua e dopo avere comunque lasciato l'azienda con un passivo aumentato a un miliardo di euro, ha pensato bene di dimettersi presto presto per andare in pensione con gli incredibili criteri e conteggi di una norma regionale appena varata per quelli come lui. Felice Crosta, dunque, con tutti i diritti - "ope legis" - di percepire ogni giorno molto di più di quanto percepisce lo stesso Presidente della Repubblica e, di conseguenza, di essere felice di nome e di fatto. Quello che invece non si riesce a capire è il motivo per il quale il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sia felice anche lei - visto che non fa nulla per eliminarle - di queste situazioni vergognose. Sia felice, insomma, che personaggi come il burocrate siciliano Crosta intaschino più di 1300 euro al giorno quando migliaia e migliaia di pensionati non "cuffariani" e simili siano stati costretti, addirittura, a subire tagli drammatici alle loro "normali" pensioni. Che, accanto al burocrate siciliano felice di nome e di fatto con 1300 euro al giorno, possa coesistere un pensionato "normale" che, vistosi tagliare 200 euro da una pensione di 800, è caduto in una infelicità e in una disperazione tali da togliersi addirittura la vita. Ma per fatti così, evidentemente, il Ministro Fornero non ha lacrime a disposizione.
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Ma perché agli altri basta molto meno?

"Nel 2010 - ultimi dati raffrontabili a disposizione - i partiti italiani hanno incamerato dallo Stato 295 milioni di euro e, rispettivamente dai propri Stati, i partiti tedeschi 125, quelli spagnoli 75, quelli francesi 73, quelli inglesi 12".
C'è qualcuno che abbia la bontà di spiegare agli italiani, sempre più colpiti duramente dalle tasse, il perché i partiti italiani abbiano incamerato, nel 2010, una somma così incredibilmente superiore a quella percepita dai partiti di Paesi anche più popolosi del nostro? E perché questa misteriosa differenza continui a persistere? I nostri partiti, dopo gli ultimi scandali che hanno riportato alla ribalta la vergognosa realtà dei loro patrimoni e delle loro casse, stanno sì cercando di fare qualcosa per acquietare almeno la legittima ira degli italiani. Si è, però, alle solite: non è che si stia pensando all'abolizione di questa "manna statale" della quale, pure, un referendum popolare aveva decretato la fine immediata con un significativo 93% e che, conti alla mano, ha loro fruttato, dal 1994 di quel referendum ad oggi, ben tre miliardi di euro. No. Quello a cui si sta pensando è come giustificare il proseguimento della "manna statale" - magari con qualche ritocchino molto "ino" in gù - e come cercare di rendere almeno trasparenti i bilanci rimasti fino ad oggi "cosa loro" e mai assoggettati a verifiche istituzionali. Nessuna abolizione dei soldi pubblici, insomma, ma soltanto un po' di fumo negli occhi degli italiani nel tentativo di presentare la pillola meno amara. Un passettino in avanti, certo, quello che permetterebbe di conoscere come i nostri partiti sono soliti spendere i contributi ricevuti e le numerose centinaia e centinaia di milioni rimaste loro, ogni volta, detratte le vere spese elettorali. Già che si era all'opera, tuttavia, sarebbe stato più onesto, più giusto, più rispettoso chiedersi, almeno, se non fosse stato opportuno onorare - ancorché in ritardo - il risultato di quel lontano referendum popolare del 1994. Quel risultato vergognosamente "bypassato" con un semplice tocco di bacchetta ai limiti della Costituzione. Non più, per volontà degli italiani, il finanziamento pubblico dei partiti? Bene. Allora, per volontà dei partiti in Parlamento, il rimborso elettorale dopo ogni consultazione. Storia passata, certo. Ma la storia, volendo, può riscattarsi rinnovandosi positivamente. Mica la storia è come l'acqua che - come si rattrista il proverbio - una volta passata, non macina più.
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...e quei cento milioni di luglio?

"Proprio fra tre mesi - è stato opportunamente ricordato - i partiti dovrebbero incassare, quale ultima "tranche" di rimborsi elettorali relativi a questa legislatura, poco più di cento milioni.
Come sarebbe bello, se i partiti straricchi per le varie "tranches" ricevute fino ad oggi rinunciassero a questi cento milioni e poco più in modo da consentire allo Stato povero di metterli al mucchio per fare fronte, ad esempio, alla difficilissima copertura finanziaria per i cosiddetti "esodati" e per il nuovo sussidio di disoccupazione previsto dalla riforma in materia di lavoro. Ma sarà davvero così bello? Alfano, Bersani e Casini troveranno davvero il tempo, tra varie annunciate e dibattute intenzioni, di decidere, intanto, una cosa bella e concreta così?
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Addio, pure acque del Po...

"Renzo, il figlio del "senatur" Umberto Bossi - è su tutti i giornali - si è dimesso dalla Regione Lombardia dopo quanto emerso, ed è al vaglio della Magistratura, nell'universo Lega Nord".
Renzo detto "il trota", dunque, alla fine è rimasto nella rete. Ma pescato non nelle pure acque del dio Po: nello stagno putrefatto - come tutto farebbe ritenere - della demoniaca malapolitica.
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sabato 7 aprile 2012

I braccialetti di Anna Maria Cancellieri

"Dall'aprile del 2001 - ricorderà certo qualcuno - il Governo ha speso fino al 31 dicembre 2011, per quei braccialetti elettronici dichiarati utili per il controllo a distanza dei detenuti agli arresti domiciliari, ben 110 milioni di euro. E, però, ne ha fatto uso, in questi dieci anni, soltanto quattoerdici volte".
Bene. Anzi male. Addirittura malissimo perché, nonostante questo costosissimo quanto irrilevante risultato, il Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, scaduto il contratto di fornitura a suo tempo firmato con la "Telecom" di Franco Bernabè, ha ritenuto doverlo rinnovare per altri cinque anni e per una spesa ulteriore di 63 milioni di euro. Sessantatre milioni di euro che, aggiunti ai 110 già versati dal 2001 al 2011, fanno dunque 173. Centosettantatre milioni di euro gettati, praticamente, dalla finestra. Con l'unico risultato - almeno fino ad oggi - di andare ad arricchire le casse di "Telecom" di Franco Bernabè. Con grave scandalo ed irritazione, oltretutto, del Ministro alla Giustizia, Paola Severino. La quale ha sì riconosciuto che la competenza sui braccialetti elettronici spetti - stranamente - al Ministro dell'Interno e non a lei, ma non ha gradito di aver dovuto apprendere il rinnovo contrattuale con "Telecom" soltanto a cose fatte. E, soprattutto, che il contratto sia stato firmato con "Telecom" senza che sia stata prima esperita una regolare gara d'appalto. Prove tecniche di dissenso fra i tecnici del Governo Monti.
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La messa cantata di padre Cantalamessa

"Quanti delitti atroci rimasti negli ultimi tempi senza colpevole, quanti casi irrisolti - le parole sono state scandite, dal predicatore della Casa pontificia padre Raniero Cantalamessa, davanti al Papa, ai cardinali e ai prelati di curia presenti in San Pietro per le celebrazioni della passione di Cristo - Non portate con voi il vostro segreto, chi sa qualcosa parli".
Padre Raniero Cantalamessa ha voluto fare un esplicito riferimento agli ormai annosi e sempre più inquietanti misteri legati alla scomparsa di Emanuela Orlandi e per il chiarimento dei quali il Vaticano non ha mai voluto minimamente collaborare? L'ipotesi è più che credibile nel momento in cui il "caso" è tornato di attualità dopo le dichiarate intenzioni del nuovo Procuratore della Repubblica a Roma di rinnovare le rogatorie nei confronti di quanti Oltretevere "potrebbero sapere" e di proseguire seriamente nelle indagini. Ma - ecco il punto - chi era in San Pietro, quel giorno, avrà ascoltato, anche con il cuore e con l'anima, la messa cantata di padre Cantalamessa? Anche perché lui, il buon predicatore, li avrebbe eventualmente rassicurati ricordando che "Dio lo ha promesso solennemente: anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana". Peccati citati come rosso scarlatto e rosso porpora solo per una involontaria coincidenza oppure no? Di qui, però, un'altra eventuale rassicurazione del buon predicatore: "Dio perdona molte cose per un atto di pentimento". Potrebbe essere stato, insomma, come dire: confessatevi alfine, fratelli, e pentitevi: avrete almeno - in attesa di una più o meno probabile giustizia laica - il perdono certo della giustizia divina.
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Buona Pasqua, Mastrapasqua

"Il Consiglio di amministrazione di "Equitalia" (la società per la riscossione delle tasse controllata dall'Agenzia delle entrate e dall'Inps) - hanno deciso il presidente Attilio Befera e il suo vice Antonio Mastrapasqua - sarà ridotto da sette a cinque membri e, di conseguenza, l'Inps passerà da due ben pagati rappresentanti ad uno soltanto".
Domanda: chi sarà l'unico a restare, dei due che c'erano per l'Inps, nel Consiglio di amministrazione di "Equitalia"? Il presidente Antonio Mastrapasqua o il suo direttore generale Mauro Nori? Risposta ovvia già data: resterà il presidente Mastrapasqua che, solo all'Inps, guadagna 217 mila euro l'anno. E dunque, poverino, gli serve arrotondare. Domani è Pasqua. Buona Pasqua, Mastrapasqua...

A.A.A. prete spagnolo cercasi

"Fatevi preti - è lo "slogan" lanciato dalla Conferenza episcopale spagnola - avrete un posto fisso, anche se il salario non sarà enorme".
Le vie del Signore - come si dice - sono infinite. E dunque nulla di meglio, per far rifiorire le vocazioni, che la disoccupazione spagnola arrivata, ormai, oltre un disperato 25%.
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Ipse dixit

"I magistrati italiani - è stato scolpito in una intervista su "Il Giornale" - sono politicizzati e, comunque, dovrebbero rispondere personalmente dei loro errori.
L'intervista era al signor Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936, dal 1993 in politica, più volte "sotto la lente" dei giudici e più volte attaccato anche dalla stampa estera? No.
L'intervista era a mister Bill Emmott, nato a Dulverton il 16 agosto 1956, dal 1993 al 2006 direttore di quella rivista britannica "The Economist" che aveva criticato più volte proprio il signor Berlusconi, la sua politica e le sue esternazioni. Anche quelle su molti giudici politicizzati. Ma allora?
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giovedì 5 aprile 2012

"Caso Orlandi", il Procuratore Pignatone "a muso duro"

"Da oggi sarò io - ha deciso il Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone - ad occuparmi delle indagini su Emanuela Orlandi".
La decisione è stata annunciata con poche parole essenziali, ma certamente non poco tenere. E, comunque, a bacchettare quanti, fino ad oggi, hanno portato avanti - meglio sarebbe dire indietro - gli accertamenti sulla misteriosa scomparsa di Emanuela e sulla altrettanto misteriosa - e sembrerebbe, ormai, certamente collegata - sepoltura del boss Renato De Pedis nella basilica di Sant'Apollinare. Tanto che, da ambienti bene informati della Procura, si darebbe già per scontata una nuova richiesta di rogatorie, alla Santa Sede, per ascoltare gli alti prelati ancora in vita in grado di fornire notizie utili sui due misteri. Tra questi, allora, il cardinale Poletti il quale - sarebbe da tempo emerso con chiarezza - fu lui a dare il nulla-osta per ospitare il boss nel sacro luogo. E peccato, invece, che sia morto il cardinale Ottaviani perché fu lui, più volte, a ribadire che Emanuela non fu vista l'ultima volta in via del Corso - secondo la ricostruzione ufficiale dei fatti - ma fu da lui vista entrare e uscire a bordo di una macchina nera - il giorno della scomparsa - attraverso la Porta di San'Anna. Ma tant'è. L'importante, ora, è che il Procuratore Pignatone abbia fatto conoscere di voler seriamente e concretamente portare avanti le indagini "rimaste a zero" - chissà perché - per quasi tre decenni. Sarà quindi risentita più a fondo quella ex amante del boss De Pedis in seguito alle dichiarazioni della quale - non troppo tempo fa - è stata decisa la riapertura di un "caso" che con troppa fretta era stato misteriosamente indagato senza gli opportuni approfondimenti e poi, altrettanto misteriosamente, chiuso? Ma, soprattutto, si insisterà sulle rogatorie fino al momento di poterle avviare e concludere? La Santa Sede, finché le indagini riaperte sono andate avanti con più o meno voluta stanchezza, si è dichiarata disponibile a collaborare. L'augurio è che questa disponibilità venga chiaramente ribadita ora che il Procuratore Pignatone ha fatto sapere di voler andare avanti, senza tante storie, sul cammino della verità. Una verità attesa già da troppo. Troppo anche per i lunghi tradizionali tempi di Santa Romana Chiesa.
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Rese sospette

"Impossibile individuare i criteri per arrivare a ridurre ai livelli europei le retribuzioni dei parlamentari italiani - ha gettato la spugna Enrico Giovannini - e, dunque, fine lavori della commissione a tale scopo nominata".
Enrico Giovannini - per chi non lo sapesse - non è un analfabeta economico, ma è il presidente dell'Istituto nazionale di statistica. E nella commissione a quello scopo nominata non sono stati a suo tempo chiamati fisici, architetti o medici, ma ordinari di cattedre economiche e giuridiche, esperti specifici, perfino celebri "bocconiani". Da questo qualificatissimo "trust" di cervelli, però, non è uscita l'attesa e non troppo difficile soluzione, ma è uscita una inattesa e troppo sbrigativa resa. Come mai? Abusivismo di competenza generale e specifica? Soggezione, magari inconscia, nei confronti della casta parlamentare? Insufficiente tempo dedicato alla questione, visto che, in sette mesi, la commissione si è riunita appena cinque volte? Sia come sia, intanto, un fatto resta certo: le retribuzioni dei parlamentari continueranno a non subire alcun taglio. Complimenti.
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Tu stai lì gratis, io vado in affitto a peso d'oro

"Gli ultimi quattro ex Presidenti della Camera, Irene Pivetti, Luciano Violante, Pierferdinando Casini e Fausto Bertinotti - ha immortalato nella sua telecamerina il deputato Franco Barbato - usufruiscono, a Montecitorio, di lussuosissimi appartamenti per complessivi mille metriquadrati circa".
Doveroso? Non doveroso? Giustificabile? Non giustificabile? Una considerazione, comunque, appare più che legittima. Questi quattro onorevoli ex Presidenti sono lì ad occupare - oltretutto con personale a loro disposizione retribuito dalla Camera - uno spazio non indifferente che potrebbe essere occupato da qualche ufficio che continua ad essere invece ospitato in palazzi affittati, a peso d'oro, da una società dell'immobiliarista Scarpellini. E a suo tempo affittati, oltretutto, senza una regolare gara e proprio da uno dei quattro ex Presidenti che continua ad occupare i prestigiosi locali di Montecitorio. Alla faccia della sempre più garantita limpidezza dei fatti e della sempre più sbandierata lotta agli sprechi. Rinnovati complimenti.
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Sulla coscienza

"Ci sono persone che non arrivano alla fine del mese e si stanno suicidando - questa l'accusa mossa da Antonio Di Pietro al "premier" Mario Monti - lei quei suicidi ce li ha sulla coscienza".
Viene da chiedersi - al di là di tutto - da quale pulpito venga la predica. Anzi, da quale scranno venga la sentenza. Antonio Di Pietro, infatti, non dovrebbe avere dimenticato tutte le persone che, nei primi durissimi anni di "Mani pulite", non hanno avuto la forza di arrivare alla fine delle spietate indagini e si sono suicidate. Lui e qualcun altro, allora, quelle persone potrebbero avercele davvero sulla coscienza.
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Un Giano bifronte di nome Francesco

"Quando ero segretario della "Margherita" - continua a ripetere Francesco Rutelli in merito a certe operazioni portate a termine dall'ex tesoriere del partito, Luigi Lusi, e attualmente sotto la lente della Magistratura - io non sapevo nulla perché lui agiva in assoluta autonomia".
Francesco Rutelli, quindi, va ora sostenendo indignato che lui - da segretario della "Margherita" - non poteva sapere. Quando si trattò di fare luce su certe operazioni condotte autonomamente nel Psi dal suo tesoriere e da certi amministratori locali, però, Francesco Rutelli fu tra i primi e tra i più accaniti , nel 1992, a sostenere indignato che il segretario del partito Craxi non poteva non sapere. Francesco Rutelli, dunque, come certi magistrati: per qualcuno no, per qualcuno sì. Perfino Giano bifronte si vergognerebbe e diventerebbe rosso davanti a Francesco Rutelli.
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domenica 1 aprile 2012

Farsa De Pedis

"Per il trasferimento della salma del boss Renato De Pedis dal cimitero romano del Verano alla basilica di Sant'Apollinare - ha tenuto a spiegare meglio il Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri - non era necessaria alcuna autorizzazione del Viminale in quanto per quella basilica non vige lo stato di extraterritorialità. L'autorizzazione, dunque, sarebbe stata di competenza esclusivamente comunale".
E' stato il Campidoglio, allora, a dare l'autorizzazione perché la salma del boss Renato De Pedis fosse trasferita dal cimitero Verano alla basilica di San'Apollinare? Nemmeno. Perché Vincenzo Galliani Caputo, che per tanti anni è stato segretario generale del Campidoglio, ha fatto sapere dagli Stati Uniti (dov'è da qualche giorno in viaggio) che no, non ci fu alcun atto comunale e che, verosimilmente, fu sufficiente un sempice nulla-osta della direzione del cimitero Verano. E' stata la direzione del cimitero Verano, quindi, a permettere il trasferimento della salma del boss Renato De Pedis? Non sarebbe davvero né serio né edificante se, a questo punto, anche la direzione del cimitero Verano si chiamasse fuori. Al di là di chi abbia alla fine concesso questa autorizzazione o questo nulla-osta, comunque, resta sempre immutata una domanda:ma chi ha voluto - e perché - che la salma di un famigerato boss della malavita finisse per essere sepolta in una sacrosanta basilica cristiana? Davvero il Vaticano crede che sia un bene - farsa o non farsa laica - continuare a tacere e a non chiarire, intanto, tutto quello che c'è da chiarire sicuramente da parte sua?
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Le importanze di Cesare

"I miei due gatti - ha confessato Cesare Damiano, su Radio 24, alla "Zanzara- sono più importanti del Pd".
Ormai purtroppo assodato che i partiti politici hanno perduto considerazione e rispetto tra gli italiani, non ci si sarebbe comunque aspettato, ad esempio, che il Pd potesse finire per essere considerato, da un suo autorevole esponente, meno importante dei suoi due mici casalinghi.
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Il massimo del Calearo

"Io - ha confessato anche lui, alla "Zanzara", l'onorevole Massimo Calearo - quest'anno sono andato alla Camera soltanto tre volte e credo che non ci andrò più fino al termine della legislatura. Meglio dedicarmi all'attività di imprenditore".
Tutto il diritto, per Massimo Calearo, di fare le proprie scelte di vita. E anche di pentirsi di essersi fatto eleggere alla Camera. Ma il dovere morale di dimettersi? No - ha tenuto a mettere in chiaro lì per lì, nella sua ospitata alla "Zanzara", Massimo Calearo - no, dimissioni nemmeno a parlarne. Chi se ne frega, insomma, dei lavori della Camera, ma grande interesse per lo stipendio della Camera. Anche perché - ha ritenuto giustificazione accettabile - lui ha da restituire un mutuo da 12 mila euro al mese contratto per l'acquisto di una casa. Una casa, evidentemente, come la reggia di Caserta. Ma c'è da capirlo: una casa più modesta avrebbe stonato con la sua fiammante "Porsche" immatricolata, oltretutto, in Slovacchia (dove ha un'impresa con 120 dipendenti) e lì può scaricarne tutte le spese. Poi, però, di fronte allo sdegno generale nei suoi confronti e nei confronti delle sue intenzioni, Massimo Calearo sembra averci ripensato. Nel senso che, dichiaratosi offeso e disgustato - lui - per quanto tutti gli hanno detto o gli hanno mandato a dire, avrebbe deciso di dimettersi. Il condizionale è d'obbligo perché lui ha sì manifestato l'intenzione di lasciare la Camera, ma forse, in quanto travolto dal suo sdegno nei confronti dei suoi censori, si è dimentiocato di indicare quando. E, dunque, oggi, domani, tra un mese, a Natale, a Pasqua dell'anno prossimo? Sia come sia, è deprimente che gli italian vengano chiamati a pagare lo stipendio a parlamentari come Massimo Calearo.
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"Pibe" sempre più "de oro"

"L'ex grande calciatore Diego Armando Maradona - enorme spazio su tutti i giornali - starebbe per tornare in Italia perché vicinissimo a risolvere la sua vecchia questione con il nostro Fisco".
In quale modo? Voci degne di fede assicurano che Diego Armando Maradona - al contrario di tanti piccoli e medi imprenditori italiani - starebbe per ottenere, dal nostro Fisco, l'annullamento delle more e degli interessi sulle tasse da lui a suo tempo non versate e, dunque, sarebbe chiamato a sborsare, invece di 40 milioni di euro, al massimo otto. Non solo. Questi otto milioni di euro, poi, verrebbero sborsati per lui da un gruppo di "sponsor" pronti a sfruttare la sua immagine, anche se - come si sa - restii a sborsare anche un centesimo per quanti ogni giorno sono, lì, immagine drammaticamente parlante della loro anonima povertà.
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"Babbi" e nababbi

"Dieci dirigenti dell'Azienda trasporti urbani di Roma - è scoppiata la bomba - percepiscono uno stipendio che va da un massimo di 585 mila euro ad un minimo di 24o mila più "auto blu" e "benefit" vari".
Sarà interessante conoscere se, quando fra non molto il biglietto di bus, tram e metropolitana verrà aumentato del 50% per i poveri forzati "babbi" romani, quei dieci dirigenti dell'Azienda trasporti urbani continueranno a percepire tranquillamente quel trattamento da ricchi nababbi fuori dalla realtà.
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