"Tutti coloro i quali hanno visto variare i dati relativi al possesso di un immobile sottoposto ad Imu - è venuta conferma dal Ministero dell'Economia - dovranno presentare una dichiarazione entro la fine di febbraio".
Tutti coloro i quali? Nemmeno per idea. Non dovrà infatti presentarlo la Chiesa. Perché - si è saputo - il Ministero dell'Economia non ha ancora perfezionato il decreto che stabilisce le caratteristiche di quel modulo di dichiarazione che dovrà tenere conto delle peculiarità dei nuovi soggetti da tassare. E, quindi, della Chiesa. Ma il motivo di questo ritardo che, con tutta probabilità, consentirà ai beni commerciali ecclesiastici di saltare un altro anno di Imu? Bocche cucite. "Dire non possumus" - viene risposto nei piani alti del Ministero dell'Economia - e, cioè, non possiamo dire. Forse, chissà, potrebbero dirlo - o, meglio, confessarlo - il Ministro in persona Corrado Passera o quel "prezzemolino" Andrea Riccardi il quale, a forza di andare e venire, ha ormai consumato l'asfalto che divide il Palazzo Chigi del suo ex "premier" Mario Monti dal Palazzo apostolico dei suoi amici cardinali. Ancor più, anzi, potrebbe dirlo proprio l'ex "premier" Mario Monti il quale, benché ancora alla guida del Governo della Repubblica per gli affari correnti, ha già buttato alle ortiche la sua terziarietà e la sua laicità. E il quale, per cercare di assicurarsi ancor più l'appoggio elettorale di certi monsignori e cardinali, non ha esitato ad ospitare generosamente, nelle sue liste, uomini di provata fede. Di provata fede loro: di certi monsignori e cardinali.
.
Nessun commento:
Posta un commento