"L'Ocse - la nota Organizzazione internazionale di studi economici - ha stimato un ulteriore calo del prodotto interno lordo italiano nell'anno in corso (meno 0,4%) e un irrisorio aumento nell'anno prossimo (più 0,1%). Il risultato peggiore di tutti i Paesi del "G7"".
Possibile con tutti gli annunci del Governo per il presente e per il futuro? Possibile sì perché, infatti, il prodotto interno lordo di un Paese non si alimenta con gli annunci, ma con interventi reali e concreti. Che fino ad oggi, purtroppo, in Italia non si sono ancora "sentiti". E sarebbe un ulteriore guaio, se il Governo, nell'impossibilità o nell'incapacità di "blindare" le indispensabili riforme strutturali, continuasse a dover mettere "pezze fiscali" che aggraverebbero ulteriormente produzione e consumi. Come, ad esempio, quella revisione delle aliquote ridotte dell'Iva che, tra l'altro, è stata suggerita da Bruxelles e che - secondo voci accreditate - comincerebbe ad essere presa in considarazione dal nostro Ministero dell'Economia. Un aumento dell'Iva su pane, pasta, farina, latte fresco, formaggi, olio d'oliva, frutta, verdura, patate, occhiali, materiali terapeutici - ad esempio - che oggi è al 4%. E su pesce, uova, zucchero, trasporti, forniture di acqua, energia elettrica e gas - altro esempio - che oggi è al 10%. Non beni di lusso, quindi, ma di prima necessità. Per acquistare i quali, già, un numero preoccupante di italiani stenta ogni giorno. Anche se a Bruxelles interessa poco o niente. E al Governo magari interessa, ma non è capace di fare altro.
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