"Quelle intercettazioni telefoniche Napolitano-Mancino che la Corte costituzionale aveva chiesto di distruggere in quanto lesive delle garanzie riconosciute dalla Suprema Carta al Capo dello Stato - è giunta notizia - non verranno per ora distrutte in quanto, secondo i legali di Massimo Ciancimino, ciò lederebbe i diritti alla difesa di quel loro assistito attualmente indagato per calunnia, concorso in associazione mafiosa, concorso in riciclaggio di denaro, intestazione fittizia di beni e tentata estorsione. Sarà così la Cassazione, il 18 prossimo, a doversi pronunciare sulla possibilità di distruggere o meno quei nastri".
Che cosa dire? Che la difesa di un imputato è certamente sacra e va garantita in ogni modo. Ma anche quando comporta la lesione di garanzie riconosciute dalla Costituzione al Presidente della Repubblica? E anche quando la Corte costituzionale si è già pronunciata per una immediata distruzione dei nastri? L'imputato ed equivoco personaggio Massimo Ciancimino, dunque, può andare fiero: i suoi diritti potrebbero essere dichiarati, il 18 prossimo dalla Cassazione, più importanti e più da garantire di quelli del Presidente Giorgio Napolitano.
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