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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 7 marzo 2013

Malato di mente, ma con la pistola

"Andrea Zampi, il piccolo imprenditore che ha ucciso a revolverate due impiegate della Regione Umbria e poi si è tolto la vita - si è venuto a sapere - nel 2009 era stato in cura al Centro di igiene mentale di Perugia, poi in un centro specialistico di Pisa ed era stato sottoposto anche a due Tso (trattamenti sanitari obbligatori)".
Ma, se queste erano le sue condizioni, come mai Andrea Zampi era in possesso del revolver della strage? Proprio nel 2009 - si è saputo in Questura - quando si era appurato del suo stato mentale, gli era stato subito revocato il porto di  due armi in suo possesso. Ma allora? Allora, però, la stessa Questura gli aveva poi concesso, nel settembre scorso, una licenza per il tiro al piattello. E, proprio pochi giorni fa, Andrea Zampi era andato ad acquistarsi una "Beretta 9x21". Senza porto d'armi, però, ma tranquillamente. Dove? Da chi? In che modo? La facilità di munirsi di armi micidiali, dunque, non esiste soltanto negli Stati Uniti. E qualcuno, tuttavia, dovrebbe seriamente occuparsene. Non solo in riferimento all'episodio specifico di Perugia.
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