"L'enorme cartellone con la scritta "Daje regà!!" sulla facciata della Chiesa degli artisti in piazza del Popolo a Roma - è intervenuta Federica Galloni, direttrice per i Beni architettonici del Lazio - verrà fatto sostituire con uno più consono al luogo".
Si sa già come sarà? Sarà con la scritta in italiano anziché in gergo. Con un dubbio tra "Forza Roma" e "Forza ragazzi", ma con preferenza per la seconda ad evitare problemi di derby. Tutto a posto, dunque? Come no. Perché, se un giorno un enorme cartellone venisse a coprire - ad esempio - la facciata di Sant'Andrea della Valle, nell'enorme scritta non si leggerebbe più "E mò, regà, annamo a magnà", ma, in perfetta lingua italiana, "E adesso, ragazzi, andiamo a mangiare". Restando lo sfregio del cartellone, ma con una dicitura più fine. Più comprensibile, anzi, anche ai non residenti - tanto per dire - a Garbatella o a Testaccio. Con un possibile dirottamento maggiore verso l'attività commerciale dello "sponsor" benefattore. "Ma d'altra parte - ha tenuto a sottolineare la direttrice per i Beni architettonici del Lazio - i soldi della pubblicità permettono il finanziamento di lavori di restauro molto onerosi, anche se le regole devono essere sempre comunque rispettate". Ma certo. Si sa benissimo, purtroppo, che i beni artistici, se fosse per lo Stato, sarebbero tutti a pezzi. Solo che le regole dovrebbero essere però rispettate davvero dai "privati benefattori interessati". Fatto che troppo spesso, invece, non avviene. E del quale i funzionari dei Beni architettonici del Lazio, troppo spesso, nemmeno si accorgono d'ufficio, ma devono ricevere segnalazioni dall'esterno. Forse se ne accorgerebbero sicuramente se, invece di viaggiare in "auto blu", se ne andassero un po' in giro a piedi. Almeno dove, a Roma e nel Lazio, ci sono più beni preziosi da tutelare.
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