Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 31 gennaio 2013

"Amor omnia vincit"

"Sono sempre innamorato del mio compagno - si è confidato, su "Radio 2", il "leader" di "Sinistra ecologia libertà" Niky Vendola - e penso a coronare il mio amore con lui con una cerimonia di fronte alla mia comunità e alla mia famiglia".
Auguri, torta e bomboniere. Ma quale effetto sortirà Oltretevere questa "peccaminosa" confessione? Che al chierico Pierferdinando Casini sia definitivamente vietato, pena scomunica, di frequentare oltre i territori della sinistra Sodoma e Gomorra? Quella confessione, ora, non ci voleva proprio. Nè per il chierico Pierferdy il quale, a costo di un posto qualsiasi nel probabile prossimo Paradiso parlamentare, era impegnatissimo a mercanteggiare nel tempio pd. Né per il grande sacerdote della sinistra, Pierluigi Bersani,il quale non può sentirsi ancora tranquillo senza la sicurezza di un Centro  pronto a reggergli il pasquale cero post-elettorale. Ma Niky c'è da capirlo. La politica, d'accordo. Le alleanze, va bene. Ma l'amore supera tutto. E' al di sopra di tutto. "Amor - come dicevano già i nostri antenati latini - omnia vincit". L'amore vince tutto. Anche le strategie elettorali.
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Il giusto stupore di Luigi De Magistris

"Incredibile - si è stupito il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris - tutto il clamore mediatico sollevato sulla giornata senza bus in città".
Il sindaco Luigi De Magistris, in effetti, ha mille e una ragione per stupirsi. Un problema in più a Napoli non è, ormai, una notizia. E' - proprio come si dice nelle redazioni dei giornali - la normalissima notizia di un cane che ha morso un passante. Il clamore mediatico, dunque, sarebbe stato giustificato, se fosse stato un passante a mordere un cane. E, cioè, se Napoli avesse potuto finalmente vivere un problema di meno. Se invece di restare a piedi alle fermate dei bus tutto il giorno, si fosse venuta a trovare davanti un bus ad intervalli perfino regolari.
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Insinuazioni fuori luogo

"Mario Monti - ha insinuato "Il Giornale" - è partito alla volta della Germania per prendere ordini da Angela Merkel".
Ma perché sempre lì ad insinuare? Mario Monti, persona e professore di antico stampo, potrebbe essere invece partito, alla volta della Germania, per offrire a "frau" Angela un mazzo di rose rosse e una cena a lume di candela (magari per risparmiare) nel più elegante ristorante di Berlino.
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Sessanta milioni per due punti in percentuale in più?

"L'acquisto di Mario Balotelli da parte del "Milan" di Silvio Berlusconi - ha azzardato qualche sondaggista - potrebbe valere, soprattutto in quella Lombardia decisiva per la nuova prossima maggioranza al Senato, tra un punto o due punti in  più nella percentuale dei votanti per il Pdl".
Due, se l'azzardo non fosse proprio campato in aria, le considerazioni. La prima seria: l'Italia, soprattutto la Lombardia, sarebbero - pur considerando la forza della passione sportiva - terreni da autentico "minus habens". La seconda scherzosa: il segretario del Pd Pierluigi Bersani, visto l'andazzo, stringa allora i tempi per acquistare quel quel Leo Messi che è ancora più bravo di Mario Balotelli. Lui, Pierluigi Bersani, l'aveva detto simpaticamente per celia. Ma qui - Leo Messi o no - forse c'è poco da scherzare. E molto da piangere.
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mercoledì 30 gennaio 2013

Befera e l'acqua calda

"Di fronte al Fisco - ha affermato, durante un convegno organizzato da "Il Sole 24 ore", il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera - gli onesti non scappano".
Scoperta dell'acqua calda. Certo che gli onesti non scappano: il problema è che continuano a scappare i disonesti (quelli, guarda caso, che hanno più soldi). Il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, allora, avrebbe invece fatto bene a svelare finalmente quale inedita doccia fredda stia preparando per questi disonesti piuttosto che dire incredibilmente - come incredibilmente ha detto sempre al convegno organizzato da "Il Sole 24 ore" - che "ognuno è libero di fare quello che vuole". Dunque - secondo lui - anche i disonesti.
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185 milioni di dollari lassù sulle montagne

"Mezza settimana di politici, economisti, finanzieri e banchieri all' "Economic world forum" di Davos - si è valutato - è costata almeno 185 milioni di dollari".
Ma chi ha sborsato quella notevole somma, "lassù sulle montagne, tra boschi e valli d'or", nell'incantevole cittadina del  Cantone dei Grigioni? "Tra l'aspre rupi eccheggia" che non sia stato alcuno degli illustri convenuti. Allora chi? Quale la risposta? "La montanara si sente cantare", ma nemmeno lei lo sa. "Cantiam la montanara", allora, aspettando che qualcuno lo riveli a "chi non la sa". La risposta, naturalmente, non la montanara.
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Stampini

"Speriamo - se n'è uscito il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - che Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi".
Non solo: speriamo che Dio abbia perso anche lo stampino di tanti, tanti altri politici. Di destra, di centro e di sinistra. E che scendano finalmente dal cielo, per salire in politica, gli angeli e gli arcangeli.
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Luigi la bicicletta

"Napoli senza bus - ha spiegato l'azienda municipale dei trasporti - perché non ci sono più soldi per acquistare il gasolio".
I napoletani, quando hanno eletto Luigi De Magistris sindaco, non hanno immaginato che avrebbero eletto un sindaco-bicicletta. E che, avendo voluto la bicicletta, un brutto giorno, invece di salire sui bus, toccasse loro di pedalare.
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La faccia di Schettino

"Voglio tornare - ha confessato quel comandante Francesco Schettino il quale è andato a fracassarsi, con la "Costa Concordia", contro uno scoglio dell'Isola del Giglio e se n'è fottuto delle migliaia delle persone a bordo - voglio tornare al timone di una nave da crociera".
Clamorosi vaneggiamenti. A Francesco Schettino, infatti, neppure un bambino darebbe da governare, in una pozza d'acqua, la sua barchetta di carta. Francesco Schettino, ma che faccia hai?
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Balotelli e Berlusconi, Bersani e Messi

"Se il "Milan" di Silvio Berlusconi ha appena acquistato Mario Balotelli - ha scherzato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - io sto trattando Leo Messi per il "Bettola football club".
Va bene che si tratta di uno scherzo. Ma, tra il serio ed il faceto, Pierluigi Bersani farebbe bene a stare attento che non s'infili, nella trattativa, Mario Monti per portarselo, in extremis, a Viggiù. Nella squadra, magari, dei famosi pompieri.
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martedì 29 gennaio 2013

Viva i Monti

"Il Monte dei Paschi di Siena - ha detto in seduta congiunta, alle Commissioni finanze della Camera e del Senato, il Ministro uscente dell'economia, Vittorio Grilli - è una banca solida, le si daranno "Monti bond" per quasi quattro miliardi di euro non perché abbia bisogno di essere salvata come una qualsiasi banca insolvente, ma per rafforzare il suo capitale, la Vigilanza della Banca d'Italia ha fatto tutto il suo dovere, gli azionisti e i correntisti stiano tranquilli".
Bene, dunque: al Monte dei Paschi di Siena non è successo niente. Tutto a posto, tutto sotto controllo. Quasi a voler dire, insomma, tanto rumore per nulla. Peccato, allora, che il Ministro uscente Vittorio Grilli, al termine della sua relazione, non abbia concluso con un "Viva i Monti (dei Paschi e Mario), viva l'Italia".
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Dottor Mario Jekill e mister Monti Hyde

"Sulla riduzione delle imposte e sull'abrogazione dell'Imu - aveva detto, il 16 gennaio scorso, Mario Monti - non prendo impegni e non faccio promesse".
Rigoroso e serio, ancorché preoccupante. Solo che, appena dodici giorni dopo, Mario Monti ha testualmente detto: "Raddoppieremo le detrazioni Imu sulla prima casa, elimineremo il monte salari dall'Irap e limeremo l'Irpef per i redditi più bassi". Rassicurante, questa volta, ma, rispetto a dodici giorni fa, non più rigoroso e serio. Quale, dunque, il vero Mario Monti? Quello rigoroso e preoccupante del 16 gennaio o quello rassicurante e non più rigoroso del 28 gennaio? Forse, però, tutti e due: dottor Mario Jekyll e mister Monti Hyde. Oppure un nuovo illusionista nel baraccone dell'italica politica.
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Informatori disinformati

"L' "Opus Dei" - ha risposto il direttore del suo Ufficio informazioni, Bruno Mastroianni, ad un articolo del "Corriere della sera" sul "caso" Monte dei Paschi di Siena - si occupa di anime e non di banche".
Ma chi l'avrà mai chiamato, a dirigere l'Ufficio informazioni dell' "Opus Dei", un direttore così clamorosamente disinformato?
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Professionismi

"Non ci piace - così, tra l'altro, il cardinale Angelo Bagnasco nell'aprire il  consiglio della Conferenza episcopale italiana - certo nuovo professionismo elettorale".
Non avendone fatto cenno, invece, c'è da presumere piaccia, a lui e ai suoi vescovi, certo vecchio professionismo politico. Certa presenza nelle Istituzioni politiche, cioè, di quanti sono già lì, più o meno, dall'età della pietra repubblicana. Forse perché, tra questi professionisti, stanno ancora e sempre lì, ad esempio, le buone "sorelle" Paola Binetti e Rosy Bindi e i buoni "fratelli" Pierferdinando Casini e Rocco Buttiglione, Maurizio Lupi e Gianfranco Rotondi, Beppe Fioroni e Franco Marini. Sui quali, e non solo, il cardinale Angelo Bagnasco può contare, evidentemente, molto di più che sulla pontificia Guardia svizzera.
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"Solo" venti milioni

"Il calciatore Mario Balotelli - notizia ufficiale - è stato acquistato, dal "Milan", per venti milioni di euro".
Fortuna la "spending review", la revisione della spesa per evitare sprechi di denaro. Fortuna perché, altrimenti, il "Milan" avrebbe acquistato il calciatore Mario Balotelli, magari, per quaranta milioni di euro più il rimborso delle sue serate tradizionalmente folli, quattro birre e un wisky al giorno, un "collier" per l'amica di turno e cento confezioni di pannolini per il pupo suo o non suo (qualcuno, un giorno, riuscirà a scoprirlo) nato dalla Fico.
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lunedì 28 gennaio 2013

Why, mister Monti?

"Ecco - ha spiegato qualche giornale - la differenza tra i cosiddetti "Tremonti bond" e i cosiddetti "Monti bond". I "Tremonti bond" sono una misura per tutelare tutto il sistema creditizio italiano vittima della crisi finanziaria generale, vincolano le banche che li ottengono a concedere credito a favore delle piccole e medie imprese, prevedono che il Tesoro entri nei loro capitali ove non dovessero  onorare il pagamento degli interessi. I "Monti bond" sono una misura destinata ad una sola banca, servono a rafforzare il patrimonio della banca senza che questa sia impegnata a concedere alcun credito ad alcuno, prevedono che, ove non dovesse essere onorato il pagamento degli interessi, il Tesoro sia pronto ad accettare un pagamento attraverso altri strumenti finanziari".
Alla luce di questa spiegazione, dunque, i cosiddetti "Monti bond" costituirebbero una vera e propria misura "ad bancam". Ma, allora, perché il Governo uscente sarebbe pronto a concedere questi "Monti bond ad bancam" piuttosto che i "Tremonti bond" utili a tutti e con più garanzie per il Tesoro?Già, perché? Perché - per capirsi meglio, anzi, why - professor Mario Monti?
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Ma se Antonio lo sa...

"So per certo - ha affermato Antonio Di Pietro - che coloro i quali governavano il Monte dei Paschi di Siena avevano un obbligo addirittura paragiuridico di finanziare ciascuno, "pro quota", esponenti del Pd".
Antonio Di Pietro, però, non è notoriamente più un pubblico ministero e, quindi, non può più sostenere accuse con valore giuridico. E', tuttavia, ancora un deputato e, quindi, può fornire in ogni caso alla Magistratura inquirente le asserite carte e le asserite prove che - come lui stesso ha denunciato - ha già messo nero su bianco, inutilmente, in due interrogazioni alle quali il Governo ha preferito non rispondere. Ma lo farà oppure - come fece misteriosamente, ai tempi di "Mani pulite", gettando via, un giorno,  la toga -   getterà misteriosamente alle ortiche, un giorno,  anche la grisaglia di deputato? Ai tempi di "Mani pulite" - come si sa - emigrò poi in politica. Questa volta dove emigrerebbe? Magari in agricoltura. Dove in effetti, secondo molti, da sempre "c'avrebbe azzeccato" di più. E non avrebbe mai rischiato di essere sbranato dal suo ex alleato Pierluigi Bersani.
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I boia sono boia tutti

"Nei gulag sovietici - ha scritto Alessandro Solgenitsin - per fare le camere a gas mancava il gas".
Nei gulag sovietici, cioè, se i deportati non hanno subito la stessa terribile sorte dei deportati nei lager tedeschi, è soltanto perché agli aguzzini sovietici è mancato l'elemento necessario essenziale. Con tutto ciò, comunque - tra lavoro durissimo, maltrattamenti, gelo, malnutrizione, fucilazioni, suicidi - si può calcolare, sempre secondo Alessandro Solgenitsin, che siano morti in tutto - tra il 1929 e il 1953 - sesssanta milioni di deportati (fra i quali anche alcuni italiani). Ma perché ricordare questo? Perché sarebbe tempo che anche questo avesse giustamente, come giustamente ha il commosso ed indignato ricordo dei lager tedeschi, una sua ricorrente e sempre viva "Giornata della memoria". L'Auschwitz dei boia tedeschi sì, certo, ma perché no la Kolyma dei boia sovietici? I boia sono boia, infatti, sotto qualsiasi spicchio di doloroso cielo. E non ci possono essere boia cattivi e boia buoni, se hanno fatto - come hanno fatto - lo stesso maledetto mestiere.
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Silvio e Benito

"Però - se n'è uscito, nel bel mezzo della "Giornata della memoria", Silvio Berlusconi - Mussolini ha fatto anche qualche cosa di buono".
Ma chi gli avrà mai suggerito quell'uscita proprio durante la solenne "Giornata" e proprio in piena campagna elettorale? Pierluigi Bersani per far passare in seconda fila, sui giornali, le presunte poco chiare connessioni Pd-Monte dei Paschi di Siena? Mario Monti per far dimenticare gli insuccessi del suo Governo tecnico? Beppe Grillo per mettergli in bocca una battuta tragicamente comica? Forse nessuno dei tre. E, magari, semplicemente Maurizio Gasparri. Il quale potrebbe avere udito il grido dell'antica foresta e - come sospirano, anche nello stesso Pdl, in molti - non è che politicamente sia un genio.
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Lesa maestà

"Vergogna - hanno urlato, contro il "premier" uscente Mario Monti, alcuni terremotati dell'Emilia -  sei qui solo per campagna elettorale".
Sembra che l'algido professore, però, non si sia minimamente turbato per quell'accusa pur grave e cocente. Gli avrebbe dato molto fastidio, invece, essere stato apostrofato con un irriverente "tu" piuttosto che con un rispettoso bocconiano "lei".
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domenica 27 gennaio 2013

Sbranare non è un verbo democratico

"Sento da Lega e Pdl che, in modo quasi subliminale, vogliono far credere che abbiamo delle responsabilità nel "caso" Monte dei Paschi di Siena - si è scatenato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - Si azzardino a dirlo che li sbraniamo".
Il verbo sbranare, nel dizionario enciclopedico "Treccani", viene spiegato come un sinonimo di dilaniare, fare a pezzi. Nel dizionario della democrazia, invece, il verbo non esiste proprio. Esiste, al contrario, il verbo confrontarsi. Al quale aggiungere, ancora meglio, due condizioni altrettanto democratiche: con civiltà e, naturalmente, con oneste prove in mano dall'una e dall'altra parte. No, insomma, alla competizione per chi debba riuscire ad essere più lupo o più iena dell'altro. Ma un dibattito, anche se aspro, da uomini a uomini. Bersani, Berlusconi, Monti, Grillo, Di Pietro che sia.
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Gianfry la mosca

"Noi - ha dichiarato il "leader" di "Futuro e libertà per l'Italia", Gianfranco Fini - siamo sopra al 20%".
Ma chi non ricorda la famosa mosca che si posò sul corno di un bue che stava tracciando un solco nel campo? "Che fai?" gli chiese il bue. "E lei: "Non lo vedi? Ariamo". Così il piccolo presuntuoso Gianfry il quale si è posato, con il suo patetico 1%, su un pizzo del "loden" di un Mario Monti il quale sta cercando di tracciare un solco nel campo dell'italica politica. "Quale la percentuale della lista che sto portando avanti?" potrebbe chiedergli Mario l'aratore. E il piccolo presuntuoso moschino: "Siamo sopra il 20%".
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"O scarrafone 'e mamma soja"

"Vi chiedo di fare qualcosa - così si è rivolta, al Presidente della Repubblica e a tutte le forze politiche, la madre di quel Fabrizio Corona incarcerato con sentenza definitiva - perché mio figlio paghi solo per quello che ha commesso, non per quello che non ha fatto".
Va bene, per carità, che - come si dice a Napoli - "Ogne scarrafone è bello a mamma soja" e "I figlie so' piezz' 'e core". Ma rivolgersi perfino al Presidente della Repubblica perché entri anche lui in qualche modo nella poco nobile "story" di Fabrizio Corona e vada ad interferire in una sentenza regolarmente passata definitivamente in giudicato, beh, insomma, non può che ritenersi del tutto fuori luogo. Anche in considerazione del fatto che sembrerebbe non potersi fare nulla per quanti sono ristretti in un carcere senza essere statai mai neppure giudicati e i quali, quando un giorno lo saranno, verranno magari riteunuti innocenti.
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Davos e l'obesità

"In una delle sezioni del "World economic forum" - è giunta notizia da Davos - si è anche affrontato il problema di quali strumenti utilizzare per combattere i gravi rischi dell'obesità".
L'augurio è che Mario Monti non abbia partecipato anche a quella sezione per illustrare quali strumenti ha usato lui, durante il suo Governo, per costringere gli italiani - anche quelli non obesi - a stringere la cinta dei pantaloni e a dimagrire vistosamente in pochissimo tempo.
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Zeman e Zeman

"Praga - hanno commentato i giornali - è ora più vicina, con la netta vittoria di Milos Zeman nel ballottaggio per le presidenziali, ad entrare nell'Europa unita".
Bene. La "Roma", invece, è ora sempre più vicina, con le sconfitte e i pareggi di Zdenek Zeman nel campionato di calcio di "Serie A", ad uscire dall'Europa di coppa.
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Il Cavaliere dei Paschi

"Ma - si domanda ancora l'uomo della strada - come mai Silvio Berlusconi non ha personalmente approfittato del "caso Monte dei Paschi di Siena" per partire all'attacco contro la "banca rossa" e, in generale, contro la "finanza comunista"?"
I motivi potrebbero essere addirittura tre. Il primo è che Silvio Berlusconi, in fondo, è un "buono" e non se l'è sentita di infierire contro quell'Istituto che, a suo tempo, gli ha concesso i primi prestiti per realizzare gli imperi immobiliari di "Milano1" e di "Milano 2". Il secondo è che il berlusconiano ragioniere Spinelli, fino a pochissimo tempo fa, ha operato sui conti del Monte dei Paschi di Siena per pagare le cosiddette "olgettine". Il terzo è che il Cavaaliere custodisce parte dei suoi risparmi, ancora oggi, in alcune filiali della banca senese. "Comunista", ma amica sua.
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sabato 26 gennaio 2013

Il Monti dei Paschi

"Il Pd c'entra eccome - così Mario Monti ha contraddetto il segretario Pierluigi Bersani il quale si era subito tirato fuori dal dissesto del Monte dei Paschi di Siena - il Pd ha sempre avuto molta influenza sulla fondazione, sulla banca e sulla vita politica senese".
Mai dichiarazione di guerra fu così esplicita. E, quindi, addio ad ogni possibile alleanza post-elettorale con il Pd. Tanto è vero che Mario Monti, dopo quella "sparata" contro il Pd sul Monte dei Paschi di Siena, ha fatto una rotazione di 180 gradi e ha fatto capire al Pdl che, a certe condizioni, si potrebbe anche lavorare per un comune post-elezioni. In politica - soprattutto quella italiana molto volatile, mobile e facile alle più clamorose contraddizioni - mai dare, comunque, qualcosa per definitivo. Mai dire mai. E aspettarsi sempre, all'improvviso, l'imprevisto ed anche l'incredibile. Si è, d'altra parte, in tempo di Carnevale. E quest'anno, come non mai, le maschere, il chiasso, i balli e i balletti, le stelle filanti di qua e di là stanno impazzando per strade, per piazze e per studi tv.
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Il Bersani dei Paschi

"Mario Monti - il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, non poteva non reagire alla bordata sparatagli contro sul dissesto del Monte dei Paschi di Siena - chissà come mai soltanto oggi ci trova un difetto al giorno".
Reazione legittima considerato che in effetti, prima della sua "salita" in politica, Mario Monti aveva sempre trovato, nel Pd, un pregio al giorno. Ma i professori - si sa - sono per natura, per predisposizione e per studio molto facili ad apprendere. E, così, Mario Monti non ha mostrato alcuna difficoltà ad apprendere tutti i peggiori fondamentali di una campagna elettorale. Adattandosi perfino ad abbandonare l'alta dottrina bocconiana per abbassarsi alla rozza credulità popolare. "Una mela al giorno leva il medico di torno? - deve avere dottamente considerato - Bene. E, allora, un difetto al giorno denunciato contro il Pd leverà Bersani di torno". Ma, forse, questo è quanto viene insegnato, alla Bocconi, nei "masters" in scienze politiche. Complimenti: 110 e lode.
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L'infiltrato dei Paschi

"Monti ci attacca sul "caso Monte dei Paschi di Siena" - ha sibilato il pd Massimo D'Alema - ma, intanto, lui ha inserito, nella sua lista per la Camera in Toscana, quell' Alfredo Monacci il quale ha sostenuto, fino all'ultimo, la vecchia gestione ora sotto accusa della banca e ha contribuito a rovesciare quel sindaco della città il quale, da tempo, si stava battendo per fare pulizia".
Sibilo ineccepibile. E nessuna sorpresa. Anche se Mario Monti continua invece a dire, a destra e a manca, che lui ha fatto passare i suoi candidati ai "raggi x" e non è per niente vicino ai "signori delle banche".
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La Magistratura dei Paschi

"Ma - si domanda l'uomo della strada - avrà ragione Pierluigi Bersani o Mario Monti? Il Pd, insomma, c'è entrato e c'entra in questa storia del Monte dei Paschi di Siena? C'entri o non c'entri il Pd, comunque, sicuro che non c'entri anche qualcun altro e, perfino, qualcuno in Bankitalia?"
Sarà la Magistratura, già attivatasi sul "caso", a dare una risposta e a chiamare a rispondere quanti e quali saranno risultati i responsabili. Solo che ci sarà da attendere un po' di tempo. Ma non perché le indagini istruttorie debbano partire ancora da zero: perché quanto uscirebbe fuori scatenerebbe una specie di finimondo e danneggerebbe di brutto qualche certo ambiente politico-partitico e politico-finanziario. Tutto rinviato, dunque, a dopo le elezioni. Ad altri giochi fatti. Senza disturbare alcuni precisi manovratori. Ad ennesima dimostrazione, purtroppo, che la legge, no, non è affatto uguale per tutti. Specialmente per alcuni.
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Il Grillo dei Paschi

"E' ingiusto aiutare, con quattro miliardi di denaro pubblico, una banca che dovrà licenziare a breve migliaia di persone - ha detto Beppe Grillo nella riunione degli azionisti del Monte dei Paschi di Siena - Qui bisogna aprire subito un'inchiesta".
Tutto sommato, alla luce di quanto emerso e di quanto ancora peggio si prevede emergerà,obiettivamente condivisibile. Quanto accaduto al Monte dei Paschi di Siena, comunque, ha fatto scoprire che il "rivoluzionario urlante" Beppe Grillo, di una di quelle banche che lui continua a definire covo di spregiudicati e malavitosi mercanti, è uno degli azionisti. Non solo uno dei correntisti: uno degli azionisti. Ma non è che lui è sempre tanto rosso in faccia, quando arringa le folle, per questo suo doppio ruolo di azionista e di contro-azionista. E' rosso nello sforzo di urlare le posizioni e le contraddizioni degli altri.
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Di qua gli "F 35" inutilizzabili, di là 12 miliardi utilizzabili

"I supercaccia "F 35" sono certo costosi come affermano Bersani, Vendola e Ingroia - ha scrittto Mario Cervi su "Il Giornale" - ma l'Italia non può continuare a far parte della Nato con armi obsolete e inutilizzabili".
Sui supercaccia "F 35" si è aperta una duplice questione. Una è quella del loro costo (12 miliardi per 90 esemplari) che in effetti potrebbe essere dirottato, in un momento economico e sociale come quello che sta attraversando l'Italia, per provvedimenti finalmente a favore dei cittadini. Perché i cittadini sono stati e continuano ad essere aggrediti oggi da un nemico di nome povertà e non si vede, nemmeno per un domani perlomeno imminente, un nemico di nome - poi - chissà chi. Un'altra questione, invece, è quella che i 90 indispensabili e irrinunciabili  supercaccia "F 35" - stando ad un primo accuratissimo esame dei tecnici Usa - hanno rivelato una loro pericolosissima vulnerabilità ai fulmini. E, quindi, una loro impossibilità di utilizzo con avverse condizioni metereologiche.Per cui allora, almeno fino a quando il gravissimo difetto non sarà stato eliminato, tanto vale - con tutto il rispetto per l'Areonautica militare e per il suo "portavoce" Mario Cervi su "Il Giornale" - continuare a stare nella Nato, intanto, con le nostre armi "obsolete e inutilizzabili".
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Ministro o "bookmaker"?

"La mia riforma sul lavoro? - se n'è uscita l'uscente Ministro Elsa Fornero - Non so se sarà davvero efficace. E' una scommessa".
Ministri tecnici, dunque, sempre più deludenti e incredibili. A parte che le cifre ufficiali stanno già lì ad indicare che la "Riforma Fornero" non è stata finora efficace neppure un po', ma che, poi, un Ministro prende i suoi provvedimenti e sta lì ad aspettare se escano e riescano come i numeri al lotto? Un Ministro, insomma, è un Ministro o è un "bookmaker" anche se laureato in economia?
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Matrimoni e matrimoni

"Il matrimonio - ha ritenuto ribadire la sua il segretario dell'Udc, Pierferdinando Casini - è solo tra un uomo e una donna".
Posizione coerente, indubbiamente, per un cattolico come lui. Ma allora, però, come fa ad ipotizzare che potrebbe anche esserci un matrimonio - politico - tra lui e la sinistra intenzionata a legittimare il matrimonio tra un uomo ed un uomo, una donna e una donna?
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Fu vera gloria?

"Al "World economic forum" - si sono esaltati alcuni - il palco centrale è stato riservato a Davos, per ben due giorni di fila, al "premier" italiano".
Un bene, per carità, per l'Italia, per la sua immagine e per la sua ritrovata credibilità. Tanto da conquistare questo ambito palco centrale di solito riservato al britannico David Cameron e alla tedesca Angela Merkel. Ma, per Mario Monti, fu vera gloria? O è stato perché tutto consigliava di non riservare il palco centrale, questa volta, ad un britannico David Cameron il quale ha addirittura prospettato di voler uscire dall'Unione o ad una tedesca Angela Merkel reduce da una cocente sconfitta elettorale nell'importante regione della Bassa Sassonia? Sia come sia, comunque, gli italiani sarebbero stati sicuramente più contenti, se Mario Monti, durante la sua permanenza al Governo, si fosse seduto su un autorevole palco centrale, magari anche alla "Bocconi", ma per il bene reale dell'Italia, per la sua riacquistata immagine di Paese attento ai bisogni della gente e non delle caste, per la sua ritrovata considerazione da parte della media e piccola impresa e non dell'alta ed altissima finanza.
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Attenti al Lupo

"Considerato che non c'è una legge specifica che sancisca come i magistrati debbano rimanere distanti dalla politica e da scelte dal sapore politico - ha detto il Presidente della Corte di Cassazione, Ernesto Lupo, nell'inauguare l'anno giudiziario - sarebbe opportuno, intanto, che supplisse il codice etico dei giudici italiani... Sarebbe opportuno, anche, che i magistrati evitassero rapporti privilegiati con una parte della stampa o solo con taluni giornalisti allo scopo di non dare pretesto per dannose insinuazioni e di garantire a tutti completezza di informazione".
Magistrati un po' così, dunque, attenti al Lupo. Al Presidente Lupo.
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giovedì 24 gennaio 2013

Il Monte dei disimpegni

"Il "crac derivati" del Monte dei Paschi di Siena - scoppiato all'improvviso - sta facendo tremare il mondo della finanza, ma anche quello della politica".
Quali, comunque, le prime reazioni a caldo in attesa - se dovesse mai esserci - della completa verità vera? Pierluigi Bersani, segretario di quel Pd che la destra indicherebbe come in qualche modo implicato: "Il Pd? Ma per l'amor di Dio, il Pd ne è completamente fuori". Il Ministro uscente dell'economia, Vittorio Grilli: "La questione era nota da tempo. E' che la Banca d'Italia non ha controllato con attenzione". L'organo di vigilanza della Banca d'Italia: "Ma come potevamo controllare tutto, se ci hanno nascosto tanti documenti?". Il "premier" uscente, Mario Monti: "Verrò a spiegare tutto io. Intanto, però, che la questione rimanga fuori dalla campagna elettorale". La Borsa italiana: "Titolo giù quasi a due cifre". I correntisti: "Che Dio ci aiuti". Nessun timore: tramontato il vecchio dio Silvio, sta arrivando il nuovo dio Mario che spiegherà e sistemerà tutto al meglio. Meglio - si spera - di come ha spiegato e sistemato, fino ad oggi, certe questioni economiche e politiche. Anche nel suo interesse. Perché lui, impegnato a sparlare - al World economic forum" di Davos -   dell'Italia e dei Governi che l'hanno preceduto, forse non si è ancora accorto che i sondaggi lo stanno dando, in vista delle elezioni, già in un certo calo di consensi. Quest'altra storiaccia, finanziariamente abbastanza chiara e politicamente abbastanza nebulosa, non glieli farebbe davvero aumentare in assenza di un vero e completo chiarimento. Ma, se i "bocconiani" e i tecnici sono questi...
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"Mille amitiés", monsieur Sarkozy

"Dopo l'attore Gerard Depardieu - giunge notizia da Parigi - starebbe per fuggire dal Fisco francese anche l'ex Presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy".
Beh, pazienza un attore ciccione, ma addirittura uno smilzo e raffinato ex Presidente della Repubblica. Un personaggio che, insomma, dovrebbe continuare ad essere un nobile esempio, un emblema per la sua Nazione e per i suoi cittadini. Ma che, invece, starebbe per ammainare la bandiera bianca, rossa e blu del suo Paese per innalzare quella nera dei pirati fiscali. E che, magari, starebbe per incitare tutti i poveri miliardari sotto il tiro del "tiranno" Francois Hollande con questa revisione dell'inno nazionale: "Allons, richards de la Patrie/le jour de s'evader est arrivé/Contre nous de la tyrannie/l'etandard sanglant est levé.../Aux armes, richards/ formez vos bataillons/Marchons, marchons/ qu'un fisc injust/nous voule tuer..." (Andiamo, ricconi della Patria/il giorno di evadere è arrivato/Contro di noi s'è alzata/la bandiera insanguinata della tirannia.../Alle armi, ricconi/formate i vostri battaglioni/Andiamo, andiamo/che un fisco ingiusto/ci vuole uccidere...". Tanti complimenti (mille amitiés) monsieur Sarkozy.

Gerontocratici sì e no

"C'è bisogno di un Primo Ministro - se n'è uscito quel finanziere strenuo sostenitore di Matteo Renzi durante le primarie pd, Davide Serra - il quale esca da questa persistente gerontocrazia e, quindi, la mia scelta è ora Monti".
Monti non gerontocratico? Ma se sta per compiere settant'anni. Davide Serra, per cercare di spiegare la sua improvvisa giravolta dal Pd al Centro, avrebbe potuto trovare una giustificazione un po' più credibile ed intelligente.
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mercoledì 23 gennaio 2013

"F 35", gli aerei del sole

"I supercaccia "F 35" sensibili ai fulmini come denunciato dai tecnici Usa? - ha fatto sapere l'Areonautica militare italiana - un inconveniente rimediabile. L'Italia, perciò, acquisterà i suoi novanta supercaccia "F 35" previsti (e in parte già pagati) perché si tratta di aerei comunque eccezionali e perché, dunque, non  può e non deve rinunciare a questa partita".
L'augurio, però, è che l' Areonautica militare italiana, una volta acquistati questi eccezionali "F 35", rinunci ad usarli in caso di temporali o di minacce di maltempo. E chieda ad un eventuale ed improbabile nemico, per favore, di aspettare che tornino il sereno e il sole.
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Pulci

"Non accetto - ha replicato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, a certi giudizi di Mario Monti - di farmi fare le pulci da chi ha provocato problemi come, ad esempio, quello degli esodati".
Mario Monti, in effetti, dovrebbe andarci più cauto. Se obiettivo suo - sicuramenete di Pierferdinando Casini - fosse davvero quello di accordarsi un giorno con Pierluigi Bersani, beh, continuando così, Pierluigi Bersani non starebbe certo poi lì ad ascoltare la tosse delle pulci.
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Pubblico ministero così

"Il pubblico ministero a Roma Roberto Staffa - su ordine del giudice per le indagini preliminari di Perugia - è stato arrestato per concussione, corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio perché, in cambio di sesso nella sua stanza in Tribunale, avrebbe evitato troppi guai con la Giustizia ad alcuni transessuali".
Almeno questa volta, dunque, inequivocabilmente un pubblico ministero del "batocco" belliano. O - come dicono a Napoli, dove il pubblico ministero Roberto Staffa è nato e cresciuto - del "mazzarello".
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Amore vuol dir gelosia

"In occasione delle celebrazioni dei cinquant'anni della rinnovata amicizia franco-tedesca - ha rivelato il "Corriere della sera" - Francois Hollande e Angela Merckel hanno deciso di "darsi del tu" e si sono anche baciati".
Sembra che Mario Monti, a questa notizia, sia stato colto da un tremendo attacco di gelosia.
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martedì 22 gennaio 2013

Sceneggiata napoletana 1

"Dopo l'esclusione di Nicola Cosentino dalle liste del Pdl in Campania - questa la versione de "Il Giornale" - ci si è accorti che quelle liste erano misteriosamente sparite. Si sono cercate a lungo, ovunque, poi si è saputo che le aveva il commissario regionale Francesco Nitto Palma il quale,  nessun allarme per carità, le stava depositando in tempo utile in Corte d'appello. Ma, allora, perché i candidati sono stati riconvocati tutti a Napoli d'urgenza per firmare di nuovo la lista dal notaio? Per prudenza, tante volte... Ma poi tutto a posto".
Davvero degno della più classica sceneggiata napoletana. Che, un giorno, potrebbe essere recitata così: "Mò purtamme 'e lliste in Tribbunale". "Maronna, ma addò stanno?" "Mesterio: nun ce song cchiù". "Nun me pozzo fa' capace". "Cose 'e pazzi". "Cose 'e pazzi? Simme futtuti". "Ma non le tenisse arretro Nitto Palma?" "Ma sì, le tene isso". "E cchi te 'o dice?" "Sì, isso le tene". "Nun m'arrisulta". "Sì, isso le tene". "Isso no". "Isso sì: è juto dinto 'o Tribbunale ampresso ampresso e ha presentato 'e lliste". "Va buo'. Ma pecchè sogno stati convoca' tutti a Napule 'e novo?" "Ppe prudenza, guaglio', si unu avisse voluto fa' 'na cazzimma". A questo punto sipario. E applausi.
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Sceneggiata napoletana 2

"Dopo l'esclusione di Nicola Cosentino dalle liste del Pdl in Campania - questa la versione del "Corriere della sera" - ci si è accorti che l'escluso si era portato via l'intera documentazione da presentare entro le 20 in Corte d'appello e, così, sono dovuti partire di corsa, per raggiungerlo a Caserta e farsi restituire il "maltolto", Francesco Nitto Palma e Denis Verdini. Una volta convinto il Nicola, liste al sicuro alle 19,37 in Corte d'appello a Napoli".
Altra trama, dunque, per una seconda sceneggiata napoletana. Che a sua volta, un giorno, potrebbe essere recitata così: "Nico', sogno Nitto Palma, porca miseria, s'impazzuto? Statte a senti' bbene: stamo venenno a Caserta da te". "Colpa di Berlusconi, ma mò io faccio 'nu macello. Io mò v'arruvino". "No, Nico', te mò fai 'o bravo, te calmi. Tra un'ora simme lì e ce dai 'e lliste". "Me vulete bbedere in galera, eh? Facite schifìo, facite" "Aspetta, Nico', te passo Denis". "So' Verdini, bischero. Non mi garba 'sto tu' troiaio, non mi garba punto". "Eccoci qua, Nico'. Dacce 'e lliste, fa' 'o bravo!". "Ecco 'e lliste, malommini vuie e isso. Ma nun firnisce qui". "Mò, però, sali int'a "Mercedes" e veni cu nuje a Napule dinto 'o Tribbunale". "Vengo, ma nun firnisce qui". "Mò fammo che firnisce dinto 'o Tribbunale, poi vedimme". "Firnito, Nico': 'e lliste song 'o sicuro dinto 'o Tribbunale. Statte buono, Nicò". A questo punto ancora sipario. E ancora applausi.
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I "supercaccia" dell'ammiraglio

"I nuovi supercaccia "F 35" della Lockeed - si sono preoccupati all' "Operational test and evaluation office" del Pentagono - non sono affatto sicuri perché, se un fulmine colpisse i loro serbatoi, potrebbe farli esplodere in volo".
Ma si tratta di quegli stessi "F 35" per novanta dei quali l'Italia si è impegnata a sua volta all'acquisto e per i quali ha già versato due miliardi (su dodici) come acconto? Proprio di quelli. Ma di quelli, al momento del suo insediamento al Ministero della Difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola, ha dato questo testuale giudizio: "Sono strumenti con capacità fantastiche e, perciò, ritengo che si debba investire sulle loro qualità". Cosa dire? Che, forse, un ammiraglio farebbe meglio a giudicare, anziché aerei da caccia, sottomarini e incrociatori navali. O ad affidarsi a tecnici veramenete tecnici e capaci davvero capaci.
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Gli "op là" del "Financial Times"

"Dopo avere stroncato Mario Monti - trascorse appena ventiquattr'ore - l'autorevole quotidiano inglese "Financial Times" ha stroncato Silvio Berlusconi "perché responsabile di avere portato il Paese sull'orlo del precipizio economico" e ha riabilitato il "professore bocconiano" in quanto "gode della fiducia degli investitori e degli alleati europei"".
Coerenza e serietà anglosassone. Per cui nessuna meraviglia se, dopo appena altre ventiquattr'ore, l'autorevole quotidiano "Financial Times" se ne uscisse con la stroncatura, magari, di Casini e di Fini riabilitando - op là - il "cavaliere arcoriano" Silvio Berlusconi.
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Rigori

"Bruno Tabacci e Massimo Donadi - mercato delle ultime ore - hanno ingaggiato in extremis, per il loro "Centro democratico", l'ex campione del "Milan" Gianni Rivera".
Ove qualche elettore dovesse premiare il "Centro democratico" per il suo asserito rigore, Bruno Tabacci e Massimo Donadi lo farebbero tirare a Gianni Rivera.
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lunedì 21 gennaio 2013

Causali

"Nella matrice di un assegno bancario - ha scoperto la Guardia di finanza - un imprenditore sotto indagine aveva appuntato, come causale, la parole "tangente"".
Ormai, dunque, la causale "tangente" sembra avere fatto il suo ingresso fra le normali causali di normali versamenti. Come euro trecento per una visita medica specialistica, euro settecento per un divano, euro cinquemila per un gioiello, euro diecimila per un'automobile. Perché no, allora, euro duecentomila per una "tangente"? Altri anni, signora mia. Mica siamo più ai tempi di Checco e Menica. Tempi antichi, lontani, semplici, onesti. Bei tempi dei nonni e dei bisnonni di certi spudorati nipotini di oggi.
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Incapaci 1

"Togliamo - ha chiesto Mario Monti - l'Italia agli incapaci".
Sarebbe stato più cauto nella sua richiesta, però, se avesse letto il documentato articolo su di lui pubblicato dall'autorevole quotidiano inglese "Financial Times". Soprattutto il titolo lapidario: "Monti non è l'uomo giusto per guidare l'Italia". Un incapace, cioè.
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Incapaci 2

"Sta scoppiando una nuova tensione per il Kashmir - giunge notizia - tra Pakistan e India".
Lo sa anche il Governo italiano, naturalmente, ma il Governo italiano che fa? Decide di regalare, al Governo del Pakistan, 500 cingolati "M 113" per il trasporto delle truppe. Cingolati, per la verità, divenuti ormai un "surplus" - data la loro vetustà - per il nostro Esercito, ma, in concreto, pur sempre un regalo per l' Esercito pakistano che ne farà, perlomeno, un ricco deposito di ricambi per i suoi mezzi militari. E, dunque, un regalo proprio a quello dei due Paesi in tensione per il Kashmir al quale meno sarebbe stato opportuno fare regali in questo momento. Nel momento in cui, cioè, l'altro Paese in tensione - l'India - continua a trattenere i due nostri "marò" e a procrastinare la decisione da prendere nei loro confronti. Una vera e propria, insomma, zappa sui piedi. Con tanti complimenti al Ministro degli Esteri, il nobile Guido Terzi, e al Ministro della Difesa, l'ammiraglio Giampaolo Di Paola. Loro sì - a detta di Mario Monti - capaci. Molto capaci. Capacissimi.
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Come reagirà Angela?

"Il partito del Cancelliere Angela Merkel - finito lo spoglio delle schede - ha perso, calando di quasi il 6%, l'importante regione della Bassa Sassonia"
Che cosa farà, ora, la Cancelliera Angela Merkel? C'è chi dice che, riportata con i piedi per terra, comincerà ad occuparsi dei problemi che stanno affiorando anche nel suo Paese e, dunque, a farsi meno gli affari degli altri. C'è invece chi dice che, incattivita dal clamoroso insuccesso, si farà ancor più gli affari degli altri, in vista delle elezioni di settembre in Germania, per recuperare la fiducia e il consenso dei tedesci sulla pelle del resto d'Europa. I prossimi mesi chiariranno chi ha detto il giusto.
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sabato 19 gennaio 2013

Banca d'Italia dixit

"Il nostro prodotto interno lordo - ha diffuso le nuove stime la Banca d'Italia - scenderà, quest'anno, dell'1%"
Clamorosamente sbugiardato, dunque, il Governo uscente di Mario Monti che, invece, aveva stimato un calo di appena lo 0,2%. Forse perché, nonostante lauree bocconiane e prestigiosi "masters", non ha ancora imparato a fare i conti giusti? O forse perché, molto più verosimilmente, i conti giusti li aveva fatti anche lui, ma aveva cambiato le carte per non dover ammettere l'inefficacia della sua politica economica e la conseguente necessità di dovere ricorrere ad una nuova manovra "lacrime e sangue" per i cittadini già notevolmente tartassati? Sia come sia, comunque, questo dato negativissimo, ufficializzato da una Banca d'Italia pur non ostile all' "amico" Mario Monti, ha naturalmente destato ulteriore preoccupazione fra quanti si sono candidati a guidare il prossimo Governo. Non è allora che, dovendo invece candidarsi a guidare un nuovo missile terra-aria contro le ormai debolissime postazioni degli italiani, qualcuno stia pensando di tornarsene a casa? O, perlomeno, stia ritenendo più conveniente fare una campagna elettorale per perdere anziché per vincere? Naturalmente, però, tranne due: Silvio Berlusconi il quale, autodefinitosi di natura divina, sarebbe sicuro di fare il miracolo e Pierferdinando Casini il quale, pur di avere la sicurezza di sedere di nuovo su una poltrona istituzionale, se ne infischierebbe allegramente delle nuove lacrime e del nuovo sangue da far versare alle "sue care famiglie".
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Ottimismo di che?

"Il processo ai due "marò" italiani accusati di avere ucciso due pescatori scambiati per pirati - ha sentenziato la Corte suprema dell'India - non è di competenza della magistratura locale del Kerala e, dunque, sarà affidato ad una specifica corte che si occuperà del caso a Nuova Delhi".
Tutto ciò significa che il processo ricomincerà daccapo in un'altra città e presso un'altra Corte. Che, cioé, traascorrerà chissà quanto altro tempo prima che i nostri due "marò" possano essere in qualche modo giudicati. E loro sono lì, già, da quasi un anno. Ma il Governo italiano ha ritenuto il nuovo decorso dell'assurda vicenda come un successo talmente grande da legittimare un conseguente grande ottimisnmo. Ottimismo di che? I pur uscenti "premier" Monti, Ministro degli Esteri Terzi e Ministro della Difesa Di Paola, per favore, non vendano pelli di orso prima di avere ucciso gli orsi. O - come ama dire il "mister " calcistico Giovanni Trapattoni - non dicano gatto, se non ce l'hanno nel sacco. Soprattutto, dunque, facciano sapere ottimismo di che.
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L'Algeria di "frau" Merkel

"Perché - si sono chiesti in molti - la Germania è stata una delle pochissime Nazioni a non irritarsi per quell'azione militare algerina in Mali che, non preventivamente annunciata a tutte le Cancellerie, ha oltretutto causato numerose vittime in gran parte straniere?"
L'ipotesi che viene accreditata con maggiore convinzione è che la Cancelliera Angela Merkel, la quale aveva già definito il Mali - secondo l'autorevole quotidiano "Der Spiegel" - un Paese "beschissen"  (cioè di merda), abbia invece visto con favore l'azione militare algerina soprattutto perché condotta con armi quasi tutte di fabbricazione tedesca. E l' "export" delle armi ha garantito alla Germania, ad esempio nel 2011, un fatturato complessivo record di oltre dieci miliardi di euro. Gli affari "deutsche", dunque, come sempre prima di tutto. E però, allora, più che il povero Mali sembrerebbe "beschissen" la politica economica ed estera della raffinata e cinica commerciante Cancelliera "frau" Angela Merkel.
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Bon bon democratici

"La Camera dei deputati - come è possibile leggere nel bilancio del 2012 - ha speso 4 mila euro per cioccolatini "Venchi", oltre 5 mila euro per per prodotti "Nestlé", quasi 4 mila euro per forniture di "Baratti", 8 mila e 500 euro per dolci e caramelle "Perfetti"".
Bon. Anzi, bon bon: le dolcezze dell'italica democrazia.
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venerdì 18 gennaio 2013

Consulenze e deontologia

"Al leghista Matteo Salvini il quale stava proponendo - durante l'ultima puntata di "Servizio pubblico" - la regolamentazione e la tassazione delle prostitute come avviene in tutta Europa, il conduttore Michele Santoro gli ha suggerito di chiedere una consulenza tecnica alla Minetti".
Ora la consigliera regionale Nicole Minetti - fra l'altro tuttora implicata nel processo sul cosiddetto "caso Ruby" e sulle cosiddette "notti a luci rosse" nella berlusconiana villa di Arcore - non può essere definita, per carità, una santa vergine e martire. Il presentatore Michele Santoro - fra l'altro tuttora sotto tiro della sinistra per il suo favore involontario reso una settimana fa a Silvio Berlusconi e, quindi, alla disperata ricerca di un perdono - non può essere definito, però, non tanto un gentiluomo di vecchio o nuovo stampo quanto un giornalista deontologicamente corretto nei confronti di una persona assente. Fosse anche la Minetti.
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"Non necesse"

"Non è necessario - ha precisato l'Agenzia delle entrate - avere conservato e continuare a conservare gli scontrini di ogni spesa fatta dal 2009".
Gli italiani, dopo questa precisazione, hanno tirato un grosso sospiro di sollievo. Si erano già disperati per avere gettato via gli scontrini del lattaio, del panettiere, del verduraio non solo di ieri, ma perfino del 2009. Di non avere adibito a "scontrineria" un buon reparto della loro libreria o del loro armadio dei vestiti. La precisazione, dunque, è giunta opportuna. Ora si è davvero tutti più tranquilli. Si può tornare a dormire sereni. Addio, maledetta ansia da "antico scontrino del 2009".
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La Rai dal servizio al possesso

"Il canone - sta tempestando di annunci, su tutte le sue reti, la Rai - è un'imposta obbligatoria legata al possesso dell'apparecchio televisivo".
Ma è proprio così? Secondo quanto a suo tempo pattuito tra il Ministero delle comunicazioni e la Rai, infatti, il canone va inteso come il corrispettivo di un servizio pubblico e non come una imposta di possesso. La Rai, dunque, va affermando un principio del tutto inesatto in punto di fatto e di diritto. Che, ove invece lasciato passare, potrebbe addirittura aprire la strada a conseguenze addirittura folli. Perché, se i cittadini vengono costretti a pagare l'imposta alla Rai per il solo fatto di possedere un televisore, a qualcuno, uno strano giorno, potrebbe anche venire in mente di estendere l'imposta di possesso sul frigorifero, sulla lavatrice, sulla lavastoviglie, sull'aspirapolvere che elettrodomestici sono classificati alla stregua di un televisore. Ipotesi improbabile e suggestiva? Sperabile. Intanto, però, sarebbe bene che la Rai fosse più precisa e meno scorrettamente intimidatoria nei suoi annunci. E, giacchè c'è, facesse sapere, ritenendo l'imposta a lei dovuta obbligatoria, quali sono mai le imposte non obbligatorie. Questo sì che sarebbe, per i suoi utenti, un servizio utile ed interessante.
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Stampelle e "pungiball"

"Quando il Consiglio di amministrazione del Cotral (l'azienda consortile dei trasporti nel Lazio) si è riunito per discutare sulla promozione di 130 dipendenti proprio a poche settimane dal rinnovo del Consiglio regionale - si è appreso - il pd Domenico De Vincenzi si è detto contrario in quanto il fatto avrebbe avuto  "il sapore di voto di scambio, di promozione in cambio di voti". Ma quando, convinto di ciò, il Consiglio di amministrazione ha bocciato le promozioni, il consigliere udc Giovanni Libonori non solo è andato su tutte le furie, ma è andato anche a picchiare il pd Domenico De Vincenzi".
Episodio gravissimo. Che comunque, al di là della sua innegabile gravità, si presta ad una deduzione, pur nella sua ironia, altrettanto grave. Che, cioè, Pierferdinando Casini ha detto il vero quando ha assicurato che l'Udc non intende fare la stampella del Pd. Ma intenderebbe evidentemente fare del Pd, nientemeno, il suo "pungiball".
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Inni 2

"Questa canzone non è niente - urla un verso dell'inno del "Movimento 5 stelle" di Beppe Grillo - la nostra brava gente/ sa già che cosa fare/ forza grandi italiani/ su con le mani/ diamoci da fare".
Allora però, se quella canzone non è niente e la gente di Beppe Grillo sa già che cosa fare, perché urlare tanto quei versi melodici ad ogni comizio? Complimenti, comunque, all'invito istituzionale rivolto agli italiani grandi (quelli piccoli quali sarebbero?) affinché si rimbocchino le maniche e si diano da fare non con il dibattito e con il voto democraticamente, ma fascisticamente con le mani. Per un domani, magari, anche di manganello e di olio di ricino marca "5 stelle".
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Inni 3

"Gente che non ha rancore - assicura un verso del nuovo inno del Pdl - e ha come valore la sua libertà".
Gente che non ha alcun rancore neanche nei confronti di certi giudici "comunisti" e che ha come valore la sua libertà a prescindere dalle sentenze?
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Inni 4

"Non è stato invece realizzato - ha osservato qualcuno - l'inno della lista "Con Monti per l'Italia".
Forse perché Mario Monti, da professore raffinato qual è, non ha voluto che la sua fosse una grossolana agenda musicale. O forse perché è convinto che il suo inno possa essere "Einigkert und Recht und Freiheit" che incita a lavorare tutti fraternamente, con il cuore e con la mano, per la patria tedesca.
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giovedì 17 gennaio 2013

Liberali-liberticidi 2 a 1

"Silvio Berlusconi - ha sentenziato il pubblico ministero milanese Ilda Boccassini - non è segretario di partito né candidato "premier", è soltanto "leader" della coalizione di centrodestra e, quindi, non ha alcun diritto di vedersi riconosciuta, durante il periodo elettorale, la sospensiva del processo a suo carico sul "caso Rudy"". "Silvio Berlusconi - ha invece sentenziato il collegio giudicante milanese presieduto da Oscar Magi - è pur sempre un cittadino cui l'articolo 51 della Costituzione sancisce il diritto di partecipare alla vita pubblica della Nazione e, quindi, ha il diritto di vedersi riconosciuta, durante il periodo elettorale, la sospensione del processo a suo carico sul "caso Unipol". "La candidata in Campania per il Pd Rosaria Capacchione - hanno sentenziato, a loro volta, i giudici di Santa Maria Capua Vetere - dovendo operare senza vincoli durante il periodo elettorale, ha il diritto di vedersi riconosciuta, durante tutto questo periodo, la sospensione del processo a suo carico per un'accusa di calunnia (nel quadro di una intricata vicenda nata dal procedimento a carico del fratello costruttore arrestato per bancarotta fraudolenta) ai danni del luogotenente della Finanza Luigi Papale".
Su tre prounciamenti giudiziari in merito ad una questione perfettamente identica, quindi, due liberali e uno liberticida. Ma come è possibile? E' possibile  - secondo gli esperti - perché questione lasciata, dal Codice, alla discrezione del singolo giudice chiamato in causa. Alla faccia, però, della legge uguale per tutti. Ma, soprattutto, alla faccia di quanti vorrebbero ancora negare come alcuni magistrati, più che fare giustizia, facciano alle volte politica. Il  che è intollerabile, ma soprattutto contrario a quella Carta costituzionale che, oltre a difendere i sacrosanti diritti di tutti i cittadini, ha voluto opportunamente definire, con giusto rigore, i terreni e i confini dei vari poteri istituzionali.
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Inni

"Pierluigi Bersani - si è saputo "via twitter" - ha deciso che sarà la canzone "Inno" di Gianna Nannini ad accompagnare ogni manifestazione del Pd".
Qualcuno, incuriosito, è andato a cercare i versi di questo "Inno". Un qualcuno, evidentemente, di scarso comprendonio, se non è riuscito a capire il senso complessivo della canzone e il significato di alcuni versi specifici. Come, ad esempio, "ora soffia il vento e soffia via con te". In che senso? Non nel senso - c'è da sperare per Pierluigi Bersani - che non sia un vento berlusconiano che venga a soffiarlo via dalla maggioranza parlamentare. Oppure come "mi ricordo di te, tu sorridi e mi dici ciao". Anche qui in che senso? Non nel senso - c'è da sperare per l'elettore pd - che, dopo essersi ricordato degli impegni seri e dei sorrisi buoni di Pierluigi Bersani, si ritrovi poi abbandonato con tanti saluti e grazie. Oppure, ancora, come "mi ricordo di te, ogni estate sono qua". Ma non nel senso - c'è da sperare per il Pd - che l'elettore sia lì da lui certamente ogni estate senza invece assicurare di essere lì, in pieno inverno, il 24 e il 25 febbraio alle urne. C'è da essere, in effetti, un po' smarriti. E, comunque, che bei tempi quando, se si metteva su la musica ad una manifestazione di sinistra, si metteva su un inno, sì, ma comprensibile, inequivocabile, coerente come l' "Inno dei lavoratori" di Filippo Turati. Bei tempi, certo, ma altri tempi. Ieri Filippo Turati, oggi Gianna Nannini. Ciao, sinistra bella...
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Il latino del santo "twittatore"

"Da domenica prossima - è stato annunciato dalla Santa sede - Benedetto XVI "twitterà", oltre che in italiano, in inglese, in tedesco, in spagnolo, in francese, in polacco, in portoghese e in arabo, anche in latino".
Ma ci sarà ancora qualcuno, tra i moderni "twittatori" anche italiani, capace di capire l'antica, bella e nobile lingua latina? Alle brutte, magari, Benedetto XVI "cinguetterà" con gli angeli.
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mercoledì 16 gennaio 2013

I domiciliari del Procuratore di Bergamo

"Dopo l'ultima violenza da stupro - ha dichiarato, a "L'Eco di Bergamo", il Procuratore cittadino Francesco Dettori - sarebbe bene che le donne, di sera, non uscissero  sole".
Ma allora, secondo il Procuratore Francesco Dettori, sarebbe bene che, dopo la scoperta di un maestro pedofilo, i bambini non andassero più a scuola? Oppure che, dopo l'ennesima rapina ad una gioielleria, i gioiellieri non aprissero più i loro negozi? Da un rappresentante delle Istituzioni - e, in particolare, della Giustizia - si sarebbero tutti aspettati parole non così clamorosamente di resa totale, se non addirittura talebane. Anche se un Procuratore della Repubblica non è che possa fare molto quanto a prevenzione. Ma a giusta repressione, quando è il caso, molto invece potrrebbe fare. E lui, Francesco Dettori, non l' ha invece fatto. Ha solo detto le vittime e le possibili vittime ai domiciliari. Così come il violentatore di Bergamo.
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"Vade retro, Satana"

"Sono stato messo in un ignobile tritacarne - si è lamentato Alessio De Giorgi, direttore del sito "Gay.it" - e, dunque, ritiro la mia candidatura al Senato nella lista di Mario Monti".
Ma in quale tritacarne è stato messo il povero Alessio De Giorgi? In un tritacarne dal quale era uscito fuori che lui non solo ha una società proprietaria di quattro siti che, oltre a proporre video pornografici con contenuto omosessuale, organizzano anche incontri gay, ma è perfino indagato per reati ambientali e falso pubblico con in più qualche problema per le licenze dei locali da ballo che gestisce. Un polpettone, insomma, da far inorridire molte sacre poltrone Oltretevere. Che, tuttavia, non dovrebbero essersi limitate a farsi devotamente il segno della Croce, ma dovrebbero avere imperiosamente ordinato, soprattutto, "vade retro, Satana". E forse, a questo punto, potrebbe essere stato convocato quell'esorcista di nome  Andrea Riccardi perché corresse a liberare Mario Monti e la sua lista dal "demone" Alessio De Giorgi. Liberazione riuscita, appunto, perché il "demone" Alessio De Giorgi è uscito dal corpo politico montiano e ha riavvicinato quell'Oltretevere il quale, in caso contrario, avrebbe sicuramente lanciato la sua scomunica perfino al suo chierichetto Casini. Tutto è bene, per l'ex "premier", quel che dunque finisce bene. Anche se c'è qualcuno il quale si interroga, con una certa inquietudine, come mai il "demone" Alessio De Giorgi fosser riuscito a passare indenne l'esame del grande inquisitore montiano Enrico Bondi. Dov'era il grande inquisitore quando è stato esaminato il diabolico "curriculum"? C'era e, se c'era, dormiva? A meno che, sì, c'era e dormiva, ma coperto dal "loden" di quell' "ex premier" il quale ci aveva provato. Aveva provato ad arruolare il "demonio" per predisporre un filo diretto con quel Pd che, in caso di vittoria, ha dichiarato di voler portare in Parlemento le unioni civili. Per il momento, però, l' "operazione Satana" è andata in fumo. Dopo le elezioni, magari, verrà riproposta in qualche altro modo. Solo che Oltretevere, dopo la prima vittoria parziale, non tutti sono andati a dormire sereni e tranquilli. Altri angeli sono già pronti a suonare le trombe in caso di nuovi pericoli e altri esorcisti a tornare contro ogni possibile nuovo demonio. Per Mario Monti sarà sempre più difficile andare a Messa con Vendola e con la Santa sede.
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La doppia "gaffe" di Daul

"Il nostro candidato alle politiche italiane di febbraio - ha ufficialmente e pubblicamente dichiarato il il capogruppo degli eurodeputati del Partito popolare, Joseph Daul - è il "premier" uscente Mario Monti".
Il capogruppo del Partito popolare europeo, Jospeh Daul, aveva certamente previsto che la sua dichiarazione avrebbe mandato su tutte le furie il Pdl che del Partito popolare è uno dei membri. Quello che non aveva previsto è che ha mandato su tutte le furie anche quel "suo" Mario Monti il quale ha fatto subito sapere di non avere gradito quella patente in quanto lui, fin dall'inizio, si è impegnato a presentarsi, agli elettori, al di fuori di ogni e qualsiasi partito tradizionale. In Italia come in Europa. Povero Joseph Daul, allora. Qualcuno dovrebbe ricordargli, per il suo bene, che - nella realtà - diventare capo di un gruppo parlamentare europeo è sicuramente più facile che esercitare poi quel ruolo con intelligenza, etica e senso del dovere. Soprattutto senza odi preconcetti e servilismi oltretutto neppure richiesti.
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Nemmeno i capelli

"Ma che cos'ha - ha chiesto Giovanni Floris, durante la trasmissione di "Ballarò", al segretario del Pd, Pierluigi Bersani - che cos' ha Berlusconi che lei non ha?". "I capelli - ha risposto di getto - è evidente".
Complimenti al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, perché, già in piena campagna elettorale, non ha approfittato della domanda per rispondere che lui, ad esempio, non ha - come invece Berlusconi ha - contenziosi "un po' così" con la giustizia, rimproveri da farsi per tanti anni di governo "un po' così", un'immagine nel mondo "un po' così", uno stile di vita pubblico e privato "un po' così". Ha invece intelligentemente voluto passare sopra ad un'elencazione che sarebbe stata noiosa, oltre che ovvia, e limitarsi ad una "battuta" simpatica e ad effetto. "Stile Berlusconi", insomma, anche se, però, inesatta. Perché è vero che lui, Pierliuigi Bersani, non ha i capelli, ma non li ha - quelli veri - neppure Silvio Berlusconi.
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martedì 15 gennaio 2013

Si potrà votare anche la lista "Io non voto"

"Dei 219 simboli presentati per le prossime politiche - ha fatto sapere il Ministero dell'Interno - ne sono stati subito ammessi 169, mentre 16 sono stati eliminati per carenza di documentazione e 34 potrebbero essere riammessi se con le richieste modifiche".
Nessuna paura, comunque: sono stati subito ammessi, senza battere ciglio, anche il simbolo contraddittorio in termini "Io non voto" e il simbolo da avanspettacolo di quarta categoria "Movimento bunga bunga". Ma le elezioni sono ancora un momento alto e serio della vita politica italiana?
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Il nuovo figlio del vecchio

"Rinnoveremo - ha sempre sostenuto il "leader" dell'Udc, Pierferdinando Casini - i nostri candidati in Parlamento".
E' stato di parola. Al posto di Michele Forte ha candidato suo figlio Aldo, al posto di Teresio Delfino ha candidato suo figlio Giuseppe, al posto di Angelo Cera ha candidato suo figlio Napoleone. Tanto per fare qualche nome di un ben più lungo elenco. E a dimostrazione, comunque, di come piaccia tanto, a molti "leader" i quali pur si definiscono intellettualmente onesti e politicamente seri, cercare di "fare fessi" gli italiani tutti e, in particolare, i loro elettori.
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Rivoluzionari a scatti

"Antonello Zappadu - ha annunciato il candidato "premier" di "Rivoluzione civile", Antonio Ingroia - correrà, per la Camera, in Sardegna".
Ma quell'Antonello Zappadu che fotografò Silvio Berlusconi e la sua "corte" a Villa Certosa realizzando un ricco "scoop", ma violando la "privacy" di una serie di persone? Proprio lui. A testimonianza, quindi, che una "rivoluzione civile" può comprendere, anche, "scatti fotografici rubati". E che un rivoluzionario autore di simili scatti meriti - secondo Antonio Ingroia - se non ancora una statua come Carlo Marx, almeno una candidatura al Parlamento. Auguri, comunque, ad Antonello Zappadu che, con la scusa di cercare la rivoluzione d'inverno, potrebbe avera già dalla primavera prossima, nei palazzi delle caste istituzionali, una ricca agiatezza capitalista.
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Silvio, Antonio e Ilda

"Silvio Berlusconi - è stato fotografato negli studi de "La 7" - quando ha casualmente incontrato Antonio Ingroia, gli ha mostrato i polsi come per volersi far ammanettare".
Miracolo: Antonio Ingroia, come non gli capita praticamente mai, ha riso di gusto. Ma Silvio Berlusconi farebbe bene a non smettere di preoccuparsi. Se infatti Antonio Ingroia è ora "in aspettativa" per dedicarsi totalmente al suo movimento politico e ha ben altro per la testa e nelle carte,c'è sempre un'Ilda Bocassini la quale è sì in aspettativa, ma nel senso che, non avendo altro a cui totalmente dedicarsi, lo sta aspettando per cercare di ammanettarlo davvero. E senza neppure ridere o sorridere.
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La preoccupazione di Gianfry

"Ai candidati nelle liste di Gianfranco Fini - si è saputo - è stato fatto sottoscrivere un documento cosiddetto "antitradimento"".
Previdente Gianfry. Il quale, evidentemente, si è voluto così premunire da un possibile "chi la fa l'aspetti".
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Il miracolo di Monica Cruz

"Io - ha annunciato al mondo la modella "supersexy" Monica Cruz - resto incinta da sola".
C'era una volta uno che, in una campagna elettorale di qualche anno fa, si credeva Gesù Cristo. Oggi c'è una che, evidentemente, si crede la Madonna.
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lunedì 14 gennaio 2013

Simboli e carnevalate

"Alla fine - ha fatto conoscere il Ministero dell'Interno - i simboli di lista presentati per le prossime politiche sono risultati ben 215".
Rispetto alle ultime politiche del 2008, dunque, un aumento del 18%. Un notevole salto di quantità, insomma, con tanti saluti ad un serio e vero sistema bipolare. Ma, anche, un altrettanto notevole salto di qualità, se si considerano simboli, alla faccia del dovuto rispetto alla democrazia, come "No Gerit Equitalia" e "Forza evasori", "Io amo l'Italia" e "Io non voto", "No chiusura ospedali" e "Staminali d'Italia", "Democrazia atea" e "Sacro romano impero", "Partito dei pirati" e "Il veliero", "Rivoluzione civile" e "Angeli della libertà" ,"Udeur di Mastella" e "Giovanni dalle Bande nere", "Il megafono" e "Partito internettiano", "Alba dorata Italia" e "Quinta stella", "Partito dei poeti in azione" e "Tutti insieme per arte, musica e cultura", "Forza Lazio" e "Forza Roma", "Democrazia, natura, amore" e - meglio del meglio - "Movimento bunga bunga". Buon Carnevale, insomma, e buone elezioni 24 e 25 febbraio.
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Lo "tsunami" indiano contro le donne

"Stava viaggiando anche lei su un bus pubblico - è giunta notizia da Nuova Delhi - quando l'autista e altri sei uomini l'hanno costretta a scendere, l'hanno trascinata in una casa e l'hanno violentata".
In India, dunque, non accenna ad arrestarsi la drammatica serie delle violoenze contro le donne. Incredibile, triste, intollerabile. Ma ancora più incredibile, triste, intollerabile è il fatto che il Governo indiano non sia in grado di fermare questo scempio che continua ad essere perpetrato perfino sui bus pubblici e, anche, il fatto che le pur numerose associazioni internazionali per i diritti umani non siano capaci di andare al di là, quando poi lo fanno, di una generica e svogliata condanna. Ma c'è già da ringraziare che non se ne escano  alla maniera della regina di Francia Maria Antonietta. "Se il popolo non ha il pane - se ne uscì - che mangi le "brioches"". "Se lle donne indiane vengono aggredite sui bus pubblici - c' è da ringraziare non se ne siano uscite, almeno per ora, le varie associazioni internaxionali - che prendano il taxi".
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"Nova lex, sed lex"

"Sarebbe opportuno che il kosovaro violentatore Vilson Ramaj - ha suggerito il questore di Bergamo - cambiasse domicilio dopo la dura manifestazione sotto la sua abitazione al  centro della città".
Il suggerimento è stato condiviso dal procuratore della Repubblica il quale si è detto convinto che il cambio di domicilio sia una ipotesi legittima da valutare. Disporrà dunque, alla fine, che Vilson Ramaj lasci la sua abitazione nella centrale Via Borgo Santa Caterina per una più sicura e giusta residenza, in attesa del processo, nel carcere  periferico di Via Gleno? Sembrerebbe proprio di no. Intanto perché il cambiamento di domicilio - secondo norme alle volte incomprensibili alla gente - non può avvenire d'autorità, ma deve essere richiesto dall'imputato attraverso il suo legale. E poi perché, ove imputato e suo legale dovessero convenire a loro volta sull'opportunità di un cambio di domicilio, si guarderebbero bene dall'indicare, come nuova residenza, una cella nel carcere periferico di Via Gleno. "Dura lex, sed lex"? Alle volte. Altre volte, invece, "Nova lex, sed lex". Ove l'aggettivo "novus, nova, novum", oltre che nuovo e nuova, in latino significa anche strano e strana, strambo e stramba, inaudito e inaudita. Appunto.
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San Mauro martire

"Sono disponibile - ha fatto sapere Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo "Ferrovie dello Stato" - ad una riconferma nell'incarico per altri tre anni".
Grazie per la sua magnanime disponibilità ad accettare di nuovo quel sacrificio che gli rende, ogni mese, più di 800 mila euro.
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L'op là di Federiga

"La direttrice dell' "Istituto italiano di cultura" a Bruxelles, Federiga Bindi - riassumendo - aveva espresso, fino a qualche giorno fa, questi testuali giudizi: "Monti nuovo De Gasperi? Non ci allarghiamo: De Gasperi e la sua storia non sono neanche comparabili", "Il voto all'Onu sulla Palestina dice molto sui rapporti interni ed esterni al Governo Monti oltre che sullo sfaldamento dell'Unione europea in politica estera", "Quelle certe espressioni su Renato Brunetta e Stefano Fassina sono fuori luogo e basta, in bocca al senatore Monti ci fanno rimanere poi doppiamente male", "No, Monti, ti prego, Monteprezzemolino  Luca Cordero no", "Fini come De Gasperi? Come erede di De Gasperi è più credibile il mago Otelma", ""Non abbiamo bisogno di Casini per prendere i voti moderati in "franchising"".
La direttrice dell' "Istituto italiano di cultura" a Bruxelles, Federiga Bindi, accettando l'offerta di una candidatura alle prossime politiche, l' ha dunque accettata, dopo tutte queste sue espressioni, dal Pd, da Ingroia, dal Pdl? Macché. L'ha accettata da quell'incomparabile con De Gasperi Mario Monti, da quel prezzemolino di Luca Cordero di Montezemolo, da quel Fini che è meno credibile del mago Otelma e da quel  Casini del tutto inutile anche in un "franchising" politico. E, dunque, in piena clamorosa contraddizione con la se stessa di appena pochi giorni fa. L'augurio, allora, è che a Bruxelles, all' "Istituto italiano di cultura", non sia stata mai organizzata una conferenza sull'italica cultura della coerenza.
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Tempi duri per i Giuda del 2013

"Franco Frattini, Alfredo Mantovano, Giuseppe Pisanu, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio e Roberto Antonione - è stato sufficiente leggere le liste "montiane" - non sono stati candidati dopo avere lasciato il Pdl ed essersi messi al servizio dell'ex "premier"".
Giuda, nel 33 dopo Cristo, fu pagato con trenta danari. Franco Frattini, Alfredo Mantovano, Giuseppe Pisanu, Isabella Bertolini, Giorgio Stracquadanio e Roberto Antonione, quasi duemila anni dopo, non sono stati pagati, invece, neppure con una candidatura di "serie b".
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domenica 13 gennaio 2013

Quei nei sfuggiti a Bondi

"Valanga di dimissioni da "Futuro e libertà per l'Italia" - in Friuli Venezia Giulia - perché nella lista per la Camera dei deputati sono stati inseriti due indagati: Paolo Ciani e Alessandro Zanusso".
Ma come sono stati possibili questi due inserimenti? Non c'è stato un accureato lavoro - con tanto di lente d'ingrandimento e di affilati bisturi - da parte di quell'inesorabile Enrico Bondi  ingaggiato da Mario Monti proprio per scartare, dalla sua lista e dalle liste dei suoi alleati Casini e Fini, anche chi presentasse il più piccolo neo sulla sua epidermide politica? Si è detto che , ci mancherebbe altro, questo accurato lavoro c'è stato eccome. Ma, se cominciano ad uscire fuori casi come quelli di Paolo Ciani e Alessandro Zanusso in Friuli Venezia Giulia, meglio sarebbe chiedersi: e come? Come è stato portato avanti, cioè, questo lavoro? Forse, da Enrico Bondi, tra una lettera e l'altra a questo e a quel centrista: "Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'..."  E, a forza di distrarsi un po' oggi e un po' domani, al terribile censore è sfuggito qualche neo anche grosso su qualche epidermide politica.
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Casini 1

"Io - ha detto, ospite della trasmissione "In mezz'ora" su Rai3, Pierferdinando Casini - sono l'ossessione di Silvio Berlusconi: mi vuole uccidere".
Ma davvero a questo punto? Per prudenza, comunque, Pierferdinando Casini potrebbe rifugiarsi all'estero come perseguitato politico. Magari potrebbe farsi dare, dal suo amico Gianfranco Fini, le chiavi di una certa casa a Montecarlo e, senza farlo sapere a Silvio Berlusconi, nascondersi lì.
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Casini 2

"Nelle liste elettorali di Pierferdinando Casini - nero su bianco - anche Silvia Noé, moglie di suo fratello minore Federoco, e Fabrizio Anzolini, fidanzato di sua figlia di primo letto Maria Carolina".
Normale e coerente. In cima ai convincimenti e ai programmi politici di Pierferdinando Casini c'è sempre stata la famiglia. Per ora, intanto, la sua.
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sabato 12 gennaio 2013

Abuso di democrazia

"Nella prima giornata di presentazione dei simboli e delle liste per le prossime elezioni politiche - ha fatto sapere il Ministero dell'Interno - si è già arrivati ad oltre cento".
Viva la democrazia, certo, ma a quanti si arriverà, alle sedici di domani, quando scatterà il termine per la presentazione? Soprattutto, poi, quali simboli e quali liste saranno stati presentati? Tra quelli presentati fino a ieri sera, ad esempio, "Democrazia, natura e amore", "Partito dei poeti in azione", "Democrazia atea", "Partito internettiano", "Movimento autonomo europeo autotrasportatori", "Partito dei pirati", "Forza Roma", "Forza evasori", "Piazza pulita" e perfino "Io non voto". Che saranno esaminati e valutati prima dall'Ufficio elettorale del Viminale e poi dall'Ufficio centrale nazionale presso la Cassazione, d'accordo, ma che, intanto, stanno lì a testimoniare come si possa prendere in giro, in questo Paese, anche la democrazia.
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Quest'Imu alla Chiesa non s'ha da fare?

"Tutti coloro i quali hanno visto variare i dati relativi al possesso di un immobile sottoposto ad Imu - è venuta conferma dal Ministero dell'Economia - dovranno presentare una dichiarazione entro la fine di febbraio".
Tutti coloro i quali? Nemmeno per idea. Non dovrà infatti presentarlo la Chiesa. Perché - si è saputo - il Ministero dell'Economia non ha ancora perfezionato il decreto che stabilisce le caratteristiche di quel modulo di dichiarazione che dovrà tenere conto delle peculiarità dei nuovi soggetti da tassare. E, quindi, della Chiesa. Ma il motivo di questo ritardo che, con tutta probabilità, consentirà ai beni commerciali ecclesiastici di saltare un altro anno di Imu? Bocche cucite. "Dire non possumus" - viene risposto nei piani alti del Ministero dell'Economia - e, cioè, non possiamo dire. Forse, chissà, potrebbero dirlo - o, meglio, confessarlo - il Ministro in persona Corrado Passera o quel "prezzemolino" Andrea Riccardi il quale, a forza di andare e venire, ha ormai consumato l'asfalto che divide il Palazzo Chigi del suo ex "premier" Mario Monti dal Palazzo apostolico dei suoi amici cardinali. Ancor più,  anzi, potrebbe dirlo proprio l'ex "premier" Mario Monti il quale, benché ancora alla guida del Governo della Repubblica per gli affari correnti, ha già buttato alle ortiche la sua terziarietà e la sua laicità. E il quale, per cercare di assicurarsi ancor più l'appoggio elettorale di certi monsignori e cardinali, non ha esitato ad ospitare generosamente, nelle sue liste, uomini di provata fede. Di provata fede loro: di certi monsignori e cardinali.
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Violenta, violenta, tanto...

"Identificato e fermato dalla polizia - è avvenuto a Bergamo - un kosovaro di 33 anni, il quale si era reso colpevole di violenza sessuale nei confronti di una giovane incinta, è ora, per decisione del giudice per le indagini preliminari, agli arresti domiciliari".
Forse, però, sarà lui stesso a chiedere di essere rinchiuso in galera perché, appena appresa la decisione del magistrato, una notevole folla si è radunata sotto la sua abitazione e ha cercato di farsi giustizia alla Far West di una volta. Ma ritornerà sui suoi passi il giudice per lm indagini preliminari al quale sarebbe sembrato giusto non impiccarlo ad un albero, per carità, ma non chiuderlo nemmeno in prigione? E il Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, rimasta giustamente turbata - come donna - dalle accuse rivolte da Silvio Berlusconi contro tre "sue" magistrate, vorrà finalmente esprimere il suo autorevole sdegno - anche come donna - per questo incredibile trattamento di favore riservato da un giudice ad un feroce violentatore senza scrupoli? O farà finta, così come l'Associazione nazionale magistrati, di non avere visto né sentito neppure questo grave fatto dopo  avere fatto finta di non avere visto né sentito che 110 pericolosi "boss" potrebbero uscire dal carcere per un clamoroso incredibile errore di un "suo" giudice nel motivare la sentenza di condanna? L'augurio è che si convinca a dire qualche cosa, su episodi così stupefacenti, almeno il Consiglio superiore della magistratura. Non tanto in nome del popolo italiano quanto per il buon nome di certi operatori di giustizia.
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Il salto della quaglia e il ritorno delle galline

"Raffaele Lombardo, l'ex Governatore della Sicilia costretto alle dimissioni perché sotto processo per concorso esterno in associazione mafiosa - è stato raggiunto l'accordo - sosterrà il Pdl alle elezioni politiche del febbraio prossimo".
Quello che sta preoccupando qualcuno non è tanto il fatto  che Raffaele Lombardo - nato democristiano e poi, nell'ordine, fedelissimo dell'Udc, alleato del Pdl, alleato della Lega Nord, fondatore del Movimento per le autonomie, eletto Governatore con i voti del Pdl e dell'Udc per governare alla fine con l'appoggio determinante del Pd - abbia dunque fatto l'ennesimo "salto della quaglia". E', invece, il fatto che Raffaele Lombardo, dovendo lasciare il suo paese dove si è ritirato dopo le dimissioni insieme con tutti i suoi galli e tutte le sue galline, torni ora a Palermo, per assicurare i voti al Pdl, chiedendo di riportarsi dietro galli e galline con tanto di scorta su un' "auto blu".
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Previdenza di professore

"Sarà un candidato di Mario Monti - si è saputo - anche quel Gianluigi Cimmino il quale è il fondatore e il proprietario della "Yamamay", azienda di grande "trend" nel settore della biancheria intima".
Previdenza e saggezza di professore. Nel caso in cui lui o Casini o Fini o qualcun altro illustre candidato nelle sue liste dovesse rimanere sfortunatamente in braghe, ecco pronta a coprire la vergogna non la solita grossolana foglia di fico, ma l'esclusiva elegante collezione di intimo "trend" "made" Gianluigi Cimmino.
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La lista di riserva di Giulio Terzi

"Non sono assolutamente in grado di confermare - ha risposto, a domanda, il Ministro uscente degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata - se sarò candidato o meno nel Pdl".
Giulio Terzi di Sant'Agata, però, potrebbe stare tranquillo. Ove finisse per non trovare una poltrona diplomatica nelle liste del Cavaliere Silvio Berlusconi, ci sarebbe sempre pronta la lista "Sacro romano impero" della Signora Mirella Cece. Nella quale anzi - essendo lui, oltre che marchese, conte, barone, proprio e soprattutto cavaliere del Sacro romano impero - avrebbe addirittura l'innegabile diritto di essere, in quella lista, al primo posto.
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Quel Luciano di Stefania

"Luciano Moggi, il noto ex direttore generale della "Juventus" coinvolto nello scandalo sportivo cosiddetto "Calciopoli" - è emerso a sorpresa - è stato designato capolista in Piemonte (non si sa ancora se per la Camera o per il Senato) nella lista "Riformisti italiani" di Stefania Craxi".
Va bene che la torinese "Juventus" ha decine e decine di migliaia di tifosi soltanto in Piemonte, ma Stefania Craxi è proprio sicura che siano tutti pronti a votare per quel signore "un po' così" di appena 75 anni sonati?
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Grillo e il Parlamento

"Se entreremo in Parlamento - parole di Beppe Grillo davanti al Ministero dell'Interno - lo apriremo come una scatola di tonno".
Non lo ha arrestato nessuno perché tutti sanno, ormai, che lui spara soltanto battute. Anche se, da tempo, non fanno più ridere nessuno. Anzi.
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venerdì 11 gennaio 2013

Ora sì, ora no

"Quando Silvio Berlusconi ha tacciato di "femministe comuniste" le tre magistrate che gli hanno imposto di versare 100 mila euro al giorno alla sua ex moglie - ha confessato il Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro - mi sono sentita avvilita come donna".
C'è da comprenderla e da essere con lei solidali. Però, ora che la Suprema Corte di Cassazione ha sentenziato la cancellazione della condanna di ben 110 malavitosi della "ndrangheta" (fra i quali anche alcuni omocidi) a causa di un clamoroso errore di un suo giudice, ci si sarebbe attesi che il Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, confessasse di essersi sentita avvilita come magistrato. Come ci si sarebbe attesi uguale sdegno da parte dell'Associaziona nazionale magistrati. La quale, invece, continua a dare prova di "sdegno a seconda". A seconda di chi, di come e di perché. Ma nella piena autonomia riconosciutale  da quei Padri costituenti i quali avevano ritenuto ne avrebbe fatto sempre tesoro e buon uso.
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Tutti assolti qua, tutti indagati là

"Nella supposta trattativa Stato-mafia - ha concluso la Commissione parlamentare presieduta dall'onorevole Giuseppe Pisanu - vi furono soltanto convergenze tra "boss" e dirigenti pubblici".
Mai conclusione, ancorché uscita da un lavoro protrattosi per lunghissimo tempo, è stata più superficiale, più vaga e più reticente. Tanto è vero che, appena qualche ora dopo la conoscenza di questa conclusione parlamentare, il pubblico ministero Nino De Matteo, al termine della sua requisitoria al Tribunale di Palermo, ha invece concluso con la richiesta di rinvio a giudizio per ben undici imputati: l'ex Ministro Calogero Mannino, l'ex Ministro Nicola Mancino, il senatore Marcello Dell'Utri, il pentito Giovanni Brusca, i "boss" Leoluca Bagarella, Totò Reiina e il medico Antonino Cinà che li ebbe un certo tempo in cura, Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito) e tre ufficiali dei Carabinieri (Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno). Tutto chiuso e tutto a posto, dunque, per la Commissione parlamentare, tutto invece da aprire e ancora da sistemare per il pubblico ministero Nino De Matteo. Ci sarebbe da chiedersi come mai. Come mai queste due conclusioni clamorosamente contrarie su uno stesso fatto oltretutto gravissimo e con gli stessi protagonisti ugualmente ascoltati nelle loro dichiarazioni. Ma perché chiederselo? C'è del marcio - faceva dire Shakespeare, nel 1600, ad Amleto - in Danimarca. Evidentemente, in qualsiasi modo dovesse concludersi il "caso", il marcio, in Italia, c'è ancora oggi.
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Finirà con un procurato allarme?

"Per controllare se l' "allarme ambulanze", lanciato a Roma mercoledi scorso dal direttore del "118" Livio De Angelis, non sia stato eccessivo - ha fatto sapere il Ministro uscente della sanità, Renato Balduzzi - ho chiesto accertamenti ai carabinieri del Nas".
Beh, indubbiamente,è da accertare se il direttore del "118", mercoledi a Roma, abbia voluto fare uno scherzo di Carnevale, al Ministro Balduzzi e alla Governatrice del Lazio Renata Polverini, nel denunciare il fermo di una trentina di ambulanze in quanto le loro barelle trettenute da vari ospedali per carenze di letti. Non che fosse da accertare, semmai, come e perché l'ultimo ulteriore taglio del Governo ai posti negli ospedali si stia rivelando un drammatico provvedimento da rivedere al più presto. Mettendolo in conto, ovviamente, a chi ha definitivamente affossato la sanità nel Lazio. "In primis" la Governatrice Polverini. La quale, invece di essere chiamata giustamente in causa, sta per essere proposta di nuovo ad un ruolo istituzionalmente importante senza che lei intenda sottrarsene o, addirittura, vergognarsene. Un Ministro tecnico di qua e un Governatore politico di là, insomma, con differenze, alla fine, nessuna. In mezzo, invece, un funzionario pubblico sollecito e responsabile. Destinato a finire, magari, come un vaso di coccio tra due vasi di ferro. Come minimo, cioè, redarguito, se non cacciato, per "procurato allarme".
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Il rosso e il nero di Beppe

"Porte aperte - ha annunciato il "5stelle" Beppe Grillo - a "Rivoluzione civile" di Antonino Ingroia e a "CasaPound" di Gianluca Iannone".
Porte aperte, insomma, sia alla sinistra radicale sia alla radicale destra. Come dire - per utilizzare un termine calcistico - sia ad un "ultrà" dell'Inter sia  ad un "ultrà" del Milan. Oppure - senza azzardarsi a definire chi questo e chi quello - sia al  diavolo sia all' acqua santa. Sicuramente sia al   rosso sia al nero. Che Beppe Grillo - sempre più patetico come politico, ma anche come comico - non mostra alcuna vergogna di mettere in gioco sulla sua "roulette" stellare. Oppure - chissà - Beppe è ormai così andato che la sua mano sinistra non sa più che cosa fa la sua mano destra. E che la sua testa non percepisce nemmeno un po' che, davanti a questo suo comico politico e a questa sua politica comica, il consenso  continua a venirgli clamorosamente meno .
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Clemenza finita

"Clemente Mastella - sembra ormai certo - sarà nella lista "Grande Sud" di Gianfranco Micciché per riassicurarsi, dopo cinque anni, un seggio in Parlamento".
Mastella ha finito di essere Clemente.
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Euro da dio

"Nei nuovi cinque euro che entreranno in circolazione gradualmente dal maggio prossimo - è stato annunciato - l'immagine olografica sarà quella dell'antica  dea greca Europa".
Per dare più forza alla sua moneta, insomma, l'Unione ha pensato bene di affidarsi al divino ancorché mitologico. Magari le porterà fortuna. Allora però, quando si dovesse procedere ad un rinnovamento dei 500 euro, si potrebbe mirare ancora più in alto: scegliere l'immagine olografica di Giove il quale - sempre nella mitologia dell'antica Grecia - non soltanto diede tre figli eccezionali ad Europa, ma era il potente re degli dei.
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mercoledì 9 gennaio 2013

Vietato ammalarsi

"Poiché gli ospedali romani non hanno più posti-letto a disposizione - ha denunciato Livio De Angelis, direttore del "118" - stanno trattenendo i malati sulle barelle delle ambulanze e, così, le ambulanze non possono più svolgere il loro preziosissimo servizio. Ho chiesto, perciò, un pronto intervento delle autorità regionali e statali".
Intervento che c'è subito stato. La Governatrice del Lazio, Renata Polverini, ha convocato  il  direttore lamentoso del "118" perché, evidentemente, non ha ancora capito bene la situazione e vuole farsela spiegare meglio. Il Ministro uscente della sanità, Renato Balduzzi, ha addirittura chiesto una relazione scritta da trasmettergli, magari, via Poste italiane. E così, se oggi già 36 ambulanze sono rimaste ferme perché "derubate" delle loro barelle, domani potrebbero essere 72 e dopodomani più di cento. Perché - come si sa - i posti-letto negli ospedali, specialmente dopo gli ultimi tagli, non si creano o non si recuperano con le "convocazioni perditempo" di un Governatore di Regione né con le relazioni inutili su quanto già noto a un Ministro della sanità. E dunque, se la situazione è già drammatica oggi, figurarsi come lo diventerà mentre la Governatrice del Lazio starà lì a sentire e a meditare le denunce del direttore del "118" e il Ministro della sanità starà lì ad aspettare che gli arrivi la relazione. Ora, insomma, ai cittadini romani vietato ammalarsi. A meno che non siano Governatori, Ministri o simili: per loro, infatti, potrebbe sempre esserci, al limite, un' "auto blu" invece dell'ambulanza e una costosa clinica privata pronta ad accoglierli.
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Da Todi all'osteria di periferia

"Il "Forum Todi3" - ha confermato il presidente nazionale del "Movimento cristiano lavoratori", Carlo Costalli - domani non si farà più".
Ma perché? Perché, in queste ultime ore, quanti avrebbero dovuto essere i protagonisti di questo "Forum" (Acli, Cisl, Coldiretti, Compagnia delle opere, Confartigianato, Confcooperative e Movimento cristiano lavoratori) sono entrati in confusione, in collusione e in irritazione. Motivi? Il primo: ospitare o meno un Mario Monti guardato con sempre più distacco dai Sacri palazzi e, quindi, garantirgli o meno ufficialmente l'appoggio elettorale. Il secondo: la sorprendente vendemmia del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, nelle feconde vigne dell'associazionismo cattolico. Dopo il "Todi1" e il "Todi2", dunque, niente "Todi3". "Anche se poi - ha tenuto a sottolineare sempre Carlo Costalli - tutti noi presidenti delle Associazioni fondatrici del "Forum" ci vedremo lo stesso, una sera, a cena". Che tristezza, però: dalla nobile città di Jacopone a un'osteria della periferia romana.
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Monti contro Monti

"Mario Monti - si è spazientito il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - dica finalmente contro chi combatte".
Ma non è che, continuando a dire e a fare quello che sta dicendo e sta facendo, Mario Monti sta combattendo sempre più contro se stesso?
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martedì 8 gennaio 2013

La "ricarica" dei cinquanta a Palazzo Chigi

"Il primo novembre scorso - motivo la necessità di risparmiare 14 milioni di euro - erano stati "tagliati" cinquanta dirigenti "in più"alla Presidenza del Consiglio".
Ottimo buon esempio per Enti, Comuni, Province, Regioni e Ministeri. Peccato, però, che quei cinquanta dirigenti - come ha fatto conoscere Alfredo Macrì, presidente del Sindacato indipendente della Presidenza del Consiglio -  siano già rientrati o stiano rientrando alla spicciolata, zitti zitti, piano piano, ai loro posti e con gli stessi stipendi. "Come mai?" ha scritto, in una lettera aperta a Mario Monti, lo stesso Alfredo Macrì. Risposta? Nessuna. Silenzio totale. Con tanti saluti al vantato risparmio di 14 milioni di euro andato precipitosamente in fumo. E - fatto di non poco conto - all'intransigente rigore che Mario Monti continua ad indicare come simbolo nella sua bandiera politica e amministrativa. Pierferdinando Casini - come noto - va sempre più novellando della urgente necessità di una Terza Repubblica. E' corso, evidentemente, troppo in fretta. Torni indietro. Il suo "profeta" Mario Monti, come infatti sembra, è ancora fermo alla Seconda. E alle sue  deprecabili abitudini e regole non scritte pre-elettorali.
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Paradiso, Inferno e Purgatorio

"I ricchi - ha tuonato il "leader" di "Sinistra ecologia e libertà", Niki Vendola - vadano tutti all'Inferno".
All'Inferno  - dato che, parola del Nazareno riportata dai Vangeli, è più facile che un camello entri nella cruna di un ago piuttosto che un ricco entri in Paradiso - sarà compito di mandarceli, semmai, qualcun altro. A Niki Vendola potrebbe essere sufficiente l'auspicio che vadano a versare, finalmente, i loro esagerati - e, spesso, misteriosi - "surplus" di miliardi nel Purgatorio dell'Erario.
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