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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 12 gennaio 2013

Violenta, violenta, tanto...

"Identificato e fermato dalla polizia - è avvenuto a Bergamo - un kosovaro di 33 anni, il quale si era reso colpevole di violenza sessuale nei confronti di una giovane incinta, è ora, per decisione del giudice per le indagini preliminari, agli arresti domiciliari".
Forse, però, sarà lui stesso a chiedere di essere rinchiuso in galera perché, appena appresa la decisione del magistrato, una notevole folla si è radunata sotto la sua abitazione e ha cercato di farsi giustizia alla Far West di una volta. Ma ritornerà sui suoi passi il giudice per lm indagini preliminari al quale sarebbe sembrato giusto non impiccarlo ad un albero, per carità, ma non chiuderlo nemmeno in prigione? E il Presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, rimasta giustamente turbata - come donna - dalle accuse rivolte da Silvio Berlusconi contro tre "sue" magistrate, vorrà finalmente esprimere il suo autorevole sdegno - anche come donna - per questo incredibile trattamento di favore riservato da un giudice ad un feroce violentatore senza scrupoli? O farà finta, così come l'Associazione nazionale magistrati, di non avere visto né sentito neppure questo grave fatto dopo  avere fatto finta di non avere visto né sentito che 110 pericolosi "boss" potrebbero uscire dal carcere per un clamoroso incredibile errore di un "suo" giudice nel motivare la sentenza di condanna? L'augurio è che si convinca a dire qualche cosa, su episodi così stupefacenti, almeno il Consiglio superiore della magistratura. Non tanto in nome del popolo italiano quanto per il buon nome di certi operatori di giustizia.
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