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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 21 febbraio 2010

"De profundis" per il "Festival di Sanremo"

"Con la scelta di quelle canzoni lì e, poi, addirittura di quei finalisti lì - si sta leggendo, in sintesi, sull'immenso mare di internet - il "Festival di Sanremo" è ormai morto".
C'è da essere sicuri che anche la minoranza colta e di buongusto degli italiani non abbia alcuna difficoltà a condividere questo giudizio. E, se il "Festival di Sanremo" è davvero ormai morto, "requiescat in pace" (riposi in pace) e gli siano rimessi tutti i peccati della sua lunga vita. Riposi in pace, però, per "omnia saecula saeculorum". C'è da augurarsi, cioè, per tutti i secoli dei secoli. "Amen".
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Giù le mani, professor Zecchi

"La legge non si infili sotto il reggiseno - è intervenuto Stefano Zecchi, scrittore, docente di estetica all'Università statale di Milano e personaggio nazionalpopolare di numerose trasmissioni tv - non può spettare allo Stato proibire gli interventi di chirurgia estetica alle minorenni".
Il professor Stefano Zecchi, fra le tante cose, ha aderito anche, a suo tempo, alla benemerita campagna contro la somministrazione disinvolta di psicofarmaci ai bambini. Lo slogan di quella campagna? "Giù le mani dai minori". Che ne direbbe, oggi, di aderire alla campagna "Giù le mani dal seno delle minori"?
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Il 2009 rosa del "maglioncino nero"

"Senza gli incentivi dello Stato - ha tenuto a sottolineare di nuovo Sergio Marchionne, amministratore delegato della "Fiat" - il 2010 si chiuderà, per l'azienda, con minori ricavi pari a due miliardi e mezzo di euro e, quindi, con un grave pericolo per i compensi degli "alti vertici" dirigenziali".
La sottolineatura del famoso "maglioncino nero", però, non sembra avere impietosito alcuno. Sia perché, fatti i conti del 2009 beneficiato dagli incentivi dello Stato, mentre tutti i "bassi dipendenti" non hanno visto neppure un euro in più, tanti sono stati addirittura mesi in cassa integrazione e la sede di Termini Imerese è stata mandata a farsi benedire con nemmeno tanti saluti, gli "alti vertici" si sono così spartiti il malloppo attivo: più di cinque milioni di euro al presidente Luca Cordero di Montezemolo, quasi cinque milioni di euro all'amministratore delegato Sergio Marchionne, 631 mila euro al vicepresidente John Elkann, tra i 98 e i 62 mila euro ai numerosi consiglieri di amminsitrazione. Chiara testimonianza, insomma, che bene ha fatto lo Stato a negare incentivi anche per il 2010, al signor "maglioncino nero", visto che gli incentivi del 2009 (soldi, tra l'altro, dei contribuenti) sono serviti per qualche spicciolo di euro indiretto ai "bassi dipendenti" che ne avrebbero avuto bisogno e per quasi 15 milioni di euro agli "alti vertici" che, di bisogni, conoscono ormai solamente quelli corporali (anche senza "aiutini").
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Tonino incomprensibile anche quando si capisce

"In tutta Italia - se n'è uscito il sempre più sorprendente Tonino Di Pietro - c'è una marea di impresentabili che devono essere mandati a casa sia nel Pdl sia nel centrosinistra".
Ma allora, secondo il sempre più sorprendente Tonino Di Pietro, il candidato De Luca, che lui ha accettato di appoggiare in Campania nelle prossime regionali nonostante le accuse dei magistrati che gravano su di lui e sul resto della sua famiglia, è persona invece presentabile che non va mandato giustamente a casa, ma va ingiustamente mandato alla Regione? Roba da non credere. Come gran parte, comunque, delle sue "uscite". O, meglio, di quelle che si riesce a tradurre in italiano.
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Il lancio forte di Tartaglia e il pensiero debole di Vattimo

"Non dico che è un merito politico sufficiente per fare di Tartaglia un candidato alle elezioni - ha dichiarato, in una intervista, il filosofo Gianni Vattimo - ma non potrei dire di essere profondamente addolorato per la sua aggressione a Berlusconi".
E' giusto e naturale, in democrazia, avere simpatie ed antipatie, stime e disprezzi, perfino amori e odi - magari anche con uno scorretto indicativo al posto di un corretto congiuntivo - nei confronti di questo o di quel politico. Ma dovrebbe esserci, sempre, un limite. Anche per il professor Gianni Vattimo, il noto filosofo - appunto - del "pensiero debole". Che ha, come uno dei perni essenziali, il principio dell' "emancipazione umana come progressiva riduzione, oltre che dei dogmatismi, soprattutto della violenza".
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mercoledì 17 febbraio 2010

Il "rosa" di Silvio

"Silvio Berlusconi - è la notizia - ha ufficialmente presentato le quattro candidate donne del Pdl a governatrici della Toscana, dell'Emilia Romagna, dell' Umbria e del Lazio".
Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Lazio sono - come noto - quattro Regioni tradizionalmente "rosse". Silvio Berlusconi, che continua a qualificarsi "uomo del fare", non vuole però apparire, ancora, "uomo dello strafare". Ecco perché, nel tentativo di strappare alla sinistra le quattro Regioni tradizionalmente "rosse", non ha candidato quattro uomini "azzurri" del Pdl, ma quattro esponenti "rosa". Intanto, insomma, dal "rosso" al "rosa". Per non strafare, appunto. Anche perché alla fine - micio micio, cacchio cacchio - sotto a quella "passata" di "rosa" c'è un massiccio strato di "azzurro".
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La filastrocca di Tonino

"Il candidato governatore pd della Campania, Vincenzo De Luca, è stato sì rinviato a giudizio per associazione a delinquere, concussione e truffa - hanno pubblicato i giornali - ma ora si sa, anche, che sua moglie è sotto processo per falso in atto pubblico e abuso di ufficio e che suo figlio Piero è sotto inchiesta per reati fiscali".
Insomma, rifacendosi ad una vecchia e nota filastrocca "Indagato il padre, indagata la madre, indagato il nipote del fratello, era indagato pure quello, la famiglia degli indagaton". Solo che l'integerrimo Antonio Di Pietro, il quale aveva sempre giurato e spergiurato che mai avrebbe appoggiato la candidatura anche di semplici indagati, ha creduto suo interesse non rifarsi a questa vecchia e nota filastrocca. Si è invece rifatto, per garantirsi qualche "poltona-premio" in caso di vittoria delucana, ad un'altra vecchia e nota filastrocca. Questa: "Fai un salto, fanne un altro, fai una giravolta, falla un'altra volta, guarda in su, guarda in giù, dai l'appoggio a chi può darti di più".
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"Pollice verso" al Fili sanremese

"""Italia, amore mio", la canzone presentata al "Festival di Sanremo" da Emanuele Filiberto di Savoia è stata giudicata quasi all'unanimità - come si può leggere su tutti i commenti dei siti internet - con il "pollice verso"".
Nessuna pietà, dunque, per il Fili. Che, d'altra parte, sembra proprio essersela andata a cercare. "Italia, amore mio"? si sono chiesti in massa. In effetti avrebbe potuto intitolare la sua canzoncina, più appropriatamente, "Italia, tesoro mio" visto che, appena due anni fa, voleva estorcerle, insieme con il babbino caro, 260 milioni di euro per i danni fatti loro patire dalla Repubblica. E visto che oggi, chissà come e chissà perché, la Rai ha deciso di strapagarlo come protagonista o comprimario di trasmissioni trash. Ma, poi, la faccia tosta. "Io credo sempre... nella giustizia e nel lavoro..." La giustizia che ha mandato assolto non solo una volta il suo genitore e il lavoro cui lui aveva sempre promesso di dedicarsi (allevando perfino oche e maiali in una fattoria in Umbria) e cui, invece, ha più proficuamente sostituito le sue incredibili comparsate televisive? E ancora: "Io soffro le preoccupazioni di chi possiede poco o niente.." Ah, sì? E con quanto ha contribuito, con il suo patrimonio miliardario, alle preoccupazioni e alle sofferenze dei "barboni", dei disoccupati, dei precari, dei terremotati? Ma non è tutto: "Io credo ancora nel rispetto e nell'onestà di un ideale..." Nel rispetto degli altri verso di lui, evidentemente, ma non nel rispetto - visto come continua a presentarsi - verso gli altri. E l'onestà di quale ideale? Quello suo di diventare una "superstar" televisiva o quello di qualche vecchio e nuovo nostalgico che vorrebbe tornare ai bei tempi di Casa Savoia? Ma basta, per carità. Solo un'ultima considerazione: la mancanza di una corona d'oro in testa non può essere giustificata da una patina di bronzo in faccia.
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Mamma Rai e il povero Cassano

"Grazie ad Antonio Cassano - ha cinguettato Antonella Clerici durante la prima serata del "Festival di Sanremo" - grazie per essere venuto qui da noi".
L'estroso calciatore Antonio Cassano ha risposto "Prego", ma avrebbe dovuto invece rispondere "Grazie a voi per avermi fatto venire qui". Sì, perché la Rai, per farlo venire lì, ha sborsato, per lui, intorno ai 200 mila euro. Il motivo? Nessuno sembra averlo capito. A meno che mamma Rai non si sia commossa e non abbia deciso di regalare quella cifra, al calciatore miliardario, in modo da consentirgli di comprarsi pane e latte dal 20 al 30 del mese.
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Impar severità

"All'esame di Stato per l'ammissione all' Ordine degli avvocati in Puglia - ha rivelato uno dei commissari chiamati a giudicare gli "scritti" - abbiamo potuto ammettere agli orali soltanto il 30% dei candidati perché di fronte ad errori ed orrori come - ad esempio - "habbiamo" invece di abbiamo, "violenza" delle norme invece di violazione, "applicazione" della personalità invece di esplicitazione, "correzzione" con due zeta".
Decisione, indubbiamente, giusta ed opportuna perché, se tanti aspiranti avvocati non sono capaci di difendere la grammatica, la sintassi e la morfologia, come potrebbero difendere una causa in Tribunale? Anche se, con tale decisione, si è venuta a ledere una sorta di "par condicio giudiziaria": "che c'azzecca" tanta severità, infatti, se non "c'ha azzeccato e non "c'azzecca" tuttora con tanti aspiranti magistrati?
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domenica 7 febbraio 2010

La testa buona di Cucuzza e quella cattiva de "L'Espresso"

"Smentisco - ha reagito con sdegno Michele Cucuzza - la notizia lanciata da "L'Espresso" su di me. E, cioè, che io sia stato multato e denunciato, a Cortina, per essere stato sorpreso ad entrare e ad uscire, con un "pass" falsificato, nel centro vietato al traffico. A Cortina, tra l'altro, non vado dal 2008". "Esatto - ha confermato Nicola Salvato, comandante della Polizia municipale di Cortina - i vigili hanno sì sorpreso ad entrare e ad uscire nel centro vietato, con un "pass" falsificato, un noto giornalista della Rai, ma questi non era assolutamente Michele Cucuzza".
Bene. Molto bene. Sia perché, così, ai tantissimi "fans" del bel Michele non è caduto un vecchio mito. Sia perché, così, il bel Michele ha dimostrato di avere buona testa e buon rispetto delle norme. Non resta, allora, che capovolgere la domanda che era nata spontanea al lancio della clamorosa notizia dimostratasi poi clamorosa "bufala". E, dunque, da "O Cucuzza, ma che testa hai?" a "O "Espresso", ma che testa di informatore hai da Cortina?"
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Somari incendiari

"Sei studenti tra i 12 e i 15 anni - è accaduto a San Marco in Lamis - hanno dato fuoco alla loro scuola (la media "De Carolis") per saltare una interrogazione".
Altri tempi quando, per saltare una interrogazione, gli studenti fingevano di avere la febbre e rimanevano a casa oppure fingevano di andare a scuola e andavano ai giardinetti. Ma tant'è. E tant'è, purtroppo, anche la nuova società che avanza.
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Sesso e rumori a Cambridge

"Nell' istituto femminile "Newnham" della celebre università di Cambridge - si sono lamentati alcuni - le ragazze fanno sesso troppo rumorosamente".
Si è saputo che le autorità scolastiche sono tempestivamente intervenute. Ma non per vietare alle studentesse di fare sesso all'interno dell'istituto: per invitarle a moderare, in modo da non disturbare troppo, gli scuotimenti di letto, i gemiti, gli urli, gli urletti e gli urloni. Come dire: "Sfatiamo pure l'ingiusto motto "Niente sesso, siamo inglesi", ma, signorine studentesse, non dimenticate - Dio salvi la Regina e Cambridge - il rigoroso "stile british"".
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venerdì 5 febbraio 2010

Morgan 1

"Ma se sono un cattivo maestro - ha posto la domanda il Morgan apologo della droga in una trasmissione tv e per questo escluso dal "Festival di Sanremo" - perché mi invitano in tanti programmi Rai?"
Domanda, evidentemente, retorica. Perché la risposta, purtroppo, è nella realtà quotidiana della Rai e non solo. Rai e non solo, infatti, sono ormai impegnati ad invitare - e a pagare anche bene - sempre più numerosi e inaccettabili cattivi maestri.
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Morgan 2

"Certamente - è intervenuto nel dibattito il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - Morgan ha dato un cattivo esempio, ha sbagliato, ma non possiamo massacrarlo, gli dobbiamo dare un'altra possibilità".
Buonisticamente, per carità, potrebbe essere anche giusto. Ma allora perché, pur avendo dato Piero Marrazzo anch'egli un cattivo esempio, non dargli un'altra possibilità ricandidandolo alla
presidenza della Regione Lazio?
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