"Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano - ha sentenziato la Corte d'assise di Palermo - dovrà deporre al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia per essere sentito su una certa lettera da lui ricevuta dall'allora consigliere giuridico Loris D'Ambrosio (subito dopo la pubblicazione delle telefonate tra questi e l'ex Presidente del Senato Nicola Mancino) e su una certa lettera da lui inviata all'allora procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito (in cui si esponevano le lamentele di Nicola Mancino, oggi imputato nel processo).
Il Capo dello Stato - è il caso di ricordare - era già stato convocato dalla Corte d'assise di Palermo, per lo stesso motivo, il 17 ottobre dello scorso anno. Ma lui aveva scritto, in una lettera, di non avere alcunché da riferire sulla presunta trattativa. La lettera era stata allegata agli atti, nel fascicolo "rigetto dell'istanza di convocazione", e tutto era sembrato finire lì. Ora invece, all'improvviso, il fascicolo è stato riaperto, l'istanza di non comparizione è stata rigettata e via alla nuova convocazione a comparire in quanto quella deposizione di Giorgio Napolitano "viene considerata né superflua né irrilevante". Molti, in questi stessi giorni, stanno invece considerando "né superfluo né irrilevante" il pur discreto appoggio che il Capo dello Stato sta dando al "premier" Renzi. Coincidenze di tempi, naturalmente, solo casuali coincidenze. I tempi della Giustizia. Appunto.
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