"Vi chiedo di fare qualcosa - così si è rivolta, al Presidente della Repubblica e a tutte le forze politiche, la madre di quel Fabrizio Corona incarcerato con sentenza definitiva - perché mio figlio paghi solo per quello che ha commesso, non per quello che non ha fatto".
Va bene, per carità, che - come si dice a Napoli - "Ogne scarrafone è bello a mamma soja" e "I figlie so' piezz' 'e core". Ma rivolgersi perfino al Presidente della Repubblica perché entri anche lui in qualche modo nella poco nobile "story" di Fabrizio Corona e vada ad interferire in una sentenza regolarmente passata definitivamente in giudicato, beh, insomma, non può che ritenersi del tutto fuori luogo. Anche in considerazione del fatto che sembrerebbe non potersi fare nulla per quanti sono ristretti in un carcere senza essere statai mai neppure giudicati e i quali, quando un giorno lo saranno, verranno magari riteunuti innocenti.
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