"Il Consiglio dei Ministri - si legge in una nota di Palazzo Chigi - ha deciso l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti".
Ottimo. E finalmente. Calma, però, con eccessivi entusiasmi. Perché il finanziamento pubblico non cesserà da subito, ma verrà ridotto gradualmente. Senza troppa fretta. Sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo, al 40% il terzo. "Adelante, Pedro, con juicio" (Avanti, Pietro, ma con attenzione e massima prudenza). Per non shockare drammaticamente i partiti. Per non costringere al suicidio, magari, qualche loro tesoriere. Anche perché, poi, i partiti dovranno tirare avanti con erogazioni volontarie che verranno risarcite, agli erogatori, fino al 52% attraverso detrazioni fiscali e con una destinazione volontaria del due per mille (cioè, anche se in modo di nuovo diverso, sempre con i soldi dei cittadini). In più, ai partiti, verranno assicurati gratis gli spazi per le loro sedi e per i loro convegni e congressi (fra gli immobili, sembra, del Demanio) e gratis anche le bollette dei consumi. Onore e gloria ad un provvedimento, comunque, che nessuno aveva mai avuto la volontà e il coraggio di prendere. Ma forse, giacché si è rotto finalmente il ghiaccio, qualcosina di più immediato e di più efficace si sarebbe potuta decidere. In ogni caso, visto che saranno loro a pagare ai vari partiti - ad esempio - la bolletta della luce, l'augurio dei cittadini è che la sera, quando l'ultimo se ne andrà a casa, si preoccupi di chiudere la porta, sì, ma anche di spegnere tutte le lampade.
.