Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 28 febbraio 2011

"Caso Tortora" sempre più caso

"I giornalisti Lino Jannuzzi e Sergio De Gregorio - tutto è accaduto senza che la "grande stampa" ne abbia dato giusto conto - sono stati condannati a versare un risarcimento, anche in sede civile, all'allora giudice Giorgio Fontana il quale avevano duramente criticato per quel suo procedimento istruttorio che aveva portato all'arresto e alla carcerazione del noto presentatore televisivo Enzo Tortora. Enzo Tortora il quale, poi, era stato invece riconosciuto completamente innocente ed era stato scarcerato in quanto risultate del tutto infondate, in Appello e in Cassazione, le accuse basate sia su clamorosi errori formali sia su dichiarazioni fantasiose rilasciate da personaggi come " 'o animale" (famoso per avere mangiato il cuore di un suo nemico) e " ' o pazzo" (che aveva avvelenato la madre, sparato al padre e dato fuoco alla fidanzata)".
Lino Jannuzzi e Sergio De Gregorio avevano scritto quanto ritenuto per lui offensivo dal giudice Giorgio Fontana il giorno in cui Enzo Tortora, che non si era mai ripreso da quella terribile esperienza, era morto di cancro. E, cioè, nel maggio 1988. Ebbene, dopo quasi ventidue anni, sono stati chiamati ora a pagare, dalla Seconda sezione civile del Tribunale di Napoli, per avere "offeso", scrivendo la verità, il giudice Giorgio Fontana. Il quale invece, nonostante il suo incredibile errore giudiziario, non è stato mai chiamato a pagare alcunché da alcuno. Non solo: nessuno ha mai pagato alcunché, neppure, alle figlie della vittima giudiziaria Enzo Tortora. Figlie le quali, anzi, hanno dovuto pagare le spese di un processo da loro intentato, e perso, contro il "camorrista" Gianni Melluso - noto negli ambienti della "mala" come "cha cha cha" - che aveva continuato ad accusare Enzo Tortora anche dopo la sua assoluzione definitiva e, perfino, dopo la sua morte. Le sentenze dei giudici - si continua a ripetere - non vanno mai criticate. Se però qualcuno volesse sapere come mai tutto ciò, potrebbe chiederlo al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano Clementina Forleo e al sostituto procuratore della Repubblica di Milano Elena Paciotti che quella decisione a sfavore delle figlie della vittima Enzo Tortora e a favore di "cha cha cha" hanno preso nel 1994.
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... Se però anche certa sinistra va a scuola privata

"Berlusconi - ha protestato l'intera sinistra politica - non può e non deve privilegiare la scuola privata depotenziando quella pubblica".
Protesta più che giusta. Istituzionalmente perché l'Italia è uno Stato laico. Socialmente perché è doveroso che venga adeguatamente sostenuta la scuola che è di tutti e non la scuola di una minoranza che ha già altri privilegi. Solo che alcuni esponenti della sinistra politica dovrebbero avere il buongusto, visto che non hanno la coerenza, di non intervenire sulla questione. Chi? Ad esempio, Giovanna Melandri che ha iscritto la propria figlia al "Collegio San Giuseppe" del Casaletto. Anna Finocchiaro che ha iscritto i propri figli in un istituto privato di Catania. Beppe Fioroni che ha iscritto il proprio figlio al liceo scientifico "Cardinal Regonesi" di Viterbo, gestito dalla Congregazione dei "Fratelli Maristi". Michele Santoro che ha iscritto la propria figlia all' istituto francese "Chateaubriand". Nanni Moretti che ha iscritto il proprio figlio all'istituto inglese "Ambrit international school". Ma dovrebbero tacere, anche, i genitori di quel tredicenne Giovanni che, al "Palasharp" di Milano si è guadagnato una "standing ovation" attaccando - magari giustamente - il Governo in carica. Dovrebbero tacere, insieme con il loro cresciuto Giovannino, perché il cresciuto Giovannino non frequenta la scuola pubblica del suo quartiere, ma l'esclusivo e carissimo istituto privato ambrosiano "San Carlo".
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Più non sai più libri vendi

"I miei libri di ricette - ha confidato, in una intervista, l'ex conduttrice di "Studio aperto" Benedetta Parodi - hanno già venduto due milioni di copie e pensare che non so neppure cucinare".
Di che cosa meravigliarsi? Anche troppi libri di narrativa e di saggistica hanno già venduto milioni di copie e pensare che i loro autori non sanno neppure scrivere.
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sabato 26 febbraio 2011

Quando il Prefetto ricorre al Prefetto

"L'auto del Prefetto di Milano - ha raccontato il periodico "Quattroruote" - è stata trovata, un giorno, parcheggiata in una porzione di spazio riservato ai disabili e i vigili hanno elevato contravvenzione".
Ma che cosa ha fatto il Prefetto di Milano quando, di lì a qualche giorno, ha ricevuto questa contravvenzione? Si è vergognato di essere stato scoperto in così grave comportamento e si è affrettato a pagare quanto dovuto? Macché. Ha preso carta e penna ma, invece di riempire il conto corrente della multa, ha riempito un foglio e, giustificando la sua sosta vietata con il fatto - parola sua - che l'auto era rimasta improvvisamente "in panne", lo ha spedito al Prefetto. Cioè, a se stesso. Ora, perciò, sarà interessante vedere se il Prefetto in veste di Prefetto istituzionale riterrà vera e accettabile la giustificazione del Prefetto automobilista contravvenzionato e, quindi, gli annullerà la multa. Oppure se il Prefetto automobilista contravvenzionato non sarà ritenuto giustificabile dal Prefetto in veste istituzionale e, quindi, dovrà correre a pagare il dovuto. Gli allibratori danno, nelle scommesse, il primo evento 1,50 a 1, il secondo 98,50 a 1.
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Senza carta igienica, ma con la "Maserati"

"Quando Michele Vietti è andato a ricoprire il suo ruolo di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura - ha segnalato "Panorama" - ha scelto, come auto di servizio, una "Maserati".
Sarebbe interessante, molto interessante, sapere con quali soldi di chi Michele Vietti abbia potuto acquistarsi, come auto di servizio, una costosissima "Maserati". Anche perché non c'è giorno che qualche magistrato denunci di non poter lavorare senza problemi per il fatto che gli manca la carta in ufficio e perfino la carta igienica al bagno.
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Le mutande che ama Morandi

"Destinerò i 700 mila euro circa guadagnati al "Festival di Sanremo - ha dichiarato, in una intervista, Gianni Morandi - al mio amatissimo "Bologna calcio".
"Socc'mel"! I ventidue in mutande rossoblu saranno contenti che qualcuno sia finalmente venuto ad assicurare loro, almeno, due o tre stipendi futuri. Meno contenti saranno i ventiduemila e più precari che, anche loro in mutande, da Gianni Morandi non sono evidentemente amati, invece, nemmeno un po'.
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giovedì 24 febbraio 2011

La baronessa Ashton e il granduca D'Alema

"La baronessa britannica Catherine Ashton - stanno riportando i giornali - continua a non assolvere, di fronte alla tragedia che sta sconvolgendo i Paesi africani affacciati sul Mediterraneo, il suo importante ruolo di Ministro degli Esteri dell'Unione europea. Non solo: una volta che ha cercato di farsi vedere e sentire, in Egitto le hanno decisamente chiuso le porte in faccia".
Ennesima prova di inefficienza e di mancanza di personalità, dunque, da parte della baronessa britannica Catherine Ashton. Per cui, a questo punto, sale legittima una domanda: ma sulla base di quale "curriculum" la titolata signora è stata a suo tempo scelta in un ruolo delicato e difficile come quello di Ministro degli Esteri dell'Unione europea? Solo perché baronessa, baronessa di Upholland? Ma allora, se l'Europa avesse a suo tempo scelto di farsi rappresentare proprio da qualche "quarto di nobiltà", di gran lunga più lungimirante e più opportuna sarebbe stata la scelta - fatta invece cadere all'ultimo momento - dell'italico Massimo D'Alema. Il quale non avrebbe avuto alcuna difficoltà a muoversi, date le sue doti e la sua esperienza, in modo corretto e tempestivo. E però no - potrebbe obiettare ancora più di qualche deputato europeo - no, assolutamente no, perché Massimo D'Alema non aveva - chiaro o no? - alcun "quarto di nobiltà". Ma va là. Massimo D'Alema, da tempo, è uno degli arciduchi della sinistra italiana. Molto meglio e molto di più di una scialba baronessa britannica di Upholland.
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Impar rispetto

"Il padre del noto scrittore, giustizialista e opinionista "XY" - ha pubblicato un giornale berlusconiano - dovrà prossimamente comparire, davanti ai giudici del Tribunale di "K", per rispondere dell'accusa di truffa, ricettazione, corruzione e concussione ai danni della Asl "J".
Il giornale berlusconiano ha pubblicato nomi, luoghi e circostanze con una precisione degna del migliore "scoop". Nomi, luoghi e circostanze che qui sono stati invece sostituiti da "X", "Y", "K" e "J" per un doveroso rispetto sia nei confronti della persona rinviata a giudizio, ma non ancora eventualmente condannata, sia del figlio che - come tutti i figli - non deve essere chiamato in causa, in ogni caso, per una colpa che può o che potrebbe riguardare il proprio padre. Un doveroso rispetto, però, che piacerebbe constatare da parte di tutti. Da parte del giornale berlusconiano (che, invece, si è "buttato a pesce" sulla notizia), ma anche da parte dello stesso scrittore, giustizialista e opinionista "XY" (che, purtroppo, il doveroso rispetto continua a non dimostrare quando si tratti di occuparsi di certi altri reati ancor prima che siano ipotizzati, notificati ai diretti interessati e definitivamente sentenziati come in realtà tali).
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Sconvenientemente caro Benigni

"Roberto Benigni - continuano le critiche ad alcuni passi della sua esibizione durante la serata dedicata dal "Festival di Sanremo" all' Unità d'Italia - ha commesso almeno due errori clamorosi. Il primo è là dove ha detto che il tricolore della bandiera è da ricollegarsi alla descrizione dantesca di Beatrice nel Purgatorio quando, invece, è da ricollegarsi ai tre colori già esistenti nella bandiera della Repubblica cisalpina. Il secondo è là dove ha detto che le stoffe rosse per le tradizionali camicie dei Mille erano state acquisite in Argentina quando, invece, erano state acquisite in quella Montevideo che Garibaldi stava difendendo proprio dall' Argentina".
Che cosa dire? Ci sarebbe da dire, indubbiamente, molto. Ma oggi, qui, "Fatti e misfatti" preferisce limitarsi a ricordare di avere annotato - alla vigilia del "Festival" - che sarebbe stato molto più conveniente, per una "mezz'ora patria", invitare un bravo professore di storia per 50 euro piuttosto che un pur bravo personaggio di spettacolo e bravo venditore di se stesso per 250 mila euro. Molto pià conveniente economicamente. Ma, viste le "papere" di Roberto Benigni durante l'esibizione, più conveniente anche storicamente e culturalmente. Oltre che dal punto di vista dell'immagine.
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I "cosiddetti" di Rosy Bindi

"Rosy Bindi - ha riportato, in particolare, il "Corriere della sera" - riunitasi con tutti i parlamentari cattolici del Pd per cercare di trovare un punto comune quando il testamento biologico approderà il 7 marzo nell'aula di Montecitorio, ha sostanzialmente sostenuto che, oggi, "la libertà di coscienza è da considerarsi un lusso" Che, senza tante storie, la battaglia contro Berlusconi, oggi, è più importante dei dubbi e delle titubanze dei cattolici anche su temi etici così rilevanti".
Ma davvero Rosy Bindi ha sostenuto questo? Davvero. Dimostrandosi ancora una volta, dunque, così poco cristianamente disposta ad essere vicina anche al più incallito peccatore da arrivare a tradire perfino i princìpi fondamentali della sua fede. E così tanto masochista da non esitare a comportarsi come quel famoso tizio che, per fare dispetto alla moglie, non aveva esitato a tagliarsi i "cosiddetti".
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Primarie olimpiche?

"Incassati l'appoggio del Governo e della Confindustria per i "Giochi olimpici" del 2020 a Roma e il sì di Mario Pescante quale presidente del Comitato promotore - ha fatto conoscere il Campidoglio - si attende, ora, che le forze di opposizione designino, come è stato loro richiesto, un vicepresidente di loro estrazione".
Giusto ed opportuno che le forze di opposizione siano state chiamate ad essere sostanzialmente presenti, con un loro vicepresidente, ad una operazione tanto prestigiosa quanto, soprattutto, non facile. L'augurio, però, è che le forze di opposizione non vogliano decidere anche la scelta di questo vicepresideente con più o meno movimentate "primarie".
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Rosario versus Stefania

"E' in atto uno scontro - ha rivelato un settimanale - fra il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e il professore di teologia dogmatica don Rosario Lo Bello. Motivo? Lei non avrebbe alcunché in contrario, se, in una insenatura protetta del Siracusano, fosse completato un "resort" con i finanziamenti dello pseudomarchese Emanuele di Gresy. Lui, invece, quella insenatura vorrebbe proteggere e continuare a garantire al godimento di tutti".
Come andrà a finire? Dipende. Se lo scontro finale dovesse avvenire sui tavoli ministeriali, per l'insenatura protetta ci sarebbero - esperienze alla mano - ben poche speranze. Se dovesse invece avvenire su un ring di pugilato, l'insenatura protetta potrebbe tirare un sospiro di sollievo: don Rosario Lo Bello, infatti, non è solo un dotto professore di teologia dogmatica, ma è anche un tosto praticante di boxe e di arti marziali. Pronto a porgere cristianamente l'altra guancia, ma - come assicura chi lo conosce - a porgere, quando è il caso, il pugno del ko. Magari facendosi subito dopo - come il celebre don Camillo di Giovannino Guareschi - un più o meno contrito "Segno della Croce".
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lunedì 21 febbraio 2011

Le assistite di "Amnesty international"

"Irene Khan - ha rivelato il quotidiano inglese "Daily Mail" - quando ha lasciato il suo incarico di segretaria generale di "Amnesty international", ha ricevuto una buonuscita equivalente a quasi 600 mila euro. Non solo: la sua vice Kate Gilmore, sempre quando se n'è andata dall'organizzazione, ha avuto sì meno, ma pur sempre l'equivalente di 360 mila euro".
Incredibile: nessuno avrebbe mai pensato che "Amnesty international" intendesse, per aiuti umanitari, cose del genere.
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Professor Ainis, ma che scritto hai?

"Va bene l'autonomia dei giudici - ha scritto Michele Ainis, docente di "Istituzioni di diritto pubblico" all'Università di Roma 3 - ma, alla prova dei fatti, questa autonomia degenera in separatezza, la separatezza in arbitrio, l'arbitrio in impunità generalizzata. Cane, insomma, non mangia cane".
Il professor Michele Ainis ha scritto tutto ciò su un giornale berlusconiano? No: lo ha scritto su "L'Espresso" del 24 febbraio. Ma allora? Allora chissà. E chissà se il Silvio da Arcore, dopo averlo saputo, gli ha mandato per gratitudine a casa - sfidando, ancora una volta certi magistrati - una cassetta di pregiati vini d'annata.
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"Stalking" Rai

"Gentilissima signora - ha scitto la Rai a Gaetana Maria C. - le ricordiamo il pagamento dell'abbonamento alla televisione".
Che cosa c'è di strano? - potrebbe chiedere qualcuno - la Rai, di lettere simili, ne invia a decine e decine di migliaia. Lo strano, invece, c'è. Perché la signora Gaetana Maria C., nel 1971, ha fatto le sue valige, ha salutato tutti - Rai compresa - e si è trasferita negli Stati Uniti. Non solo: la signora Gaetana Maria C., dopo avere vissuto la sua nuova vita negli Stati Uniti e avere pagato l'abbonamento a qualche tv di lì, è morta dopo appena dieci anni. E' morta, cioè, nel 1981. L' 8 aprile, per l'esattezza, del 1981. Come se nulla fosse - però - e come se la Rai non fosse stata mai avvertita di questi eventi, la signora Gaetana Maria C. ha continuato a ricevere, dal 1971 ad oggi, l'invito a pagare l'abbonamento all'italica televisione. Puntualmente ogni anno. Fino a quest'anno. Per ben quarant'anni. E dunque, sì, Rai di tutto e di più. Anche di ostinata deficienza, questa volta, amministrativa. Perfino di "stalking" contro una defunta.
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Le "Ferrovie" al lavoro per il treno papale

"Benedetto XVI° - si è avuta conferma in Vaticano - si servirà del treno per recarsi, alla fine di ottobre, ad Assisi e l'amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, si è già messo al lavoro per il grande evento".
Un consiglio umilissimo, ma pratico, a Bendetto XVI°: il giorno in cui partirà per Assisi con il treno dell'amministratore delegato delle Ferrovie, porti con sé un centinaio di rosari. Forse dovrebbero bastargli per superare il tempo del viaggio con relativo tradizionale ritardo.
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sabato 19 febbraio 2011

Io, giudice laico, ti condanno alla Messa del parroco

"Condanniamo questi due ragazzi di Bassano del Grappa appartenenti ad una "baby gang" specializzata in piccoli furti e in frequenti minacce nei confronti anche di bambini - ha deciso il Tribunale dei minori di Mestre - a fare opere di bene e ad andare tutte le domeniche a Messa per un anno intero".
Uno scherzo di Carnevale? No, purtroppo, un episodio preoccupantemente serio. Perché un Tribunale di uno Stato laico si è sostituito ad un prete in un confessionale e poco ci è mancato che desse come pena, ai due minori, anche dieci Pater, Ave e Gloria. Ma anche perché qualcuno - non solo Oltretevere - potrebbe non essere d'accordo sul fatto che il costringere due pur piccoli delinquenti a frequentare la Messa tutte le domeniche per un anno possa essere considerata come una pena. Una pena adeguata - se il Tribunale dei minori di Mestre voleva essere proprio originale - avrebbe potuto essere, ad esempio, mandare i due ragazzacci a pulire i gabinetti della scuola o - per restare in territorio ecclesiale - dell'oratorio. Oppure mandarli ad usare le loro manacce, in qualche fattoria del Bassanese, nel governo dei maiali o nella mungitura delle mucche. Tanto per dire. Ma, soprattutto, per non dire. Anche su quello di incomprensibile - almeno per il "volgo sciocco" - che, da qualche tempo, sta continuando ad uscire da certe aule giudiziarie.
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Durnwalder sempre più a pera

"Ho scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Giuseppe Napolitano - ha fatto sapere il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, resosi famoso per la sua dichiarazione di non voler partecipare ad una iniziativa per i 150 anni dell'Unità "in quanto non è stato l'Alto Adige a scegliere di far parte dell'Italia "- e gli ho scritto per dichiararmi disposto a spiegargli la mia posizione, ma anche per invitarlo, in qualsiasi momento, qui da noi".
Luis Durnwalder, dunque, sempre peggio. Intanto perché ha mandato a dire al Presidente della Repubblica di essere disposto - bontà sua - a spiegargli i suoi discorsi sempre più a pera in patria di mele. Poi perché, nell'invitare il Capo dello Stato avendo mantenuto la sua assurda posizione sulle celebrazioni per l'Unità d'Italia, è come se avesse invitato un Capo di Stato straniero. Che quindi accoglierebbe - parola di "altoatesino doc" - con tutti i dovuti onori, gli schuetzen in alta uniforme e un gigantesco strudel con uno stecchino, al centro, per reggere una bandierina austriaca.
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Mauro Moretti come i suoi treni

"Quando abbiamo presentato l'iniziativa di regalare 20 mila nostre riviste a "Trenitalia" per i suoi utenti - ha raccontato Marilena Ferrari, presidente della fondazione che ha rilevato l'ex casa editrice di Franco Maria Ricci - l'amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, è arrivato con oltre mezz'ora di ritardo".
Sarebbe interessante sapere, ora, se l'amministratore delegato delle Ferrovie, per scusarsi del ritardo, abbia rilasciato alla brava signora Marilena Ferrari il "bonus" per un viaggio scontato, almeno, da Roma Termini a Roma Tiburtina.
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venerdì 18 febbraio 2011

Se Fini continua a stonare...

"E' verosimile che la fragile maggioranza di cui godono alla Camera possa allargarsi - ha ufficialmente dichiarato Gianfranco Fini che continua ad essere abbandonato dai suoi dopo i continui "strappi" con Berlusconi - viste le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente..."
Parole come pietre che - per carità - potrebbero anche rispecchiare la realtà. Quello che di queste parole stona comunque, però, è la persona che le ha ufficialmente pronunciate. Gianfranco Fini - come noto - è sì un parlamentare e il Presidente di un movimento politico con pieno diritto di lanciare anche pietre contro chi gli sembri giusto, ma è soprattutto - qui è il punto - un Presidente della Camera che ha tutto il dovere di parlare e di agire sempre al di sopra delle parti. Di essere, Costituzione alla mano, un terzo imparziale. Di non lanciare pietre politiche contro nessuno. Né a destra, né al centro, né a sinistra. Non sarebbe male allora che qualcuno, magari dall'alto di un colle, ritenesse utile ricordarglielo. In privato - ci mancherebbe altro - per non creare ulteriori turbamenti istituzionali. Anche se non al telefono - Dio ci scampi - per non ritrovare il colloquio riservato, qualche ora dopo, sui tabulati di certi intercettatori e nelle redazioni di certi giornali.
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Un applauso a Benetton, un fischio a Zaia

"Cambia tutto - ha fatto conoscere la propria riflessione la famiglia Benetton - la gente non si appassiona più alla pallacanestro e alla pallavolo, quindi noi non finanzieremo più le due pur ottime squadre e indirizzeremo i nostri investimenti verso attività legate al sociale, alle famiglie, ai giovani".
Un grande applauso alla "United colours of Benetton" per quell'arcobaleno di speranze e di solidarietà che intende produrre in un cielo oggi così nero per tante persone in difficoltà. Un grande fischio di disapprovazione, invece, al Governatore veneto Luca Zaia il quale, appena venuto a conoscenza delle buone intenzioni della famiglia Benetton, se n'è rammaricato e ha espresso la speranza di un ripensamento. Sarebbe però interessante conoscere se Luca Zaia abbia parlato a nome proprio - da Governatore di una Regione, ma del tutto fuori dal mondo reale - oppure con il sostegno dell'intera Lega. Una Lega che, ostinatamente ferma alle proprie canotte bianche, non se la sentirebbe di vedere improvvisamente in difficoltà, magari, le canotte multicolori delle due squadre vanto del Veneto. Con tanti chissenefrega alle necessità del sociale.
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Test antidroga

"Il settore degli operatori sanitari - sta per decidere la Conferenza Stato-Regioni - sarà presto incluso tra i settori già sottoposti ai test antidroga. Poi toccherà anche agli insegnanti".
Preoccupazione e decisione quanto mai opportune. Qualcuno, però, si è posto questa domanda malandrina: quando si deciderà di sottoporre ai test antidroga anche i magistrati e i giornalisti?
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Bunga bunga e Bindi Bindi

"La Presidente del Pd, Rosy Bindi - ha testualmente scritto "Il Giornale" - viene indicata come possibile "leader" dell'ammucchiata anti-Berlusconi".
Ammucchiata anti-Berlusconi? Strano che "Il Giornale", allora, non abbia già elaborato anche questo raffinato concetto: "Al bunga bunga delle ammucchiate "made Berlusconi" la sinistra starebbe cercando di apporre il Bindi Bindi delle ammucchiate "made Bersani".
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Il "flop" di Alessandra

"Alessandra Mussolini - si è letto nei risultati dell'ultimo esame per l'abilitazione alla professione medica - non ammessa".
La straripante onorevole Mussolini, però, se l'è cercata. Se avesse partecipato di meno a movimentati "show" televisivi e fosse rimasta più immobile sui libri di anatomia, sarebbe stata presumibilmente ammessa.
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mercoledì 16 febbraio 2011

Nemesi a senso unico

"Viene subito in mente la nemesi storica - ha scritto "Famiglia cristiana" in merito al processo intentato contro il Presidente del Consiglio per il "caso Ruby" - Tu, Berlusconi, delle donne ti sei servito e in malo modo; le stesse donne faranno ora giustizia".
"Famiglia cristiana", insomma, ritiene con assoluta certezza non solo che il "caso Ruby" sarà comprovato in sede processuale, ma anche che i tre giudici donne - ove questo "caso" fosse realmente comprovato - agirebbero con spirito di vendetta e non secondo giustizia. Doppio autogoal, dunque, senza neppure accorgersene. Ma, anche, doppia faccia tosta. Perché, mentre si scrive come si scrive sul "caso Ruby" tutto ancora da giudicare, non si è mai scritta una riga sui numerosi casi di pedofilia già giudicati ancorché faticosamente. E perché la nemesi storica evocata da "Famiglia cistiana" non l'ha mai indotta coerentemente a scrivere "tu, "pecorella smarrita" in tonaca, dei minori ti sei servito e in malo modo; gli stessi minori dovrebbero fare ora giustizia".
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Un genio di nome Giorgia

"Mi chiamo Giorgia - si legge in una lettera pubblicata sulla "Stampa" di Torino - ho un solo mese, ma tanta dignità: me l'hanno insegnata la mia mamma, il mio papà e i miei nonni che nulla hanno in comune con certi danarosi che vogliono rimanere giovani attorniati da ragazzine compiacenti..."
Eccezionale Giorgia. Al di là di quello che contiene la "sua" lettera alla "Stampa" di Torino, complimenti per la sua capacità, ad appena un mese di età, di scrivere così correttamente e di avere già assimilato gli insegnamenti della famiglia intera. L' augurio è che un genio così, quando avrà conseguito la laurea, non se ne vada a lavorare all'estero.
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Antonio l'impedito

"Antonio Di Pietro - si è saputo - non si è presentato ai giudici del Tribunale di Milano che si sta occupando della presunta truffa in merito a certi rimborsi elettorali, ha invocato un suo impedimento istituzionale e ha mandato il suo avvocato".
Ergo: secondo certi giudici del Tribunale di Milano a Silvio Berlusconi non andrebbe riconosciuto alcun impedimento, ma Antonio Di Pietro può essere legittimamente considerato e trattato come un vero impedito.
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Caro Benigni

"Benigni - è stato confermato - percepirà 250 mila euro per salire trenta minuti sul palco del "Festival di Sanremo" e spiegare al volgo, in omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia, l' "Inno di Mameli".
250 mila euro per mezz'ora? Sembrerebbe, con tutto il rispetto, notevolmente troppo. Un bravo professore di storia, addirittura per un'ora, avrebbe chiesto al massimo cento euro.
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Rivoluzioni da scommessa

"Sui Paesi prossimi alle rivolte dei popoli - hanno fatto conoscere gli allibratori - diamo Yemen e Palestina a 2,80, Turchia e Algeria a 4, Israele a 4,50, Libia e Marocco a 7, Pakistan a 11".
Dopo le scommesse sui cavalli, sui cani, sui trasferimenti dei calciatori, sui risultati delle partite, sui fidanzamenti e sulle separazioni dei "big", sui risultati elettorali, sulla tenuta dei governi, sulla glaciazione terrestre, ecco - ora - le scommesse sul Paese con più possibilità di rivoluzione popolare. Si fermerà mai questa manìa? Forse nemmeno dopo la fine del mondo. Perché chi ci aveva scommesso, per quel giorno invece che per un altro, dovrà incassare la quota della sua vincita e rigiocarla sull'esistenza o meno dell'inferno.
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Quote

"Il Cavaliere - ha titolato "Il Giornale" riferendosi ai nuovi supposti numeri della sua maggioranza alla Camera - vede quota 325".
Ma è sempre una inezia. Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, nel lontano 1954 sul K2, videro e raggiunsero quota 8611.
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lunedì 14 febbraio 2011

Il saldo d'oro a Giancarlo Cimoli

"I 750 mila euro elargiti da "Alitalia" a Giancarlo Cimoli quale emolumento legato a non ben specificati risultati aziendali - ha appena sentenziato la Corte dei conti - sono da considerarsi un danno erariale, anche in considerazione del fatto che "Alitalia", quando Giancarlo Cimoli fu liquidato, si trovava con attività e bilancio in profondo rosso".
Che cosa accadrà ora? Che Giancarlo Cimoli - il quale, tra l'altro, nel fare le valigie per andarsene in quelle valigie aveva lietamente messo anche quattro milioni e mezzo di liquidazione - dovrà restituire almeno quei 750 mila euro sottratti non meritatamente all'Erario? Macché. La Corte dei conti gli ha fatto uno sconto che nemmeno il saldo più conveniente: il povero Giancarlo Cimoli, infatti, dovrà restituire, dei 750 mila euro indebiti, appena 150 mila. Ma, d'altra parte, che diamine? Mica si può permettere che un "supermanager" dello Stato venga costretto a vivere, all'improvviso, sotto i ponti come un barbone.
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Benedetto xvi° e i rom

"Dobbiamo domandarci - si è rivolto Benedetto XVI° alla folla riunita in piazza San Pietro - se una società più solidale e fraterna, più coerente nell'amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare il terribile fatto che ha ucciso, in una baraccopoli romana, quattro piccoli rom".
Domandiamocelo, certo, ma è più che evidente che il fatto - come, purtroppo, tanti altri simili - si sarebbe potuto evitare. Ora però, non dimenticando il dolore e il rimorso per il passato, appare quanto mai urgente, per il presente e per il futuro, riscoprire - come ha giustamente ammonito Benedetto XVI° - più solidarietà, più fraternità, più coerenza nell'amore e - per i tanti fedeli della Chiesa - più cristianesimo. Una riscoperta, però, che dovrebbe essere davvero di tutti. Di tutta la società. Civile, ma anche religiosa. Cosicché c'è da augurarsi - tanto per cominciare - che vengano aperti ai rom, quelli veramente poveri e veramente onesti, tutti i conventi rimasti senza più suore e senza più frati e almeno qualcuno dei numerosissimi immobili dei quali lo Stato vaticano è proprietario in tutta Italia, Amen.
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Esagerazioni

"Voglio ammazzare Berlusconi - ha testualmente scritto una giornalista sul sito internet "Savonaeponente.com" - e non mi sento neppure in colpa per questo mio pensiero".
La Polizia postale ha oscurato il sito e sequestrato il computer come avrebbe giustamente fatto se, invece di Berlusconi, si fosse trattato di Bersani, Di Pietro, Vendola, Casini, Fini, Rutelli e ogni cittadino anche "qualsiasi". E dunque, obiettivamente, ha ben agito. Chi non ha agito bene, invece, è stata l'Associazione ligure dei giornalisti la quale, invece di bacchettare più o meno duramente la sua iscritta e le sue dichiarate volontà omicide, ha protestato contro l'iniziativa della Polizia postale in quanto ritenuta "esagerata". Quasi a voler dire: per essere oscurati sul sito e richiamati ad un minimo di etica professionale non basta annunciare una semplice volontà di ammazzare: occorre metterla in atto. "Ad maiora".
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Mutande, pantaloni e telecamere

"Showgirls - ha esortato l'attrice Claudia Mori - non fatevi mettere le telecamere nelle mutande".
Esortazione di mamma buona ed attenta, di esperta donna di questo mondo. Solo che, ora, il furbo "showboy" di Arcore potrebbe cogliere la palla al balzo. E dire: "Ma allora Claudia Mori sarà fiera di me, visto che io mi sono sempre ribellato a che mi fossero messe non solo le telecamere, ma perfino le indagini, nei pantaloni.
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domenica 13 febbraio 2011

Risarcimenti

"Farò causa allo Stato - si è indignato Silvio Berlusconi - per essere risarcito dei danni procuratimi dalla Magistratura".
Ma chi è lo Stato? Lo Stato sono tutti i cittadini italiani. E di chi sarebbero i milioni di risarcimento richiesti? Di tutti i cittadini italiani. Cosicché c'è da augurarsi che, nel più o meno improbabile caso che Silvio Berlusconi riuscisse ad ottenere un giorno questo preteso risarcimento, non esiterebbe a riversarlo nelle povere casse dello Stato e nelle tasche di tutti i poveri cittadini italiani. In tal modo, infatti, la non piccola somma potrebbe essere destinata a risarcimenti ben più dolorosi. Come quelli alle famiglie dei militari uccisi dall'uranio impoverito nelle varie missioni di pace, alle vittime della malasanità, agli innocenti rimasti per anni in una cella e poi completamente scagionati, ai piccoli investitori truffati da mascalzoni che - spesso - hanno tranquillamente evitato il carcere. Tanto per fare soltanto qualche esempio. E per ricordare a tutti - nessuno escluso - che, in Italia, di vittime ce n'è, purtroppo, ben più di una. Anche più ingiuste e più clamorose.
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Il "piccolo mafioso" di Carnevale

"In un negozio del centro città - hanno denunciato alcune signore napoletane - viene messo in vendita, al modico prezzo di euro 34,90, il costume carnescialesco del "piccolo mafioso". E gli affari vanno a gonfie vele".
Altri tempi, signore mie. Una volta i bambini venivano mascherati da principe azzurro, da Mago Merlino, da sceriffo, da Batman, da Peter Pan, da Sandokan, da D'Artagnan, da maragià, da pagliaccio, da Pulcinella, da astronauta, perfino da diavolo bonaccione. Oggi, ormai, vengono "vestiti mafioso" fin da piccoli. Con tanti auguri per il buongusto, il buonsenso civico e la loro educazione ai giusti valori. E per un brillante inizio di carriera oltre i giorni pazzi di un Carnevale e di un'Italia sempre più pazzi.
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Idioti ed evasori

"Quelli che votano Berlusconi - ha gorgheggiato la cantante Milva al Palasharp di MIlano - sono degli idioti".
Potrebbe essere anche così o, perlomeno, ognuno è liberissimo di pensarlo e perfino di gorgheggiarlo. La cantante Milva, comunque, non è fra quegli idioti e lei ne è contenta. Contenti della sua contentezza. Per niente contenti, invece, nel ricordare che lei, pur avendo a suo tempo ottenuto l'onorificenza di commendatore della Repubblica, di lì a poco fu scoperta con sette milioni di euro in un conto corrente di una banca nel Liechtenstein. E dunque, se secondo lei quelli che votano per Berlusconi sono degli idioti, secondo il Fisco quelli che depositano milioni di euro in Liechtenstein sono degli evasori. Evasori di fatto e non per opinione.
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Figlie, papà e "papi"

"Mia figlia - ha innalzato il cartello un cinquantenne partecipante ad una manifestazione anti-Berlusconi - non te la prendi".
Legittimo e deciso avvertimento di padre. Ma occorrerebbe sapere se sua figlia è d'accordo. Perché una volta, sì, tutte le figlie, nel bene o nel male, ubbidivano ai papà. Oggi, invece, molte ubbidiscono solo ai "papi".
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martedì 8 febbraio 2011

Al di sopra del Capo dello Stato

"L'esercizio del diritto costituzionale a manifestare pacificamente - ha ammonito il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo i tafferugli in prossimità della villa di Silvio Berlusconi ad Arcore - non deve degenerare in inammissibili disordini e scontri provocati da gruppi estremisti".
Berlusconi o non Berlusconi, ammonimento giusto ed opportuno. Solo che il Presidente della Repubblica in quanto garante della Carta costituzionale è stato incredibilmenete snobbato in quanto Presidente dell' organo supremo dei magistrati. Il giudice per le indagini preliminari di Monza, cui è toccato occuparsi dei tafferugli in prossimità della villa di Arcore, ha infatti subito scarcerato i due giovani arrestati e denunciati dalle forze di polizia in quanto - ecco il punto in contrasto con il Presidente Napolitano - "il loro ruolo nei disordini non è stato connotato da particolare gravità". I due giovani, così, sono stati rimessi in libertà e, insieme ai loro "compagni di disordini e di scontri" che li stavano aspettando, hanno lietamente brindato a spumante. Alla faccia non tanto di Silvio Berlusconi quanto della Carta costituzionale e della Giustizia giusta. Soprattutto di un Presidente della Repubblica smentito e scavalcato.
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Mele e discorsi a pera

"Non siamo stati noi a scegliere di far parte dell'Italia - ha dichiarato Luis Durnwalder, Presidente della Provincia autonoma di Bolzano - e, quindi, nessuno "stand" del "Made in Alto Adige" alla "Mostra delle Regioni" che sarà allestita, a Roma, in occasione dei 150 anni dell'unità".
Peccato. Verranno infatti a mancare, alla "Mostra delle Regioni" in occasione dei 150 anni dell'unità, non solo le saporite mele del Trentino Alto Adige, ma anche gli sciapi discorsi a pera del Presidente della Provincia autonoma di Bolzano.
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Il campionato di calcio falsato da Ruby

"Stiamo pagando in campionato - si va mormorando negli ambienti del "Milan calcio" - l' "effetto Ruby".
Ma perché queste mormorazioni? A meno che la prorompente Ruby, ogni volta che usciva dalla villa di Arcore, non entrasse nelle ville dei calciatori del "Milan calcio".
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Il fine ha giustificato il mezzo?

"Non conosciamo alcuna signora Marilena Iannotta e non abbiamo ucciso il suo cane - si è infuriato il sindaco di Reconvilier, Flavio Torti - e, dunque, basta con queste accuse contro di noi lanciate su Internet".
Internet bugiarda, dunque? Sì, secondo il sindaco di Reconvilier. Il quale, tuttavia, non ha potuto smentire l'esistenza di una norma cantonale del 1904 che prevede davvero, in caso di mancato pagamento della tassa di proprietà di un cane, il suo abbattimento. E non ha potuto nemmeno smentire il fatto che, subito dopo la diffusione della notizia da lui bollata come falsa, molti proprietari di cani fino a ieri non registrati si sono affrettati a pagare la terribile tassa. Cosicché, a qualcuno, è venuto un dubbio birichino: sta a vedere che, per indurre a pagare i proprietari dei cani non registrati e non tassabili, sia stato un solerte impiegato del sindaco Flavio Tosi a diffondere, su Internet, la fantasiosa ma terrificante notizia del cane abbattuto poiché la sua padrona non aveva versato la tassa dovuta. Improbabile, ma non impossibile. E, semmai, neppure troppo condannabile. Non è stato un grande politico e stratega come Nicolò Machiavelli, d'altra parte, ad insegnare che "il fine giustifica i mezzi"?
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lunedì 7 febbraio 2011

Chi sbaglia chi?

"Basta con i furbi - si è indignato il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un incontro a Bologna con i giovani di "Generazione futura" - chi sbaglia paghi".
Giusto ed opportuno. Ma il Presidente Gianfranco Fini ce l'aveva con il signor Fini Gianfranco?
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A chi l'economia italiana?

"Per l'economia italiana - ha fatto sapere il segretario del Pd, Pierluigi Bersani - non ci vuole un filosofo, un ragioniere come Tremonti, ma ci vuole un idraulico".
Un idraulico? Sì, un idraulico. Il segretario del Pd avrà certamente i suoi buoni motivi per una convinzione simile. Viene tuttavia da chiedersi: ma perché proprio un idraulico e non, ad esempio, un fabbro o un falegname?
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L' "en plein" del Primo maggio a Roma

"Autorità locali, regionali e statali - si è saputo - hanno già cominciato a ragionare su come fronteggiare il Primo maggio a Roma quando più di mezzo milione di persone parteciperà alla tradizionale "Festa del lavoro" in piazza San Giovanni e un milione di persone alla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo secondo in piazza San Pietro".
Si starà a vedere quale magìa o quale miracolo scaturirà, alla fine, per fronteggiare quel prossimo specialissimo Primo maggio. C'è comunque da rallegrarsi, intanto, per il fatto che, sempre per quello stesso giorno, non siano stati organizzati anche un "derby" amichevole Roma-Lazio allo Stadio Olimpico e una "Sagra della porchetta" gratis al Circo Massimo.
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Eugenio, Oscar e l'acqua calda

"Wilde - ha tenuto a sottolineare il maestro di vita e di giornalismo Eugenio Scalfari - si sarebbe messo ad urlare di disgusto vedendo la Santanché e le vallette che popolano i palazzi e le ville dell' Amor vostro".
L' "Amor vostro", per capirsi, sarebbe Silvio Berlusconi. Intanto, però, perché Amor nostro? Il maestro di vita e di giornalismo, nel suo noto convincimento di onnipotenza, vorrebbe anche imporci, adesso, quali debbano essere i nostri amori? Ma, poi, bella scoperta dell'acqua calda. Oscar Wilde (Wilde, come lui lo menziona da intellettuale a intellettuale) aveva tendenze e gusti notoriamente contrari - per rimanere in campo letterario - a Gabriele D' Annunzio. E, quindi, certo che si sarebbe messo ad urlare vedendo la Santanché e certe provocanti vallette.
Come si sarebbe invece finemente compiaciuto vedendo - nulla da eccepire, per carità, perché ognuno è giusto abbia le sue tendenze e i suoi gusti - Vendola e certi valletti che popolano gli studi televisivi e i palcoscenici, magari, dell' "Amor suo". Suo di qualche collega maestro di vita e di giornalismo.
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Morte da cani

"Le autorità municipali di Reconviller - ha denunciato la signora Marilena Iannotta - hanno ucciso il suo cane perché lei non aveva pagato, per il suo possesso, i dovuti 50 franchi".
La moneta svizzera, evidentemente, va acquistando valore ogni giorno di più. Un franco, ieri, valeva più di un giovane abete che, per Natale, andava dunque abbattuto. Oggi vale già più un cane che, per una piccola somma evasa dalla sua padrona, va dunque abbattuto. Domani - chissà? - potrebbe arrivare a valere più di un immigrato africano che, per non avere trovato uno straccio di lavoro nella opulenta Confederazione, dovrebbe essere dunque abbattuto. In guardia, perciò, abeti, cani e immigrati africani: l'unico salvacondotto continuerà ad essere assicurato, soltanto, a chi non si stancherà di riempire i forzieri delle straricche banche a croce bianca su sfondo rosso. A riempirli, magari, con gli euro evasi agli Erari dei propri Paesi.
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venerdì 4 febbraio 2011

Dal Polo al Palazzo del ghiaccio

"Andando così le cose - si è compiaciuto il "leader" dell' "Alleanza per l'Italia", Francesco Rutelli - Udc, Fli e noi avremo il tempo di costruire il nuovo Polo".
Sarà interessante vedere, notoriamente già esistendo i due vecchi Poli regolamentari, in quale Palazzo del ghiaccio. E, poi, se Rocco Buttiglione sceglierà di presentarsi come un grosso candido orso, Pierferdinando Casini come una novella balena bianca, Gianfranco Fini come un granchio artico tenacemente attaccato alla banchisa e lui, Francesco Rutelli, come il solito pinguino eternamente pencolante.
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La democrazia della Fico

"Vado all' "Isola dei famosi" - ha annunciato Raffaella Fico, valletta di "Trasformat" su "Italia 1", ma soprattutto coinvolta nelle intercettazioni per il "caso Rudy" - e farò vedere a tutti chi sono".
Ove dovessero rispondere al vero certe indiscrezioni sulle indagini della Magistratura milanese, infatti, Raffaella Fico avrebbe già fatto vedere chi è, sul palcoscenico di Arcore, al Presidente del Consiglio e ad alcuni suoi intimi. Ora, però, vuole farlo vedere a tutti sul palcoscenico dell' "Isola dei famosi". Giusta e nobile decisione democratica.
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Se la signora Michela volesse dare davvero...

"Sento - ha fatto sapere la signora Michela De Paoli - che potrei dare qualcosa a questa società".
La signora Michela De Paoli, avendo vinto recentemente un milione di euro in una trasmissione televisiva a quiz, sembra avere sentito, in effetti, bene. E allora, ad esempio, potrebbe dare qualche centinaia di migliaia di euro a disoccupati, "barboni", anziani soli con pensioni da fame, ammalati gravi senza alcuna assistenza e a tanti altri diseredati dei quali poco o niente si occupa questa società. La signora De Paoli, sì, ha sentito in effetti bene. L'augurio è che ci senta bene anche da questo orecchio.
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mercoledì 2 febbraio 2011

Se adesso il giudice cerca i documenti nelle mutande...

"Tiri fuori queste benedette carte che il magistrato del Csm Matteo Brigandi le ha passato su quel "caso Bocassini" del 1982 - hanno pensato bene di consigliarle i carabinieri mandati a perquisire lei, la sua casa, i suoi computers e i suoi documenti - così facciamo presto e non ci si pensa più". "Ma io - ha ribattuto la giornalista Anna Maria Greco - non ho e non ho mai avuto carte passatemi dal magistrato Matteo Brigandi su quel "caso Bocassini" del 1982". "Cosicché - hanno riferito i giornali - la perquisizione è andata avanti e Anna Maria Greco è stata costretta perfino a denudarsi per dimostrare, ad un carabiniere donna in guanti di lattice, di non avere alcun documento nemmeno nel reggiseno e nelle mutande".
Per chi non ne fosse a conoscenza, il "caso Bocassini" del 1982 è quella denuncia a suo tempo sporta contro la nota magistrata in quanto sorpresa in "atteggiamenti imbarazzanti", in luogo pubblico, con un giovane giornalista, ma poi tranquillamente archiviata dal Csm di allora. Episodio che, ricordato sul suo quotidiano da Anna Maria Greco, ha suscitato l'immediata quanto violenta reazione partita dagli uffici di un pubblico ministero donna di Roma. E, a perquisizione infruttuosa eseguita, le immediate quanto legittime reazioni di condanna da parte dell'Ordine dei giornalisti e del mondo politico. Compresi due esponenti del Partito democratico. "Una perquisizione strana e preoccupante - ha detto l'onorevole Merlo - una brutta pagina per la democrazia". "Una perquisizione ingiustificata - gli ha fatto eco l'onorevole Gentiloni - che rischia di limitare la libertà di informazione". Ma c'è di più ed è strano che nessuno - magistrato, giornalista o politico - se ne sia ricordato. C'è che - dopo le famose sentenze Goodwin, Roemen e Tillak - l' Alta Corte di Strasburgo ha più volte ricordato che gli Stati nazionali sono obbligati ad adeguarsi ai suoi pronunciamenti e - in questo caso - ad evitare, per la tutela delle fonti di informazione, perquisizioni nelle redazioni e nelle abitazioni dei giornalisti. Ma allora? A questo punto, allora, almeno un magistrato dovrebbe avvertire il dovere - anzi l'obbligo - di intervenire penalmente nei confronti di quei colleghi i quali si sono sprezzantemente comportati - come altri in altre occasioni - in spregio ai pronunciamenti dell'Alta Corte di Strasburgo. Oltre che in spregio alla Costituzione italiana e alle italiche norme che garantiscono il segreto professionale dei giornalisti. Al rispetto dell'etica professionale e al principio dell'uguaglianza davanti alla legge. Insomma, ora, c'è qualche magistrato spinto a muoversi giustamente nei confronti di una sua collega che si è ingiustamente mossa? C'è un Csm pronto a prendere i provvedimenti che dovrebbero essere chiaramenete presi? L'augurio è che ci siano. Per non legittimare, se non altro, certi brucianti giudizi sulla Magistratura. La quale, se giustamente non vuole continuare ad essere indicata come un mostro - almeno in certi suoi settori e in certe circostanze - deve pur giustamente meritarselo. Sempre e "in toto".
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Da Fabrizio Corona a Thomas Mann

"Per il mio primo libro che uscirà in questi giorni - ha risposto, in una intervista, il "tuttofare" Fabrizio Corona - ho già incassato 70 mila euro di prevendita".
Complimenti a lui, al suo erudito editore e ai suoi sicuri lettori che avrà. Ma alla faccia di tanti scrittori che, davvero scrittori, quando decidessero di pubblicare un libro, non solo non riceverebbero un centesimo di prevendita, ma dovrebbero pagare loro, fino a 10 mila euro, per farselo pubblicare da un editore anche semisconosciuto. Non solo: scrittori veri che, una volta pagatisi la pubblicazione del loro libro, non lo vedrebbero comunque mai in libreria. A differenza del "tuttofare" Fabrizio Corona che avrà sicuramente l'onore - come capita, immancabilmente, a certi personaggi dello spettacolo e del "trash" con una loro operetta - di vedersi, in vetrina e sugli scaffali, accanto - tanto per dire - a Valerio Massimo Manfredi, a Umberto Eco, a Indro Montanelli, a Oriana Fallaci. Accanto, addirittura, a Thomas Mann e a Dante Alighieri.
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