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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 11 gennaio 2013

Tutti assolti qua, tutti indagati là

"Nella supposta trattativa Stato-mafia - ha concluso la Commissione parlamentare presieduta dall'onorevole Giuseppe Pisanu - vi furono soltanto convergenze tra "boss" e dirigenti pubblici".
Mai conclusione, ancorché uscita da un lavoro protrattosi per lunghissimo tempo, è stata più superficiale, più vaga e più reticente. Tanto è vero che, appena qualche ora dopo la conoscenza di questa conclusione parlamentare, il pubblico ministero Nino De Matteo, al termine della sua requisitoria al Tribunale di Palermo, ha invece concluso con la richiesta di rinvio a giudizio per ben undici imputati: l'ex Ministro Calogero Mannino, l'ex Ministro Nicola Mancino, il senatore Marcello Dell'Utri, il pentito Giovanni Brusca, i "boss" Leoluca Bagarella, Totò Reiina e il medico Antonino Cinà che li ebbe un certo tempo in cura, Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo, Vito) e tre ufficiali dei Carabinieri (Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno). Tutto chiuso e tutto a posto, dunque, per la Commissione parlamentare, tutto invece da aprire e ancora da sistemare per il pubblico ministero Nino De Matteo. Ci sarebbe da chiedersi come mai. Come mai queste due conclusioni clamorosamente contrarie su uno stesso fatto oltretutto gravissimo e con gli stessi protagonisti ugualmente ascoltati nelle loro dichiarazioni. Ma perché chiederselo? C'è del marcio - faceva dire Shakespeare, nel 1600, ad Amleto - in Danimarca. Evidentemente, in qualsiasi modo dovesse concludersi il "caso", il marcio, in Italia, c'è ancora oggi.
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