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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 26 marzo 2013

Carriera lunga, ma memoria corta...

"La destra italiana - ha detto il cantautore Franco Battiato, a Parigi per promuovere il suo ultimo disco - è una cosa che non appartiene agli esseri umani".
A uno, per carità, la destra italiana può anche fare schifo. Anche se la democrazia sta lì a garantire sì la libertà  di espressione di ognuno, ma non anche - fino a prova contraria - il razzismo e certe teorie di stampo nazista. Ma, poi, il cantautore Franco Battiato è sicuro di non essere in contraddizione con se stesso e di poter affermare certe cose da spirito puro? No perché lui - lunga la sua carriera, ma evidentemente corta la sua memoria - ha avuto concreti rapporti, ad esempio, dieci anni fa, con la "destra animale". Uno, ad Anagni, quando accettò cento mila euro, nientemeno che da quel Franco Fiorito balzato poi alla ribalta delle "cronache nere" della Regione, in occasione delle celebrazioni del settecentesimo anniversario del famoso schiaffo del generale francese Guglielmo di Nogaret a Papa Bonifacio VIII. Un altro, alla Palazzina Liberty di Milano, quando cantò, sempre euro alla mano, in occasione della festa organizzata da "Alleanza nazionale" di Fini. E, se qualcuno arrivò perfino ad accusarlo di essersi venduto al nemico, lui rispose aditittura sdegnato: "Vado a cantare il mio repertorio davanti ad un pubblico che non va discriminato". A meno che Franco Battiato, allora, non facesse differenze fra pubblico umano e pubblico animale. Tutti e due degni di ascoltare il suo repertorio, basta che gli facessero suonare gli euro in tasca.
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