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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 5 settembre 2010

Ministro-cardinale 3-0

"Nel 2005 - secondo i convincimenti appena confermati dai magistrati del Tribunale dei ministri di Perugia - il Cardinale Crescenzo Sepe (allora Prefetto di Propaganda Fide) avrebbe venduto per appena tre milioni di euro a Pietro Lunardi (allora Ministro per le infrastrutture) un palazzetto di cinque piani (proprietà della Santa Sede) a via dei Prefetti a Roma. E l'allora ministro Pietro Lunardi avrebbe sbloccato, su richiesta dell'allora Prefetto di Propaganda Fide Cardinale Crescenzo Sepe, un finanziamento pubblico da due milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione di un immobile di proprietà vaticana".
Lo scandaloso "do ut des" Cardinale-Ministro si commenta, ovviamente, da solo. C'è, tuttavia, un particolare curioso. L'allora Ministro Pietro Lunardi, alla fine dei giochi, si sarebbe dimostrato incredibilmente più abile del pur abilissimo Cardinale Crescenzo Sepe. Perchè, mentre lui si sarebbe messo in portafoglio un valore reale di almeno sei milioni di euro, il Cardinale avrebbe elemosinato appena due milioni e mezzo sull'unghia. Ma, forse, don Crescenzo Sepe non avrebbe potuto che comportarsi così: il suo titolo completo, infatti, è "Cardinale presbitero di Dio padre misericordioso". E la misericordia - cioè la profonda carità, la fraterna vicinanza, l'amorevole clemenza - devono per forza connotare le sue azioni e le sue omissioni. Anche, evidentemente, le azioni "pro ministri" e le omissioni "contra Santa Sede". Che, comunque, non avrebbe gradito perché, appena un anno dopo l' "interscambio in passivo", lo ha scaricato a Napoli nel ruolo di arcivescovo. Già qualcosa, in ogni modo, se si considera che l'allora Governo italiano - dopo avere sborsato due milioni e mezzo di euro pubblici allo Stato Vaticano - non ha avuto nulla da dire al suo ministro Lunardi che, con quella scandalosa operazione, in cambio si sarebbe portato a casa un bel mucchio di milioni di euro alla faccia dei contribuenti. Della buona amministrazione. Dell'etica politica.
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