"Il canone - sta tempestando di annunci, su tutte le sue reti, la Rai - è un'imposta obbligatoria legata al possesso dell'apparecchio televisivo".
Ma è proprio così? Secondo quanto a suo tempo pattuito tra il Ministero delle comunicazioni e la Rai, infatti, il canone va inteso come il corrispettivo di un servizio pubblico e non come una imposta di possesso. La Rai, dunque, va affermando un principio del tutto inesatto in punto di fatto e di diritto. Che, ove invece lasciato passare, potrebbe addirittura aprire la strada a conseguenze addirittura folli. Perché, se i cittadini vengono costretti a pagare l'imposta alla Rai per il solo fatto di possedere un televisore, a qualcuno, uno strano giorno, potrebbe anche venire in mente di estendere l'imposta di possesso sul frigorifero, sulla lavatrice, sulla lavastoviglie, sull'aspirapolvere che elettrodomestici sono classificati alla stregua di un televisore. Ipotesi improbabile e suggestiva? Sperabile. Intanto, però, sarebbe bene che la Rai fosse più precisa e meno scorrettamente intimidatoria nei suoi annunci. E, giacchè c'è, facesse sapere, ritenendo l'imposta a lei dovuta obbligatoria, quali sono mai le imposte non obbligatorie. Questo sì che sarebbe, per i suoi utenti, un servizio utile ed interessante.
.
Nessun commento:
Posta un commento