"Gianfranco Fini - hanno informato i giornali - si è sentito con Bersani, con Casini, con Rutelli e con Rosy Bindi sulle prospettive politiche dell'autunno e, in particolare, sul "programma giustizia" del Governo".
Ma Gianfranco Fini - comunque la si pensi sulla politica attuale e sulla politica a venire - non dovrebbe essere, in quanto Presidente della Camera, persona "super partes"? Al di fuori, per essere chiari, da ogni gioco politico? Dovrebbe, secondo la Costituzione, esserlo. E, invece, lui ha preso a sentirsi con segretari di partito grandi e piccoli, con esponenti a vario l ivello, perfino con Rosy "la santa bolscevica" e, magari, con il bue che ara i fertili campi molisani di Antonio Di Pietro. Ma, forse, non si comporta così per ignoranza della Suprema Carta. Potrebbe comportarsi così, semplicemente, per ignoranza del latino. Ritenendo che "super partes" non significhi "al di sopra delle parti", equidistante, obiettivo, neutrale. Ma significhi, magari, "parti da super", su di giri, a razzo, senza badare alle regole, passando anche con il "rosso". E comunque chissà, in questo caso, se si stia trattando di partenze per la tangente o per ruoli, secondo lui, più consoni e più prestigiosi. La storia, paziente, sta aspettando di registrare, di lui, anche questo.
.