"Come vi siete permessi - si è irritato il Ministro indiano della Giustizia, Ashwani Kumar, con il collega degli Esteri, Salman Khurshid - di dare garanzie all'Italia sulla sentenza che il Tribunale dovrà emettere a carico dei due "marò" Massimiliano Latorre e Salvatore Girone?"
Ecco qua, dunque. Il Ministro degli Esteri indiano ha messo, sul piatto di una stravagante e irrituale intesa diplomatica con l'Italia, una "patacca" bella e buona, quando ha garantito "di suo" che i due "marò" non sarebbero stati condannati a morte in alcun caso, e il nostro Governo uscente, evidentemente pirlo-tecnico, se l'è messa in tasca tutto contento. Ora è chiaro che l'India non avrebbe mai avuto l'interesse, anche per tutelare la sua immagine difronte al mondo intero, a condannare a morte i due "marò". E perciò, quando i due "marò" torneranno sani e salvi in Italia, gli ex del Governo pirlo-tecnico evitino di far passare il fatto come un loro successo. E - quale "damnatio memoriae - gettino nella pattumiera la "patacca" indiana che tanto avevano esaltato come una preziosa moneta d'oro politico-diplomatica. Con tanta autocritica, se possono, e con tanta vergogna.
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