Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 31 maggio 2013

"Adelante, Pedro, con juicio"

"Il Consiglio dei Ministri - si legge in una nota di Palazzo Chigi - ha deciso l'abrogazione del finanziamento pubblico dei partiti".
Ottimo. E finalmente. Calma, però, con eccessivi entusiasmi. Perché il finanziamento pubblico non cesserà da subito, ma verrà ridotto gradualmente. Senza troppa fretta. Sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo, al 40% il terzo. "Adelante, Pedro, con juicio" (Avanti, Pietro, ma con attenzione e massima prudenza). Per non shockare drammaticamente i partiti. Per non costringere al suicidio, magari, qualche loro tesoriere. Anche perché, poi,  i partiti dovranno tirare avanti con erogazioni volontarie che verranno risarcite, agli erogatori, fino al 52% attraverso detrazioni fiscali e con una destinazione volontaria del due per mille (cioè, anche se in modo di nuovo diverso, sempre con i soldi dei cittadini). In più, ai partiti, verranno assicurati gratis gli spazi per le loro sedi e per i loro convegni e congressi (fra gli immobili, sembra, del Demanio) e gratis anche le bollette dei consumi. Onore e gloria ad un provvedimento, comunque, che nessuno aveva mai avuto la volontà e il coraggio di prendere. Ma forse, giacché si è rotto finalmente il ghiaccio, qualcosina di più immediato e di più efficace si sarebbe potuta decidere. In ogni caso, visto che saranno loro a pagare ai vari partiti - ad esempio - la bolletta della luce, l'augurio dei cittadini è che la sera, quando l'ultimo se ne andrà a casa, si preoccupi di chiudere la porta, sì, ma anche di spegnere tutte le lampade.
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E ora, signori del Fisco?

"Da un'indagine a campione - ha fatto conoscere, tra l'altro, il Ministero dell'Economia - è emerso che parrucchieri, titolari di bar e titolari di saloni di bellezza hanno dichiarato un reddito annuo tra i 7.000 e i 17.800 euro, i gestori di impianti sportivi un reddito di 400 euro, i titolari di discoteche, di sale da ballo, di "night club", di centri benessere, di centri termali addirittura un reddito negativo".
Poveracci. Ma chi l'avrebbe mai supposto? Tutti, anzi, si era convinti che proprio quelli fossero gli esercizi commerciali ad avere avvertito molto meno la crisi. E' proprio vero, allora, che l'apparenza inganna. Perché l'affluenza che continua a caratterizzare tutti questi esercizi commerciali - alcuni in particolare - avrebbe fatto legittimamente credere a redditi ben maggiori. A redditi, perlomeno, realistici e non addirittura ridicoli. Ridicoli, ma anche offensivi sia nei confronti dei cittadini onesti i quali onestamente pagano le tasse sia nei confronti del Fisco. Il quale Fisco, dopo questa sorprendente indagine a campione, che cosa farà? Sarebbe interessante e giusto conoscerlo. Non soltanto per curiosità: per sapere, soprattutto, se lo Stato intende continuare a farsi prendere per il naso dai contribuenti disonesti e, per compensare, a tartassare i contribuenti onestì.
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"5 stelle" tra il dire e il fare

"Il Consiglio regionale della Lombardia - il 16 giugno prossimo - sarà chiamato ad approvare un progetto di legge che prevede multe, per gli assenteisti in aula o in commissione, fino a 1.400 euro al mese".
Si arriverà, il 16 giugno prossimo, a questa approvazione? Poichè il progetto è stato firmato da tutti i gruppi meno uno, l'approvazione dovrebbe essere certa. Interessante conoscere, intanto, quale gruppo non abbia alla fine firmato. Ebbene, sì, proprio il gruppo del "Movimento 5 stelle". Il quale aveva portato avanti, durante tutta la campagna elettorale, anche un provvedimento così. Per cui, allora, viene da chiedersi: ma questi "grillini" sono nella maggior parte matti, in confusione perenne o millantatori da quattro soldi? Babbo Beppe Grillo, una volta per tutte, farebbe bene a chiarire. Magari anche urlando e con qualche volgarità più del solito. Ma finalmente a chiarire. Sempre che, certo, sia in condizioni di farlo.
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Maroni come Grillo

"Chi non è d'accordo con la mia linea politica - ha risposto, a Umberto Bossi il quale aveva espresso alcuni rilievi, il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni - può anche andarsene".
Bella prova di democrazia. Di democrazia interna. Chi è con il "capo" bene, chi è contro si accomodi pure fuori. Con tanti saluti alla propria libera opinione, al confronto, al dibattito. Beppe Grillo, evidentemente, sta facendo scuola. Brutta scuola: chi non è con me "vaffa".
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Quei "sommelier" di Casa Arcore

"Emilio Fede e Lele Mora - ha detto, nella sua requisitoria al processo "Ruby bis", il pubblico ministero Antonio Sangermano - si comportavano, per valutare quali ragazze portare alla villa berlusconiana di Arcore, come "assaggiatori di vini pregiati"".
Chi lo avrebbe mai immaginato? Emilio e Lele due "sommelier" e, dunque, con tanto di strumenti professionali: il cavatappi per stappare le candidate "olgettine", il frangino per ripulirle di eventauli "lacrime" dopo la stappatura, il termometro per controllarne la giusta temperatura corporea. Incredibili Emilio e Lele. E incredibile il tanto raffinato e perfezionista padrone di Casa Arcore.
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giovedì 30 maggio 2013

Anche Rodotà dalle stelle alle stalle grilline

"Beppe Grillo ha perso le elezioni - ha dichiarato l'ex candidato del "Movimento 5 stelle" alla Presidenza della Repubblica, Stefano Rodotà - e sbaglia a dare la colpa agli elettori. Come sbaglia a non lasciare i suoi parlamentari liberi di esercitare il loro mandato e ad imporre loro i suoi comandamenti".
Obiettivo, onesto e saggio Stefano Rodotà. Per tutti, ma non per Beppe Grillo. Il quale, sempre più isterico, maleducato e illuso di essere una specie di Dio in terra con diritto di giudizio finale, ha così replicato a colui il quale aveva pur candidato, tra mille e mille applausi, al Quirinale: "Rodotà? Un ottuagenario miracolato dalla Rete sbrinato dal fresco mausoleo dove era stato confinato dai suoi". Per il professor Stefano Rodotà, insomma, la stessa sorte della giornalista Milena Gabanelli, anche lei prima candidata dal "Movimento" alla Presidenza della Repubblica e poi svillaneggiata per un servizio televisivo non gradito da Beppe. Nuova ennnesima clamorosa testimonianza del brutto ruolo che l' "urlatore dimezzato" continua a volersi assegnare nonostante tutto e nonostante tutti: quello di "padre padrone" il quale tutto decide e il quale nessuno deve osare contraddire. Neppure chi lo sovrasta - eticamente, professionalmente, politicamente - di millanta e millanta spanne.
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"Cinque stelle" di finezza 1

"Chi fa la spia è una merda - ha scritto, in una mail indirizzata ai parlamentari "5 stelle", la capogruppo alla Camera, Roberta Lombardi - Grazie tanto agli stronzi che fanno uscire tutto dalle nostre riunioni".
Onorevole, molto onorevole, istituzionale e raffinata Roberta Lombardi. Complimenti a lei e al suo maestro di vita e di politica Beppe Grillo.
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"Cinque stelle" di finezza 2

"Nessuna alleanza ai ballottaggi - ha ritenuto  dover ribadire l' "urlatore dimezzato" Beppe Grillo - perché la sinistra ci prende per i fondelli (ma lui non ha detto per i fondelli) più della destra".
"Movimento 5 stelle", dunque, ancora e sempre nel suo arido improduttivo isolamento. Con i suoi pur tanti voti ricevuti e i suoi pur tanti parlamentari eletti ben chiusi in frigorifero. Con l'augurio che, almeno, serva a rinfrescare loro  le idee.
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"Salagadula, magicabula..."

"Andando a dirigere il Museo Maxxi - aveva detto Giovanna Melandri - vi andrò per rilanciarlo e lo farò del tutto gratuitamente".
Ora però - Salagadula, magicabula, bibidi, bobidi bù" - il Maxxi ha successivamente e inopinatamente cambiato destinazione d'uso, è diventato un "ente di ricerca" e, come tale, prevede uno stipendio da destinare al suo presidente. Giovanna Melandri perciò - "Salagadula, magicabula, bibidi, bobidi, bù" - non andrà più a lavorare gratuitamente al Maxxi, ma sarà adeguatamente retribuita. Non è, dunque, soltanto fiaba: "Fa la magìa tutto quel che vuoi tu, bibidi, bobidi, bù".
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mercoledì 29 maggio 2013

Polvere di arroganza

"Una ispezione disposta dalla Regione Campania - è emerso - ha rilevato che la Reggia di Caserta è tenuta in condizioni pietose. Non soltanto perché assediata, anche all'interno, da auto e da motorini. Ma anche perché le opere d'arte nei vari ambienti sono ricoperte da vergognosi strati di polvere".
Interessante conoscere, alla domanda fatta dal consigliere pd Nicola Caputo sul perché di tanta polvere su statue e quadri, la risposta della soprintendente Paola David: "E' polvere di storia". Come dire: incapacità più arroganza. Una somma che dovrebbe coerentemente dare, come risultato, il licenziamento in tronco.
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Al voto anche i lattanti?

"Abbiamo depositato in Senato - ha fatto sapere il "Movimento 5 stelle" - una mozione per spostare, in caso di referendum, il diritto di voto ai cittadini i quali abbiano compiuto sedici anni di età".
Coerente. Avendo constatato che i maggiori di diciotto anni non se lo sono "filato" nelle recenti amministrative parziali, Beppe Grillo vorrebbe provarci con quelli dai sedici ai diciotto. Ammesso, tuttavia, che la Costituzione glielo consenta. Ma, poi, che cosa farebbe l' "urlatore dimezzato", nel caso in cui gli dessero "buca" anche i sedicenni? Presenterebbe mozioni progressive per far votare gli alunni delle elementari, semmai i bimbi dell'asilo, semmai ancora i bimbi con il primo dentino fino ai lattanti? Povero Beppe Grillo. Le bastonate, anche quelle elettorali, portano sempre in confusione.
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Intempestivo Matteo

"Grillo ha chiaramente perso le elezioni - ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi - ma i temi che pone non sono meno forti di prima. Allora dico: "Forza ragazzi, lavoriamo insieme"".
La risposta di Grillo è stata immediata: "Chi vuole l'accordo con il Pd si accomodi fuori dal "Movimento"". Ma benedetto Matteo: perché non aspettare che a Beppe fosse passata la furibonda arrabbiatura (ma che lui avrebbe chiamato in ben altro modo) post-elettorale? Ci sarebbe stata, può darsi, qualche probabilità in più per un primo colloquio.
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martedì 28 maggio 2013

Zero meriti, zero successi

"La disfatta del "Movimento 5 stelle" - ha sentenziato, nel suo editoriale sul "Fatto quotidiano", il vicedirettore Marco Travaglio - è figlio dei meriti di Grillo".
Di quei meriti, infatti, che non ci sono stati. Zero meriti, zero successi.
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Se la matematica è un'opinione...

"A subire la sconfitta nelle recenti amministrative - ha invece teorizzato l'ideologo Paolo Becchi - non è stato Beppe Grillo, ma i partiti tradizionali".
Una teoria, cifre alla mano, che sarà molto difficile comprendere. Non foss'altro perché va a cozzare clamorosamente contro una scienza esatta come la matematica.
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Enrico, ma che citazioni fai?

"Per chi suona la campana - ha detto in diretta, nel commentare i risultati delle amministrative parziali di domenica e lunedi scorsi, il direttore del "Tg La 7", Enrico Mentana - per citare la famosa  poesia di Whitman".
Ma come la famosa poesia del poeta e scrittore statunitense del 1800 Walt Whitman? La frase, oltretutto in prosa, è in realtà del poeta e religioso inglese a cavallo tra il 1500 e il 1600 Jhon Donne. E, dunque, secondo errore da matita blu, in poco tempo, per il "grande direttore". Il primo - come qualcuno ricorderà - è stato quando ha  convintamente attribuito al sovietico Lenin, invece che al cinese Mao Tze-tung, la pur celebre e nota frase "la rivoluzione non è un pranzo di gala". Che, comunque, è vero. Come è vero, però, che le citazioni non sono il "piatto forte" del direttore de "Tg La 7", Enrico Mentana.
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Non gli resta che la bocciofila

"A Filettino, un Comune in provincia di Frosinone - hanno decretato le urne - no a Luca Selleri sindaco".
Luca Selleri, dunque, condannato a rimanere di nuovo un cittadino qualunque. Perché già aveva tentato di fare di Filettino un Principato e di lui il gran Signore, ma, poi, tutto era naturalmente naufragato nel ridicolo del nulla. Ed ora, ridimensionandosi un po' più realisticamente, aveva tentato di tornare a fare il sindaco dopo un periodo di Comune commissariato. Ma niente. Neppure questo. Sindaco sarà Paolo De Meis e non lui. E adesso, allora, povero mancato principe e mancato sindaco? Adesso che cosa gli resterà di tentare? Magari la conquista della presidenza della locale bocciofila. Auguri.
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"Pezzi 'e core" pdl

"Otto anni fa - ma la notizia si è diffusa soltanto in questi giorni - una coppia di Modena ha imposto, al suo primogenito, il nome Silvio Berlusconi".
Silvio Berlusconi, insomma, come Carlo Alberto, Giovanni Battista, Francesco Giuseppe. Ne è passato, comunque, del tempo. E potrebbe darsi che, in questi ultimi otto anni, alla coppia sia nata anche una bambina. Alla quale non abbia imposto il nome - per dire - Anna Laura, Maria Teresa, Bianca Rosa, ma Daniela Santanché. "I figli - titolo di un film del regista Alfonso Brescia - so' pezzi 'e core". In questo caso modenese, chiaramente, anche "pezzi 'e Pdl".
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lunedì 27 maggio 2013

Soprattutto a Roma ha vinto la "signora astensione"

"A Roma - è stato il conteggio dei voti - non si è recato, alle urne di queste amministrative, additittura il 47,2% degli "aventi diritto"".
Gli "aventi diritto" romani, dunque, è come se, in pratica, avessero quasi eletto sindaco, al primo scrutinio, la "signora astensione". Ma la "signora astensione" non è una persona fisica, non è un soggetto con diritti e doveri, non appartiene ad alcun partito convalidato. E, dunque, niente Campidoglio. Dove farà invece il suo ingresso, dopo il responso del ballottaggio che avverà fra quindici giorni, chi sarà riuscito ad ottenere la maggioranza semplice tra i due più votati al primo scrutinio. Ma un ingresso quasi di straforo, raso muro, magari nottetempo. L'ingresso, insomma, non certo da barone rampante, ma da visconte dimezzato, poco ci manca da cavaliere inesistente. Per mutuare da Italo Calvino, ma per constatare, soprattutto, come la politica sia drammaticamente scesa nella considerazione e nell'affidamento degli italiani. "Ad maiora". Almeno si spera.
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Partite

"La partita - ha commentato il sindaco pdl uscente di Roma, Gianni Alemanno, dopo avere constatato il suo distacco dal candidato pd Ignazio Marino - è ancora aperta".
Che la partita fosse ancora aperta lo aveva detto anche, dopo il primo tempo del "derby" di "Coppa Italia", l'allenatore della "Roma" e però, alla fine, la "Roma" ha perso 1 a 0. Ma il sindaco pdl uscente del Comune di Roma, evidentemente, è sicuro di essere più bravo e più fortunato dell'allenatore della calcistica "Associazione sportiva Roma". Meglio per lui.
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"Da "5 stelle" a "5 stelle cadenti"

"Il "Movimento 5 stelle" - hanno decretato le urne - ha dimezzato ovunque, dove più dove meno, i voti che aveva ottenuto, appena tre mesi fa, nelle elezioni politiche".
L'urlatore Beppe Grillo deve avere perso tutta la sua voce perché non è riuscito a bisbigliare neppure un doloroso "requiescat". E il destino cinico e baro ha voluto che la disfatta "5 stelle" sia avvenuta proprio a poche ore dal comandamento del capogruppo al Senato, Vito Crimi, secondo il quale ai cittadini (quelli "grillini") è severamente vietato, anche, occuparsi delle strategie del "Movimento". I "cittadini grillini", insomma, zitti e a cuccia come al solito. Perché, poi, ci pensano loro - Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio attraverso i fidi araldi Vito Crimi e Roberta Lombardi - ad occuparsi delle strategie per far cadere le "5 stelle" dal firmamento politico. Dove, evidentemente, erano andate a posizionarsi come semplici meteore.
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Il segreto dei 10 milioni spariti dal Viminale

"L'ex vicecapo dei Servizi segreti, prefetto Francesco La Motta - secondo indagini tuttora in  corso - avrebbe contattato, con cadenza settimanale, "brokers" della camorra e avrebbe fatto sparire, dalle casse del Viminale, qualcosa come dieci milioni di euro che, dopo essere transitati attraverso la Svizzera, non si è ancora riusciti ad individuare dove siano andati a finire".
Il prefetto Francesco La Motta, per ora, è stato iscritto nel registro degli indagati, dal pubblico ministero Paolo Ielo, per peculato e corruzione. L'augurio, però, è che parli e che non si trinceri, da ex vicecapo dei Servizi segreti, dietro al segreto di Stato.
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Franco Fiorito 1

"Per Franco Fiorito, l'ex capogruppo pdl alla Regione Lazio rinviato a giudizio con l'accusa di peculato e di avere sottratto un milione di euro al suo partito - ha sentenziato il giudice di primo grado - tre anni e quattro mesi di carcere".
Franco Fiorito, che era stato rimesso in libertà il 28 marzo scorso in attesa del giudizio, non tornerà però in carcere in attesa dell'appello. Resterà invece in carcere Filippo P., il disoccupato da tre anni rinviato a giudizio con l'accusa di furto in un supermercato dove si era impossessato di qualche prodotto alimentare dal costo di pochi euro per sfamare il suo bambino di quattro anni. "La legge - continua a campeggiare in ogni aula di Tribunale - è uguale per tutti". Forse, dopo questa ennesima testimonianza che così proprio non è, sarebbe il caso di passare, sulla scritta, qualche mano di scolorina.
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Franco Fiorito 2

"Io - ha detto, subito dopo la sentenza, Franco Fiorito - ho chiuso con la politica".
Forse, più verosimilmente, è la politica che ha chiuso con lui. Opportunamente.
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Franco Fiorito 3

"Ora - ha detto ancora Franco Fiorito - farò il filantropo".
Con i soldi di chi?
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domenica 26 maggio 2013

Trasgressioni di "Serie A" e trasgressioni di "Serie B"

 "Filippo P., disoccupato da tre anni e padre di un bambino di quattro - è la notizia - è stato sorpreso, per la seconda volta in una settimana, a rubare in un supermercato. La prima volta ha rubato del pane, del prosciutto e del latte ed è stato subito condannato a cinque mesi con la condizionale. La seconda volta ha rubato una confezione di arrosto, un pezzo di formaggio e una bottiglia di olio ed è stato condannato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, appena ventiquattr'ora dopo, per furto aggravato con recidiva".
Rubare, certo, è punito dall'articolo 624 del Codice penale e dal settimo dei dieci Comandamenti. Ma che cosa avrebbe dovuto fare quel padre disoccupato per il suo bambino di quattro anni? Farlo morire di fame? Trasgredire, cioè, l'articolo 575 del Coidice penale e il quinto dei dieci Comandamenti? La legge - potrebbe obiettare qualcuno - è legge. D' accordo. Ed è scritto, in tutte le aule di Tribunale, che la legge è uguale per tutti. E qui non d'accordo: non è vero. Perchè tanti personaggi i quali continuano a rubare per arricchirsi personalmente riescono troppe volte a farla franca, ad ottenere addirittura notevoli sconti di pena, ad allungare i tempi fino alla prescrizione. Filippo P., il quale è stato costretto a rubare per non far morire di fame il suo bambino di quattro anni, è stato invece accusato, giudicato e incarcerato a tempo di record. Come il peggiore dei delinquenti e non come un padre disperato. Episodi del genere dovrebbero far meditare un po' tutti. Non solo quei politici i quali hanno portato decine di migliaia di persone in condizioni disperate e quei giudici i quali, comprensivi con tanti ladri di "Serie A", si accaniscono inspiegabilmente contro i "qualsiasi Filippo P.". Ma anche le direzioni di centri centri commerciali le quali, almeno in qualche caso più drammatico, potrebbero anche evitare di sporgere denuncia per furto e compiere un gesto di umana solidarietà: non ne soffrirebbero certo i loro bilanci d'oro.
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sabato 25 maggio 2013

"Non c'è più trippa per gatti"

"Piazze semivuote - hanno registrato tutti i quotidiani - in occasione della chiusura della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale di Roma".
Un segnale indubbiamente significativo della disaffezione nei confronti della politica tutta. Tanto da far esclamare, con amarezza,  ad un ex assessore dell'allora Giunta Veltroni: "C' era più gente alla "Festa del carciofo" che oggi al comizio del nostro candidato sindaco Ignazio Marino". Ma, pur se non lo dovesse consolare, il fatto è che c'era più gente anche alla "Sagra della porchetta" che al comizio del candidato sindaco pdl Gianni Alemanno. E più gente alla "Tonnara di Favignana" che al comizio del candidato sindaco "5 stelle", autodefinitosi l' "apriscatole romano", Marcello De Vito. Nonostante - fatto ancora più significativo - la presenza, a questi comizi, di "pezzi da 90" come Guglielmo Epifani, Silvio Berlusconi e l'urlatore Beppe Grillo. I quali - si spera - dovrebbero avere compreso che ormai - come si dice simpaticamente a Roma - "non c'è più trippa per gatti". E, dunque, come sia divenuto più che urgente un ritorno alla politica con la "P" maiuscola. Quella vera, quella onesta, quella responsabile, quella al servizio dei cittadini e non dei propri svariati interessi e vantaggi partitici e personali.
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Ruby Karima, ma che testa hai?

"Se non ho fatto la prostituta con il bel Cristiano Rolando - una delle frasi di Ruby Karima El Mahroug al processo contro Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora per induzione e favoreggiamento della prostituzione nelle "notti di Arcore" - figuriamoci se l'ho fatta con Berlusconi o con qualcun altro".
Il Cavaliere avrà certamente apprezzato il fatto che Ruby Karima abbia decisamente negato in aula, ai giudici milanesi, di avere mai fatto sesso, ad Arcore, né con lui né con altri. Non avrà certamente apprezzato, però, il fatto che Ruby Karima lo abbia classificato così pesantemente in basso nei confronti di Cristiano Rolando. Il quale sarà pure bello, d'accordo, ma vuoi mettere lui, Silvio, l'universale "tombeur des  femmes"? Ruby Karima, ma che testa hai?
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venerdì 24 maggio 2013

Magari arriverà prima Papa Francesco

"Sarebbe proprio il caso - il nuovo invito di Papa Francesco alla Commissione episcopale italiana - di ridurre  quelle diocesi che sono un po' tante".
Realista e responsabile Papa Francesco. E c'è magari da scommettere che lui riuscirà ad ottenere la riduzione delle troppe diocesi sicuramente prima di quando la politica italiana riuscirà ad ottenere la riduzione dei troppi enti burocratici e istituzionali.
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Che cosa farà, ora, Antonio Ingroia?

"Il Tar del Lazio ha dato ragione al Csm - la sentenza è arrivata ieri - e Antonio Ingroia, se vorrà rimanere in Magistratura, dovrà andare ad Aosta".
Ma Antonio Ingroia vorrà accettare dunque Aosta e rimanere in Magistratura? Oppure deciderà per un ritorno all'incarico Onu e al clima più temperato in Guatemala? Oppure, ancora, deciderà di  rimanere, augurandosi risultati migliori, in politica? Si starà a vedere. Certamente, data la crisi che sta attraversando il settore, non potrà darsi all'ippica.
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giovedì 23 maggio 2013

Livelli onorevoli

"Mentre il vicepremier e Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, stava riferendo sulla "questione Tav" e sugli ultimi incidenti in Val di Susa - è accaduto a Montecitorio - si è levato alto questo invito: "Bombardiamolo"".
Invito, non c'è che dire, tutt'altro che nobile, democratico e consono ad un'aula parlamentare. Ma, soprattutto, invito vigliacco. Perché nessuno, poi, se n'è voluta assumere la responabilità. Ad ulteriore testimonianza di quali livelli abbia ormai raggiunto il comportamento di certi settori di Montecitorio e di Palazzo Madama. E del motivo per cui anche episodi come questi finiscano per abbassare ad un drammatico 2,3%  - ultima rilevazione - la fiducia e il rispetto degli italiani per i partiti politici.
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Beppe Grillo sa chi uccise Falcone e Borsellino

"Abbiamo ancora al Governo - ha urlato, dal palco di Imola, Beppe Grillo - la gente che ha ucciso Falcone e Borsellino".
Beppe Grillo, dunque, è stato più bravo di tanti inquirenti i quali non sono ancora riusciti ad individuare chi assassinò i due valorosi magistrati. Lui, evidentemente, ci è riuscito. Ma ora, per favore, faccia nomi e cognomi.
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Ora Schettino può anche andare in vacanza

"In attesa del processo fissato per il 9 luglio nei confronti degli imputati per il naufragio della "Costa Concordia" - ha deciso, a Grosseto, il giudice per l'udienza preliminare Pietro Molino - per l'ex comandante della nave crociera, Francesco Schettino, niente più obbligo di dimora nella sua casa a Meta di Sorrento".
L'ex comandante Francesco Schettino - in attesa del processo che lo vede accusato per abbandono di nave, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle competenti autorità - potrà dunque andarsene tranquillamente in vacanza dove più gli parrà. Magari anche in crociera. Però, almeno, che gli si proibisca, in quel caso, di salire sulla plancia di comando.
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Il baratro de "La Repubblica"

"Riferendo sull'assemblea di Confindustria - in evidenza in prima pagina - "La Repubblica" ha così titolato: "Squinzi: l'Italia è sull'orlo del baratro. Letta: il Governo è con voi"".
Tutti, dunque, sull'orlo del baratro? Ma, allora, si è proprio alla fine. O alla fine - Dio non voglia - dell'Italia. O alla fine dell'esemplare giornalismo de "La Repubblica" che non sa più fare i titoli.
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I parrucchieri e i cuochi del viceministro

"In Italia - ha sentenziato, su "Panorama", il viceministro ai Beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni - si è smesso da tempo di mangiare bene".
Ma brava la signora Ilaria la quale, con questa sua sentenza oltretutto soggettiva e personale, ha certamente dato un segnale negativo a quel turismo straniero che, da sempre, viene attratto in Italia - oltre che dai suoi paesaggi e dalle sue ricchezze artistiche - anche da una tradizionale apprezzatissima cucina. E, dunque, ha certamente dato una dura mazzata ad un settore che, seppure già di suo in qualche difficoltà, sta comunque reggendo, in qualche modo, la nostra economia in crisi sempre più evidente. C'è da chiedersi con un certo sgomento, perciò, se tutti i signori e le signore chiamati nel Governo Letta si rendano conto sempre di quello che dicono e sappiano valutare le conseguenze che possono avere le loro parole. Un sommesso consiglio comunque - con tutto il rispetto - alla signora Ilaria. Come ha cercato e ha trovato un bravo parrucchiere il quale acconcia sempre alla perfezione la sua raffinata cotonatura, cerchi anche un bravo cuoco il quale le acconci alla perfezione un raffinato pasto. Non si limiti a giudicare i "fast food" di periferia o dei "motel", le trattorie degli "zozzoni", i ristoranti esotici. Cerchi, cerchi bene. Vedrà che troverà anche un bravo cuoco e che in Italia, per fortuna, in tantissimi posti non si è ancora smesso di mangiare bene.
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Note ufficiali

"Tra noi - è arrivata una "nota ufficiale" alle agenzie di stampa - è tutto finito".
Oddio. Tra il Pd e il Pdl? Tra Guglielmo Epifani e Niki Vendola? Tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano? Tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio? No, no, calma, tranquilli tutti. E' solo tutto finito tra Federica Pellegrini e Filippo Magnini. Molto bravi nuotatori, per carità, ma evidentemente anche molto presuntuose persone da ritenere di dover inviare "note ufficiali" alle agenzie di stampa sui loro amori in un continuo "andata e ritorno".
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mercoledì 22 maggio 2013

I nuovi 5 euro come 5 euro falsi

"La nuova cartamoneta da 5 euro - sta accadendo in tutta Italia - viene "risputata" da nove su dieci macchinette delle biglietterie di treni e bus, dei distributori di benzina, dei parcometri, delle farmacie, dei tabaccai, perfino delle "slot machine"".
Come mai questa macchinette trattano i nuovi 5 euro come se fossero cartamoneta falsa? Perché - si è scoperto - solo un soggetto su dieci, di quelli che gestiscono le macchinette, si è preoccupato di aggiornare i "software" che leggono e riconoscono il denaro legalmente in corso. Alla faccia, dunque, della modernizzazione, della meccanizzazione, dell'informattizzazione, della semplificazione e del rispetto nei confronti dei cittadini. Ma, anche, alla faccia di quanto sia costata e costerà, a ciascun Paese della Comunità, la stampa di questi nuovi 5 euro parzialmente tuttora inutilizzabili.
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"Fuorilegge" per forza

"Dei miei ventuno "Eataly" in Italia - ha confessato l'imprenditore Oscar Farinetti durante un incontro televisivo - sette o otto li ho aperti senza avere la licenza e, al taglio del nastro, ho anche invitato i sindaci del luogo".
Sette o otto "Eataly", supermercati famosi in tutto il mondo perché interamente dedicati ai cibi di alta qualità, quindi, e il loro titolare completamente "fuorilegge"? Ebbene sì. Ma - ecco il punto - non perché l'imprenditore non abbia voluto rispettare le norme burocratiche: perché invece, dopo avere atteso invano per lunghissimo tempo che quelle norme gli dessero finalmente il via, si è stancato e ha aperto ugualmente i suoi sette o otto supermercati qua e là per l'Italia. "Che mi indaghino pure - ha poi provocatoriamente continuato - servirà per far capire a qualcuno che la burocrazia non può continuare a tagliare le gambe a chi ha voglia di investire e di operare nel nostro Paese". Ma, avendo sostanzialmente ragione, qualcuno lo indagherà davvero? E indagherà anche quei sindaci che sono andati a tagliare il nastro, certamente conoscendo la situazione, all'inaugurazione dei sette o otto supermercati "fuorilegge"? Non ci sarebbe da meravigliarsi poi troppo. Perché questa è l'Italia, bellezza. L'Italia che vorrebbe rilanciare la propria economia, ma che costringe a mettersi "fuorilegge" gli imprenditori di buona volontà.
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Prima il profitto, poi ... niente

"L'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti - si è saputo - si sta preparando per una sua seconda riconferma".
Quali carte porterà per ottenerla? Quelle di un bilancio 2012 chiusosi, grazie alle risorse totalmente riversate sull'alta velocità, con un profitto di 380 milioni. Milioni che non sono, certo, bruscolini. Ma, ancora una volta, non anche le carte in grado di testimoniare il risultato di un servizio finalmente decente per i pendolari e per i viaggiatori regionali. Risultato che non sarebbe stato neppure questo un bruscolino. Nuova e sconfortante testimonianza, dunque, di quello che oggi veramente conta: tutto il valore ai 380 milioni di profitti, nello specifico, e nessun valore alle centinaia di migliaia di utenti costretti ogni giorno a viaggiare su treni-catorcio dove, in alcune vetture, dal tetto penetra anche la pioggia. Pioggia di goccioloni dalle nuvole, non di progetti di rinnovamento dalle scrivanie dell'amministratore delegato Mauro Moretti.
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Se l'aspirante sindaco si crede ministro

"Poiché a Roma i reati sono in aumento e l'illegalità dilaga - ha promesso il candidato sindaco pd Ignazio Marino - la città, con me, potrà contare su cento agenti di polizia e quaranta "volanti" in più".
Ma quando? Con lui, al massimo, la città potrebbe contare su cento vigili urbani e quaranta "municipali" in più. Perché ogni decisione sulle forze di polizia spetta al Ministero dell'Interno e non ad un Comune. Il candidato sindaco pd Ignazio Marino sarà certamente bravo, come affermato chirurgo, a distinguere i vari organi di un corpo umano, ma, evidentemente, come aspirante amministratore locale, non sa ancora distinguere le varie competenze e i vari poteri di questo o quel corpo istituzionale. A meno che non aspiri al Viminale anziché al Campidoglio.
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martedì 21 maggio 2013

Quella incredibile partita a scacchi...

"Nel processo che si sta occupando delle presunte trattative fra Stato e mafia - ha deciso il Presidente della Corte d'assise di Palermo - potrà essere ascoltato, come richiesto dai pubblici ministeri Di Matteo, Del Bene e Tartaglia, anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma non, tuttavia, sul contenuto delle telefonate intercettate avvenute tra lui e l'ex Ministro dell'Interno, Nicola Mancino".
Il Presidente della Repubblica, quindi, convocato in un'aula di Tribunale? Forse sì o forse no. Perché, ora, dipenderà dal taglio che verrà fatto sui 176 testi citati dalle varie parti processuali. Forse sì, cioè, se il Presidente della Repubblica non sarà fra i "tagliati" e forse no se sarà invece fra questi "tagliati". Resta l'impressione, comunque, che stia continuando l'inquietante partita a scacchi tra certa Magistratura e il Quirinale. Prima mossa: la richiesta di certi pubblici ministeri di ascoltare le telefonate registrate fra il Presidente della Repubblica e l'ex Ministro Nicola Mancino. Seconda mossa: la richiesta del Presidente della Repubblica, accolta dalla Corte costituzionale, di non ascoltare quelle  telefonate registrate e di distruggerle. Terza mossa: la richiesta di certi pubblici ministeri di convocare il Presidente della Repubblica per interrogarlo a Palermo come teste. Quale sarà, ora, la quarta mossa? Se dovesse essere quella di non "tagliarlo" fra i testi chiamati dai pubblici ministeri, potrebbe anche delinearsi - pur se contro il Presidente della Repubblica - un minaccioso scacco al re. Uno scacco matto. Ma non matto nei più accreditati significati etimologici di "rimasto abbandonato al suo fato" o di "rimasto sorpreso in un'imboscata":  matto nel significato - per non esagerare - di stravagante, bizzarro, magari mattacchione.
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Una vergogna targata Stoccarda

"Non può essere accettata  - ha sentenziato  la Procura generale di Stoccarda - la richiesta di riaprire le indagini sulla strage nazista di Sant'Anna di Stazzema per appurare eventuali responsabilità di cinque presunti autori dell'eccidio i quali sono ancora in vita".
La richiesta era stata avanzata con il sostegno di una rigorosa perizia dello storico italo-tedesco Carlo Gentile, perizia che aveva evidenziato gravi lacune nel lavoro della stessa Procura di Stoccarda la quale, alla fine, aveva archiviato le prime indagini. Per la Procura di Stoccarda, invece, quella rigorosa perizia non aveva e non ha alcun valore. Dei 560 civili trucidati dai nazisti a Sant'Anna di Stazzema, il 12 agosto del 1944, meglio non evocare il ricordo. Per i cinque presunti corresponsabili ancora in vita la garanzia di un proseguimento di serena e felice vecchiaia. Complimenti, dunque, ai magistrati della Procura generale di Stoccarda. E mille scuse per il disturbo.
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lunedì 20 maggio 2013

Ma chi è l'Ania?

"Dopo il calo del 4,5% rilevato già nel settembre scorso - ha fatto sapere l'Ania (l' Associazione nazionale imprese assicuratrici) - i costi della "responsabilità civile auto" potrebbero scendere ancora".
Un calo del 4,5% rilevato già in settembre? Ma quante mani si alzerebbero, se qualcuno chiedesse "alzi la mano chi se n'è accorto"? Sarebbe una prova interessante. Anche per sapere se l'Ania è davvero l' "Associazione nazionale imprese assicuratrici" oppure è l' "Associazione nazionale informazioni artefatte". Con una competente Autority, evidentemente, dotatasi dell'insegna delle tre classiche scimmiette. Quella che non vede, quella che non sente, quella che non parla.
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Se l'educazione svilisce in diseducazione...

"Il sostituto procuratore di Ferrara, Filippo Di Benedetto - nell'incontro amichevole di calcio tra la "Nazionale italiana magistrati" e la "Rappresentativa delle Forze dell'ordine" a Novara - è stato espulso, dall'arbitro, per doppio fallo e doppia ammonizione".
Complimenti, dunque, al plurifalloso procuratore calciatore Filippo Di Benedetto. Soprattutto perché quella partita "amichevole" era stata presentata come "un momento importante per riflettere con gli studenti delle scuole sul tema del rispetto delle regole, delle norme e delle leggi. Un comportamento, perciò, tutt'altro che esemplare. Una lezione tutt'altro che istruttiva. Forse, visto qualche soggetto sceso in campo, sarebbe stato meglio non invitare gli studenti sugli spalti e giocare l' "amichevole" a porta chiuse.
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Il "buongoverno" del "vaffa"

"Parma era stata selezionata - dall'Autorità per l'energia - tra le cinque città nelle quali sperimentare un progetto-pilota per la ricarica degli eco-veicoli".
Progetto felicemente partito? Macché. L'Amministrazione comunale, guidata dal sindaco "5 stelle" Federico Pizzarotti, prima ha dimenticato di presentare i richiesti "rapporti relativi al monitoraggio delle attività" e poi, quando l'Autorità per l'energia l'ha sollecitata a farlo, non le ha neppure risposto. Le ha risposto anzi, anche se non urlando, secondo lo stile grillino. E cioè, in pratica, "vaffa". Così, dunque, Parma è rimasta senza progetto-pilota. E si è mostrata, in tutto il suo splendore, come una significativa testimonianza del concreto e pratico "buongoverno 5 stelle".
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Profezia Zagrebelsky

"Quando verrò al "Salone del libro" di Torino da Presidente della Repubblica? - ha risposto alla domanda Gustavo Zagrebelsky, professore di diritto ed ex Presidente della Corte costituzionale - Fra sette anni".
Di Gustavo Zagrebelsky, dunque, notevoli ed ammirevoli le granitiche certezze e la incommensurabile presunzione. Ma gli sarebbero sufficienti, ove davvero riuscisse a piazzarsi tra i candidati del 2020 al Quirinale, per entrarci dentro trionfalmente? E per tornare anche da profeta, tra sette anni, al "Salone del libro" di Torino?
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Il 2013 delle scatolette di tonno

"Chi l'avrebbe mai detto? - ha scritto, nella sua rubrica ospitata da "L'Espresso", Denise Pardo - Un segretario democratico a scadenza come una scatoletta di tonno".
Scatolette di tonno, quindi, molto in voga in questo periodo. Prima Beppe Grillo il quale ha urlato, in un suo comizio, la sua intenzione di aprire il Parlamento, appunto, come una scatoletta di tonno. Ora Denise Pardo la quale è andata a leggere, come sul retro di una scatoletta di tonno, la scadenza della sua segreteria sul retro di Guglielmo Epifani. Va a finire che la categoria dei tonni, uno di questi giorni, chiederà i diritti d'autore.
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domenica 19 maggio 2013

Antonio qui no e lì sì

"Tra i presenti - alla manifestazione politico-sindacale della Fiom in piazza San Giovanni a Roma - il tuttora magistrato Antonio Ingroia con tanto di sede assegnatagli ad Aosta, dal Consiglio superiore della magistratura, ma che lui - come noto - non vorrebbe".
Il tuttora magistrato Antonio Ingroia, dunque, ad Aosta no no, no no, ma in piazza San Giovanni a Roma sì sì, sì sì. Come dire: no dove avrebbe dovuto essere e sì dove non avrebbe dovuto essere. In tutti e due i casi secondo legge. E, se per non andare almeno fino a metà giugno ad Aosta s'è arrampicato su  certe ferie arretrate che gli spettavano, per andare invece in piazza San Giovanni a Roma su che cosa ha potuto arrampicarsi? Proprio su niente. Anzi: è scivolato clamorosamente su una norma che vieta a qualsiasi magistrato, finché nei ruoli, di prendere parte a qualsiasi manifestazione politica. Sarebbe interessante sapere, allora, quali provvedimenti ritenga di dover prendere, a questo punto, il Consiglio superiore della magistratura. Nessuno per una piena quanto discutibile assoluzione? Dieci "Pater, Ave e Gloria" laici ritenendo il peccato solo veniale? La scomunica per quella che potrebbe essere considerata come una grave eresia? Quello che sembra certo, comunque, è che il tuttora magistrato Antonio Ingroia non ha l'aria di essere preoccupato nemmeno un po'. E verosimilmente, se dovesse capitare qualche altra manifestazione politica di suo gusto, lui sarebbe sempre lì. In prima fila. Con tanti saluti alla norma di legge che glielo vieterebbe.
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Dal "trota" ai "brown booby"

"Sulla proprietà dello "yacht Stella" - attribuita al figlio primogenito di Umberto Bossi, Riccardo - la Guardia di finanza ha fatto "flop" perché le indagini hanno alla fine appurato, con certezza, che quello "yacht Stella" è invece di Stefano Alessandri, un ricco signore di 55 anni amico del "rampollo leghista"".
Ma come è potuto verificarsi questo incredibile "flop"? Tutto ha preso il via dal fatto che il Riccardo "cacciaballe" ha sempre fatto credere che quello "yacht" fosse proprio suo. A tutti, specialmente a tante ragazze, fino alla Guardia di finanza. Un po', dunque, come successo a suo padre Umberto. L'Umberto aveva sempre fatto credere a tutti, specialmente a tanti iscritti, fino all'intero mondo politico che la "Lega nord" fosse sua. Poi, invece, la verità è venuta a galla. E si è alla fine appurato che era invece di Roberto Maroni, un furbo signore di  58 anni amico del "padre del rampollo leghista". Ma che famiglia, allora, la Bossi. Dopo il  secondogenito Renzo retrocesso dallo stesso padre da delfino a trota, ora il padre in persona e il suo primogenito Riccardo come quegli uccelli marini dal nome sule fosche, ma che gli anglofoni chiamano da sempre "brown booby", cioè "tonte marroni". Marroni con due "erre".
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Beppe e Josefa

"Portare una canoista al Governo - ha urlato Beppe Grillo, dal suo "blog", contro il neoministro allo Sport, Josefa Idem - è solo da scemi".
Molto intelligente sarebbe invece fare in modo che, quale Ministro allo sport, fosse portato al Governo un primatista nel lancio del peso (dell'insulto) e nella maratona (di pericoloso qualunquismo) tipo Beppe Grillo? Beppe Grillo, però, non dovrebbe esagerare. Dovrebbe accontentarsi per essere riuscito ad entrare nello stadio e di poter fare anche il più ebete e becero tifo contro.
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sabato 18 maggio 2013

A letto senza cena

"Sono in numero sempre crescente - è scattato l'allarme - i bambini i quali arrivano la mattina in classe senza avere cenato la sera prima perché le famiglie non ce la fanno più a fare la spesa".
In un Paese del Terzo Mondo? Lì, purtroppo, l'allarme è scattato già da lungo tempo. Come da tempo è scattato, anche, in tanti paesi del nostro più profondo Sud. L'impressionante è che, in questi giorni, l'allarme è scattato, in una città come Bologna, su denuncia dell'assessore alle attività produttive del Comune, Nadia Monti. Per cui c'è da chiedersi con angoscia: ma in quante altre nostre città, oggi, altre Nadia Monti sono in possesso degli stessi impressionanti dati? C'è da ritenere che, se così è Bologna, non dovrebbe essere molto diverso, se non peggio, altrove. Pd e Pdl, sempre più bambini, oggi, vanno a letto senza cena. Ma non perché sono stati cattivi. Perché, ancora oggi, è cattiva la politica fuori e dentro il Parlamento.
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L'appello di Grillo ai giovani pd

"Giovani del Pd - ha urlato Beppe Grillo - stracciate quel cavolo di tessera (ma lui non ha detto cavolo) e unitevi a noi ché abbiamo gli stessi obiettivi".
Beppe Grillo, allora, è sceso finalmente dalle nuvole e a terra ha cominciato a trovare le piazze semivuote e i sondaggi in calo. Che cosa fare? Idea da pseudopolitico con origini da comico: poiché i giovani pd sono in posizione assai critica con il loro partito, invitiamoli ad arruolarsi nel nostro "Movimento" che molto è sulle loro stesse posizioni. Solo che a Beppe l'urlatore non è venuto in mente che stesse facendo i conti senza l'oste. Perché i giovani pd, politici davvero e non comici all'origine, per quanto possano essere in posizione critica nei confronti del loro partito, si guarderanno bene dallo stracciare quel cavolo di tessera (ma Grillo non ha detto cavolo) per consegnarsi mani e piedi ad un "padre padrone" il quale sa soltanto urlare ed insultare senza mai indicare alcuna prospettiva seria e concretizzabile. Ma, poi, quel Beppe Grillo il quale si crede così furbo non è lo stesso Beppe Grillo il quale, quando Pierluigi Bersani fu incaricato di formare il Governo dopo le recenti elezioni, lo accusò di fare "scouting" (campagna acquisti), nel tentativo di assicurarsi una maggioranza, proprio fra i "5 stelle"? Che cosa, allora? Ammesso  che fosse vero, la "campagna acquisti" di Pierluigi Bersani fra i "5 stelle" era da condanna urlata e, ora, quella sua fra i giovani pd è da urlata azione politica onesta e corretta?
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Piove, Ferrovie ladre

"Nella penultima vettura del treno Bergamo-Milano delle 9,02 - è accaduto venerdi scorso -  la pioggia ha cominciato a penetrare all'interno dal soffitto e a cadere sopra i passeggeri".
Un'altra clamorosa testimonianza delle condizioni in cui sono costretti a viaggiare, ormai da tempo, centinaia di migliaia di lavoratori pendolari in tutta Italia. E, contemporaneamente, un'altra ottima occasione per decurtare il compenso d'oro che viene corrisposto, per non saper fare il suo lavoro, all'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti.
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venerdì 17 maggio 2013

Le "calende greche" della Giustizia italiana

"Per un processo civile di primo grado - dati della "Commissione europea per l'efficienza della giustizia" - in Italia occorrono 492 giorni, in Spagna  289, in Francia 279 e in Germania 184".
I magistrati italiani, per cercare di giustificare questo scandaloso primato, continuano a sostenere che tutto dipende non da loro, ma da un italico "sistema giustizia" privo di validi supporti. Non è, però, vero. Perché - sempre secondo la "Commissione europea per l'efficienza della giustizia" - il costo del nostro "sistema" è di 73 euro annui per ogni abitante e il costo medio dei Paesi dell'Unione, per ogni abitante, è di 54 euro e 40 centesimi. Ben 15 euro e 60 centesimi, dunque, di meno. E gli italiani, allora, sarebbero curiosi di sapere come mai tutto questo. O dal neoministro Anna Maria Cancellieri o dal Consiglio superiore della magistratura o da una delle tante e tanto loquaci, quando vogliono, associazioni di categoria. Tempo per rispondere, date certe cifre, non dovrebbe certo mancare ad alcuno.
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Beppe Grillo 1

"L'imprenditore Mauro Sari di 47 anni - oggi a Vado Ligure - si è cosparso di benzina, si è dato fuoco ed è morto in pochi minuti".
L'ennesimo imprenditore travolto dalla crisi? Purtroppo. Ma con un particolare, questa volta, in più. L'imprenditore Mauro Sari, dopo i risultati elettorali trionfali per Beppe Grillo, si era recato sotto la sua casa per raccontargli, presenti alcune televisioni, il periodo difficile che stava attraversando. Beppe Grillo lo aveva ascoltato con attenzione e poi, dopo qualche giorno, ne aveva urlato in un suo comizio. Ma non per dire che, intanto, lo aveva aiutato lui al posto dello "Stato boia". Macché. Anche da lui, al povero imprenditore, neppure una "palanca": solo un cinico spunto per una nuova speculazione politica. Per il resto amen. E pace all'anima sua. Del disperato e illuso Mauro Sari.
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Beppe Grillo 2

"Al comizio di Beppe Grillo a Treviso - quando mancavano ancora pochi minuti all'inizio - in piazza appena un centinaio di persone. Tanto che, dal microfono, è partito questo disperato annuncio: "Invitate amici e parenti, fate il passaparola"".
Quando poi Beppe Grillo è arrivato e ha cominciato a urlare le sue solite cose, in piazza, però, non è che il numero dei presenti fosse molto aumentato. Qualche "5 stelle" con i piedi per terra e non con la testa fra le nuvole si è giustamente preoccupato: "Che cosa succede? A Treviso noi siamo praticamente nati, a Treviso noi abbiamo ottenuto, alle recenti elezioni, il 23,4%. E ora?" Ma Beppe l'urlatore, con la testa fra le nuvole e non con i piedi per terra, non ci ha fatto invece caso. Evidentemente miope fisicamente e politicamente, non si è accorto che, ad ascoltarlo, non erano in migliaia, ma in pochissime centinaia. Ha visto, insomma, lucciole per lanterne. Tanto da avere fra l'altro urlato, dall'alto del suo palco e della sua miopia, addirittura questa profezia: "Se andremo al voto dopo l'estate, rimarremo solo Berlusconi e noi perché noi siamo la vera sinistra". Beppe, Beppe. Forse è il caso che lui cominci a scendere dalle nuvole e dal palco strettamente politico e a ricalcare con i piedi, saldamente, la terra e il palcoscenico strettamente comico. E, magari, anche ad acquistare un paio di occhiali da miope. Soprattutto politico.
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giovedì 16 maggio 2013

L'acronimo Aics

"16 aprile scorso, campionato amatoriale della Federazione Aics, partita regolarmente in corso in un campo della periferia di Firenzee - è accaduto all'improvviso - un calciatore della squadra "San Niccolò" si accascia, entra subito in come, i suoi compagni sospendono di giocare per soccorrerlo e poi, quando l'ambulanza lo porta in ospedale, loro non se la sentono più di riprendere come se nulla fosse accaduto. Partita sospesa, dunque, e tutti negli spogliatoi con un groppo alla gola".
Come si è comportata, in questo drammatico frangente, la Federazione Aics? Così: partita persa per 3 a 0 alla squadra "San Niccolò", due punti di penalizzazione  in classifica e una multa, seppure lieve, di cento euro. Ma ancor peggio si è comportata, quando la squadra ha inoltrato ricorso contro questa cinica sanzione, perché questo ricorso ha respinto con tale testuale motivazione: "Una situazione come quella accaduta", il 16 aprile durante il campionato Aics, "non sembra configurarsi come una causa di forza maggiore necessaria per ottenere un rinvio della partita" e al conseguente annullamento dei provvedimenti adottati. Ma l'Aics è l'Associazione italiana cultura e sport o l'Associazione italiana cinismo spregevole?
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Solo questione di decibel

"Sento in giro brutta aria - si è detto sicuro, in una intervista al quotidiano "La Stampa", Beppe Grillo - Ormai è chiaro che mi vogliono zittire".
Forse Beppe l'urlatore sta esagerando. Non è che qualcuno lo voglia zittire: forse qualcuno vorrebbe, soltanto, che parlasse più piano.
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"Liberate quella casella"

"Bisogna al più presto cancellare - ha urlato ancora Beppe Grillo - il reato di vilipendio al Capo dello Stato".
Beh, certo: non è che, quando lui attacca ad insultare e ad infangare, possa "saltare una casella" per non finire in galera.
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Ingroia e Berlusconi

"Berlusconi - ha annunciato Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl - non interverrà al comizio in vista delle prossime amministrative ad Aosta".
Ma come? Uno dei motivi per i quali Antonio Ingroia sembra essere scappato dal suo nuovo ufficio assegnatogli ad Aosta è stato proprio quello di non vedere e di non sentire Berlusconi solo dal palco. E adesso? Calma: non tornerà ugualmente. Lui, lì in ferie, sta bene dove sta. In attesa, comunque, di chissà che.
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mercoledì 15 maggio 2013

Il "diktat" del Csm

"La maggioranza del Consiglio superiore della magistratura - si legge in un documento - ha chiesto al Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, il suo sostegno alla Magistratura intera senza incertezza alcuna".
Più che una richiesta, a ben leggere, quasi una imposizione e senza nemmeno troppe remore e tanti indugi. Ma al Ministro della Giustizia,Anna Maria Cancellieri, alla fine è andata anche bene. L'Unicost, una delle correnti del Consiglio superiore della magistratura, ieri aveva addirittura chiesto che fosse lei a presentarsi per illustrare chiaramente la sua posizione sul sempre più attuale conflitto politica-giustizia e le conseguenti linee del suo programma. Come dire, certo, per assurdo: se non si fosse presentata lei spontaneamente, l'avrebbero fatta prelevare dai carabinieri. Roba da non credere. Ma roba così.
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"Vaffa" grillino anche ai creditori dello Stato?

"Nell'aula di Montecitorio - a grande maggioranza - è passato il disegno di legge che prevede, finalmente, il pagamento dei debiti scaduti della Pubblica amministrazione".
I deputati del "Movimento 5 stelle", però, non hanno votato anche loro a favore, ma si sono incomprensibilmente astenuti. Beppe Grillo non farebbe male a spiegarlo a tutti gli italiani, ma, in particolare, ai suoi elettori e ai creditori dello Stato i quali attendono già da troppo tempo. A spiegarlo anche urlando, se vuole, ma a spiegarlo con eventuali buone ragioni.
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Il riposo del guerriero Ingroia

"Antonio Ingroia - è la notizia - ha preso ufficialmente possesso del suo nuovo ufficio assegnatogli dal Consiglio superiore della magistratura nel Tribunale di Aosta, ha salutato tutti cordialmente e si è subito messo in ferie fino al 20 giugno".
Alla faccia - come diceva il buon Totò - alla faccia del caciocavallo. Ma bisogna pur capirlo il borbottante Antonio. Non solo, infatti, potrà attendere da una riposante sdraio di mare o di montagna, invece che da una forse faticosa poltrona del Tribunale di Aosta, la sentenza del Tar il quale deve fargli sapere se la decisione del Consiglio superiore della magistratura di mandarlo sotto le Alpi è da ritenersi corretta oppure ha ragione lui ad opporsi e a chiedere, allora, l'inchiedibile. Ma,  poi, è anche giusto che si rilassi e si riprenda dalla dura batosta rimediata, con la sua "Rivoluzione civile", nelle recenti elezioni. Buon riposo, allora, dottor Antonio Ingroia.
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I "pacchi" del sindaco

"Per cercare di partecipare al gioco a premi "Affari tuoi" su Tg1 Rai - si è saputo - il sindaco Michele Miglionico ha lasciato per ben due volte il suo Comune di Satriano di Lucania ed è partito per sottoporsi ai provini necessari nella sede della società che produce la trasmissione e ne seleziona i concorrenti".
Non aveva altro da fare? Evidentemente no. A Satriano di Lucania, evidentemente, tutto fila così liscio che il suo sindaco può dedicarsi tranquillamente alla partecipazione di giochi e giochetti televisivi. Ma perché, comunque, questa sua "ludopatia da piccolo schermo" deve essere anche sovvenzionata dai suoi amministrati? Sì, perché sono incredibilmente comparse, in un paio di documenti ufficiali del Comune, le richieste di rimborso dei due viaggi necessari, al sindaco, per sottoporsi ai due provini: qualcosa come 440 euro. Non poi così tanto, per carità, ma sempre troppo per cercare di partecipare a quella trasmissione "Affari tuoi" che sarebbe poi stata, alla fine, affari suoi. Suoi di Michele Miglionico. Il sindaco con la passione dei pacchi. Non solo dei pacchi nella trasmissione su Tg1 Rai con Max Giusti. Ma, come sembrerebbe, anche dei pacchi nell'amministrazione in Comune nei confronti dei suoi cittadini.
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martedì 14 maggio 2013

Mastro Titta per Silvio Berlusconi?

"La forca per Berlusconi - ha titolato a tutta pagina e a caratteri di scatola "Il Giornale", commentando le richieste avanzate da Ilda Boccassini al termine della sua requisitoria - Condannato a morte".
Bum! Domani, magari, "Il Giornale" titolerà che i giudici, i quali dovranno emettere la sentenza il 24 giugno prossimo, hanno già evocato, per eseguire la sentenza, il ritorno di Mastro Titta, il famoso boia dello Stato pontificio dal 1796 al 1864.
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Il secondo "lapsus" di Ilda

"Quando Ilda Boccassini è giunta, nel processo cosiddetto Ruby, alle sue conclusioni - è stato comunque notato - di getto, nei confronti di Silvio Berlusconi, ha pronunciato la parola "condanna" (come se fosse un giudice a sentenza), ma poi si è subito corretta e ha modificato in "chiede la condanna" (come deve correttamente fare un pubblico ministero)".
Non uno, dunque, ma due gli scivoloni nell'arringa di Ilda Boccassini: dopo il "lapsus" geografico e razzista su una Ruby "furba, di quella furbizia orientale propria della sua origine", il "lapsus" della condanna clamorosamente freudiana nei confronti di Silvio Berlusconi. Ilda Boccassini, per carità, potrebbe avere costruito correttamente il suo impianto accusatorio in riferimento ai "fatti Ruby" e ai connessi "fatti Cavaliere". Dovrebbe tuttavia attenuare la sua intransigente foga sovonarolesca e tenersi dentro i suoi rabbiosi sentimenti personali ogniqualvolta sia chiamata ad esercitare il suo ruolo terzo di magistrato. Per rispetto della legge, di imputati non condannati, ma anche di se stessa. Ad evitare, insomma, sospetti o, addirittura, accuse di "teoremi a prescindere".
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Emilio come "al vin in dal fiasch"

"Silvio non mi invita più - si è detto amareggiato l'ex direttore del Tg4, Emilio Fede - E mi sento solo".
Ingrato Silvio, insomma. Ora, all'improvviso, non gli apre più le porte di quella villa di Arcore dove, pure, hanno trascorso giornate, soprattutto nottate, più che allegre. E il povero fido Fede è lì fuori che non capisce e si sente abbandonato come un povero Fido cane in autostrada. Ingrato Silvio, dunque, ma anche ingenuo Emilio. Il quale, evidentemente, non conosce questo realistico proverbio milanese: "Ul ben dal padrun l'è cumè al vin in del fiasch: incoeu l'è bon, duman l'è guast" (la riconoscenza del padrone è come il vino nel fiasco: oggi è buono, domani è guasto". Specialmente se nella villa di Arcore certe giornate, soprattutto certe nottate, non si organizzano più come prima.
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lunedì 13 maggio 2013

Sei anni di carcere a Silvio Berlusconi...

"Chiedo per Silvio Berlusconi - così ha concluso la sua requisitoria il pubblico ministero Ilda Boccassini nell'ambito del processo cosiddeto Ruby - sei anni di carcere e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici".
Questa dura richiesta, quando il 24 giugno si arriverà a sentenza, sarà accolta dal collegio giudicante? C'è chi spera e dice di sì, c'è chi spera e dice di no. Una sentenza, comunque, sarebbe auspicabile. Una sentenza che in qualche modo, nel bene o nel male, inducesse cioè tutti - amici e nemici, innocentisti e colpevolisti - a non catalizzare più l'attenzione sulla persona e sui fatti più o meno privati di Silvio Berlusconi, ma permettesse di concentrarsi, finalmente, sui problemi seri ed urgenti del Paese. In nome della legge codificata, sì, ma anche in nome della legge del buon senso e della responsabilità di ogni organismo istituzionale.
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... E nove parole di razzismo a Ruby

"Ruby era furba - ha detto tra l'altro, nella sua requisitoria al processo contro Silvio Berlusconi, il pubblico ministero Ilda Boccassini - furba di quella furbizia orientale propria della sua origine".
"Furba di quella furbizia orientale propria della sua origine"? Ma questo è razzismo bello e buono. Uno scivolone - al di là, naturalmente, della sostanza processuale - molto brutto e preoccupante. Che da una come Ilda Boccassini, però, nessuno si sarebbe potuto e voluto attendere.
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Incredibile Laura

"Non ero a conoscenza dell'attacco alle donne del Pdl a Brescia - ha dichiarato, a due giorni dal fatto, la Presidente della Camera, Laura Boldrini - perché non si evinceva dalle cronache".
Non si evinceva dalle cronache? Ma, poiché invece tutte le cronache hanno dato risalto al fatto, potrebbe significare che la Presidente della Camera, Laura Boldrini, quando le mostrano la "mazzetta" dei giornali, guarda solo le figure come i bambini di tre anni. Oppure significare che la Presidente della Camera, Laura Boldrini, non solo non è capace di essere al di sopra delle parti, ma anche di non saper trovare giustificazioni credibili a certi suoi comportamenti. Comunque - ha infiorettato la sua inattendibile scusante - se ci sono stati episodi di sessismo nei confronti delle deputate del Pdl, questi vanno senz'altro condannati". Ma come "se ci sono stati"? Ci sono stati, ci sono stati. Solo che lei, la Presidente della Camera, Laura Boldrini, continua evidentemente a guardare, nei giornali, soltanto le figure. Oppure a mettere in ridicolo dubbio - il che sarebbe peggio - la realtà dei fatti.
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Gli spari Usa anche contro la "Festa della mamma"

"A New Orleans, nell'area tra Frenchmen Street e Villere Street - è accaduto ieri - alcuni sconosciuti hanno sparato contro la folla che stava assistendo alla tradizionale parata in occasione della "Festa della mamma" e hanno ferito una ventina di persone".
Negli Stati Uniti, dunque, si continua a sparare contrro la gente inerme. Perfino, ora, contro chi sta festeggiando la "Festa della mamma". Ma che cosa importa alla maggioranza dei parlamentari Usa? L'importante, per la maggioranza dei parlamentari Usa, è che nessuno spari leggi contro la "lobby" dei fabbricanti di armi. I valori, insomma? Non quelli dell'amore, ma quelli dei conti in banca miliardari dei legalizzati venditori di morte.
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Una svista da 250 mila euro

"Duecentocinquantamila euro all'Aci di Palermo - si legge nella "Finanziaria Crocetta", per il centenario della "Targa Florio"".
Ma la "Targa Florio" non ha compiuto i suoi cento anni ed è stata regolarmente festeggiata nel 2006? Sì. Allora? Allora, quando qualcuno se n'è accorto, dalla Regione si è fatto sapere essersi trattato di "una svista". C'è da augurarsi, ora, che la Regione non cada, "meschina", in un'altra svista: quella di non cancellare i 250 mila euro, all'Aci di Palermo, per una festa già festeggiata addirittura sette anni fa.
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domenica 12 maggio 2013

Insulti a due facce

"Quando fu insultata e svillaneggiata, anche sessualmente, su "internet" - come si ricorderà - la Presidente della Camera, Laura Boldrini, reagì giustamente con durezza e con durezza condannò giustamente quei comportamenti".
Al comizio del Pdl a Brescia, ieri, tutte le donne del partito sono state ancor più gravemente insultate e svillaneggiate, soprattutto sessualmente, da alcuni gruppetti di "antiberlusconiani". La Presidente della Camera, Laura Boldrini, non ha però avuto, in questo caso, alcuna dura reazione e alcuna dura condanna. Forse perché, tra quei gruppetti, sventolavano tante bandiere di quel vendoliano "Sinistra ecologia libertà" nelle cui liste è stata eletta? Allora, però, anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini - come per altri motivi è stato consigliato al Presidente del Senato, Pietro Grasso - farebbe bene a riprendere in mano qualche testo di democrazia. Soprattutto là dove si ricorda che i Presidenti delle due aule parlamentari devono essere sempre al di sopra delle parti, dimenticarsi del partito che li ha eletti, essere soltanto istituzionali. A comportarsi così, tutto sommato, è riuscito perfino Gianfranco Fini. Laura Boldrini, con un po' di sforzo, potrebbe farcela anche lei.
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Il "bon ton" di Alessandro Sallusti

"Da parte della Presidente della Camera - è esploso il direttore de "Il Giornale", Alesandro Sallusti, nel commentare in tv gli insulti contro le donne del Pdl al comizio di Brescia - nessuna solidarietà, lei è di parte, non è degna di ricoprire il ruolo che ha. Da domani, perciò, non ci rompa più i cosiddetti".
Alessandro Sallusti, per la verità, ha detto ben altro che  "i cosiddetti". E così, se nella sostanza avrebbe potuto avere anche ragione, è volgarmente caduto, a sua volta, nella forma. Se la Presidente della Camera, Laura Boldrini, farebbe appunto bene a ripassare tutti i testi in materia di democrazia e Istituzioni parlamentari, lui, Alessanro Sallusti, farebbe invece bene a ripassarsi tutti i testi in materia di buona educazione e di rispetto per qualsiasi altrui. Ammesso, certo, che li abbia mai letti.

Ideali

"Questo Governo non è quello per il quale ho lottato e, quindi, non è il mio Governo ideale - ha detto, all'Assemblea  del Pd, il "premier" Enrico Letta - e nemmeno il Presidente del Consiglio è il mio Presidente del Consiglio ideale".
Cioè lui, Enrico Letta, non si ritiene per niente ideale come Presidente del Consiglio. Ogni opinione liberamente espressa, per carità, va assolutamente rispettata. C'è, comunque, un precedente simile. L'attore e scrittore comico americano Groucho Marx disse un giorno: "Non mi iscriverei mai ad un club che avesse me tra i soci". Ma Groucho Marx, un altro giorno, disse anche: "Non è che eravamo poveri: è solo che non avevamo un soldo". La speranza è che, magari al termine del ritiro in abbazia con tutto il suo Governo non ideale, il "premier" Enrico Letta non ricalchi anche questo precedente comico americano per giustificare il poco o nulla da potersi fare per l'attuale italica tragedia.
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Arrampicate

"Quella degli alpini - ha esternato il neoministro della Difesa, Mario Mauro, alla tradizionale sfilata del Corpo - valga come testimonianza al popolo di come si viene fuori dalla crisi".
Gli alpini, come si sa, si arrampicano. Ma, forse, il neoministro della Difesa, Mario Mauro, non si è ancora accorto che, da tempo, anche gli italiani tutti si stanno arrampicando anche senza la piuma sul cappello. Gli alpini, certo, si arrampicano sulle aspre montagne. Gli italiani tutti sul muro sempre più aspro di una crisi economica, occupazionale e sociale senza precedenti.
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Enrico Letta ed Enrico Grillo

"Per venti anni - ha urlato ancora Beppe Grillo - l'attuale Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha fatto il nipote di suo zio".
Ma, essendo il figlio di un fratello di Gianni Letta, che cosa avrebbe dovuto fare? Il cognato o il suocero? Il fatto più bello, comunque, è che Beppe l'urlatore, nella sua foga, ha evidentemente dimenticato che c'è anche un altro noto giovane che fa il nipote di suo zio. Si chiama anche lui Enrico, ma di cognome fa Grillo, è nipote proprio di zio Beppe e del "Movimento 5 stelle" di zio Beppe è nientemeno che il vicepresidente e una delle "menti" nell'ombra. Guarda caso. Ma guarda, anche, la faccia di bronzo del Grillo falso Savonarola.
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sabato 11 maggio 2013

Guglielmo il traghettatore

"Sarà Guglielmo Epifani - ha votato la maggioranza dell'Assemblea nazionale del Pd - il "traghettatore" che dovrà condurre il partito fino al prossimo congresso di ottobre".
Niente più Speranza, Roberto Speranza, dunque, per il Pd. Ma un ritroso Gugliemo il quale, alla fine, ha accettato il ruolo di traghettatore per spirito di servizio.  Poveraccio, però. Lui non ha infatti, come il traghettatore Caronte nel terzo canto dell' "Inferno" dantesco, "occhi di bragia" e non è neppure così "vecchio e bianco per antico pelo". Non è un giovanotto, certo, non ha uno sguardo così di fuoco e, semmai, il suo antico pelo politico è sempre stato rosso e non bianco. Ma che cosa importa? Quello che importa è che, per Guglielmo il traghettatore, si è voluto "così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare". Lui ora traghetti, insomma, per "menare" il Pd "a l'altra riva" ottobrina. Poi si vedrà.
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Chi di "vaffa" ferisce...

"Trenta, se non cinquanta, "5 stelle" - le voci si rincorrono tra la Camera e il Senato - sarebbero seriamente intenzionati ad abbandonare Beppe Grillo e a formare un proprio gruppo politico".
Quali i motivi? Un po' per la questione della diaria che non vogliono decurtare, un po' perché favorevoli invece alla cittadinanza a tutti i nati in Italia, ma molto perché stanchi di essere trattati come schiavi da un furioso "padre padrone". Si dovrebbe conoscere qualcosa di più lunedi prossimo, comunque, quando i parlamentari "5 stelle" si riuniranno senza avere significativamente invitato né Grillo né Casaleggio. I quali, dunque, dovrebbero preoccuparsi e, nel caso si arrivasse davvero ad una così forte scissione, dovrebbero forse cominciare a ridimensionarsi, da "Movimento 5 stelle", a "Movimento 4 stelle". E Beppe, in particolare, dovrebbe meditare su un proverbio rimodulato apposta per lui: "chi di "vaffa" ferisce di "vaffa" perisce".
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Una "multopoli" romana?

"Sta venendo fuori - da un'inchiesta avviata dalla Procura - che, all'Ufficio contravvenzioni dei vigili urbani di Roma, le multe, negli ultimi due anni, vengono ripartite tra fascicoli di "Serie A" e fascicoli di "Serie B"".
Ma con quale criterio? Nei fascicoli di "Serie A" le multe di personaggi ed istituzioni di rilievo, nei fascicoli di "Serie B" quelle dei comuni cittadini. E per quale motivo? Per il motivo che, mentre le multe dei comuni cittadini vengono "lavorate" per arrivare puntualmente all'incasso, le multe dei personaggi e delle istituzioni di rilievo vengono "lavorate" per eliminarne ogni traccia e ogni possibilità di incasso. Per non gettare ombre inquietanti sull'intero Corpo dei vigili urbani di Roma, poiché la Procura ha già individuato due responsabili di questo scandalo, non sarebbe male se, intanto, fossero messi fuori squadra loro. In attesa di eventuali correi. E, alla fine dell'inchiesta, di un'eventuale squalifica a vita.
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Il Matteo delle sue brame

"Vedrei bene in un mio film - ha confidato, al quotidiano "Qui Firenze", il regista del porno Tinto Brass - il vostro sindaco Matteo Renzi".
Nudo?
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venerdì 10 maggio 2013

Quei dodici miliardi per sei catorci

"Gli "F 35" - secondo un rapporto dell'inglese "National audit office" pubblicato sul quotidiano "Guardian" - non sarebbero in grado di atterrare in caso di temperatura calda, umida, caratterizzata da bassa pressione".
Ancora un grave difetto, dunque, riscontrato in questi "supercaccia" definiti invece, dalla fabbricante "Lockeed", come i veicoli del futuro. Ancora un grave difettto perché, già nei mesi scorsi, i tecnici del Pentagono ne avevano riscontrati altri da non poco. Come, tanto per ricordarne qualcuno, il pericolo di incendiarsi se colpiti da un fulmine, il pericolo di fratture delle pale delle turbine così da distruggere il motore e precipitare, il pericolo di farsi abbattere da un aereo nemico in quanto il pilota nell'impossibilità di vedere chi dovesse arrivargli da dietro. Incredibile, inquietante e sospetto, quindi, il fatto che l'Areonautica militare italiana e lo stesso neoministro della Difesa, Mario Mauro, stiano continuando a sostenere la necessità di acquistare, nel tempo, novanta di questi che si stanno rivelando altro che veicoli, ma catorci del futuro. I quali, poi, non è che costino poco: circa 200 milioni l'uno. Il che significa, visto che l'Italia ne ha già ordinati tre e per altri tre sta per il firmare il contratto di acquisto, dodici miliardi e breve e medio termine. Dove trovare - continuano ad interrogarsi e ad indagare Governo e partiti - i dodici miliardi occorrenti per abolire l'Imu, scongiurare l'aumento di un punto dell'Iva, fornire un concreto supporto alle piccole e medie imprese? Beh, eccoli lì: quelli che si vorrebbero spendere per acquistare i primi sei di quegli aerei catorci del futuro.
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Fioroni "avanti marsch" e "dietro front"

"Ho dovuto rinunciare alla presidenza della Commissione giustizia della Camera - aveva raccontato, a "La Repubblica", il pd Beppe Fioroni - perché l'Associazione nazionale magistrati mi ha chiesto di fare un passo indietro a favore di Donatella Ferranti, ex segretario generale del Consiglio superiore della magistratura, per bilanciare la presidenza di Nitto Palma alla equivalente Commissione del Senato".
Poi, però, il pd Beppe Fioroni - interrogato, sembra, dal Ministro Anna Maria Cancellieri - ha negato di avere mai raccontato simile cosa, frutto, soltanto, di  "ricostruzioni fantasiose e infondate". "La Repubblica", allora, tanto incauta e sprovveduta da attribuire a Beppe Fioroni un racconto così clamoroso? C'è stato davvero un qualche intervento "extra parlamentare" che, però, si è voluto subito coprire? E, quindi, Beppe Fioroni - bacchettato, oltre che dal Ministro Anna Maria Cancellieri, anche dall'Associazione nazionale magistrati con un proprio comunicato - è stato "invitato" a smetire seccamente il tutto? Domande non da poco quanto più che legittime. Le quali meriterebbero, per capire, risposte chiare e documentate.
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Beppe più del Presidente Napolitano e di Papa Wojtyla

"Beppe Grillo - hanno mostrato anche le telecamere - arrivato a Roma per strigliare i suoi sulla questione della diaria tutta sì o tutta no, è entrato con l'auto, all'interno di Palazzo Montecitorio, da un ingresso laterale".
Ma Beppe Grillo è un deputato? No. E' più del Presidente Giorgio Napolitano o del fu Papa Wojtyla i quali, quando hanno fatto il loro ingresso alla Camera, sono scesi in piazza Montecitorio e sono entrati nell'interno a piedi? Neppure. Ma, allora, perché Beppe Grillo ha potuto usufruire di questo particolare e particolarmente ossequioso trattamento? Qualcuno, comunque, glielo ha consentito. Ma quel qualcuno, ora, dovrebbe spiegare in quanto non si è affatto trattato, come superficialmente potrebbe sembrare, di un fatto da poco.
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Gianni e gli sgombri

"Stiamo sollecitando da molto tempo la Prefettura - ha risposto, al "Corriere della sera", il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - per sgomberare le occupazioni di locali contrarie alla legalità".
Ce n'è una, al quartiere Flaminio, che molte testimonianze indicano come frequentata, anche, da suo figlio Manfredi. Sarebbe interessante conoscere se è stato chiesto lo sgombero pure di quella.
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Un secondo "Nobel" per Fo

"Brunetta - è tornato a colpire, ad "Un giorno da pecora" su Radio2, il "Nobel" Dario Fo -  è sicuramente più basso nel pensiero che nel fisico".
Dario Fo - Brunetta o non Brunetta - si sta proponendo, evidentemente, per un secondo "Nobel": quello della letteratura da caserma.
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giovedì 9 maggio 2013

Ciucci o illusionisti da avanspettacolo?

"I provvedimenti adottati dal Governo Monti nell'ultimo quadrimestre 2012, comprese la legge di bilancio e la legge di sviluppo - ha fatto conoscere la Corte dei conti - sono da bocciare in quanto, per la loro copertura, sono stati previsti sia un impiego improprio dei fondi di Tesoreria sia una utilizzazione di proventi da giochi e da accise dal gettito non affidabile".
Sorge, spontanea, una domanda: ma i tanto famosi professori del Governo Monti come hanno preso le loro altrettanto famose lauree in economia? Con i punti del supermercato? A meno che - ma non sarebbe cosa migliore - abbiamo preso quei provvedimenti sapendo benissimo di presentare come buone, agli italiani, carte invece clamorosamente truccate. I famosi professori, insomma, come ciucci o come illusionisti da avanspettacolo?
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Il domani di Gianfry

"Grazie per l'impegno profuso - hanno detto chiaro e tondo, al loro ex "leader" Gianfranco Fini, i pochi superstiti di quel "Futuro e libertà" naufragato nella tempesta delle ultime elezioni politiche - Accettiamo le tue dimissioni".
Cacciato dagli elettori, cacciato dai suoi alleati "pro tempore", cacciato perfino dal suo partito, dove andrà, ora, il povero Gianfry? Forse, però, lui non ha preoccupazioni: da Montecarlo c'è sempre qualcuno pronto a melodiargli "torna, torna, 'sta casa aspetta a te".
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Quotazioni pd

"Nel Pd - stanno informando tutti i quotidiani - sono in salita le quotazioni di Roberto Speranza quale "traghettatore" del partito fino al Congresso di ottobre".
Quanto mai opportuno. Che ne sarebbe del Pd, data la sua situazione attuale, se non ci fosse neppure uno spiraglio di Speranza?
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mercoledì 8 maggio 2013

Presidenti di Commissione 1

"Il pdl Francesco Nitto Palma - alla quarta votazione - è stato infine eletto presidente della Commissione giustizia al Senato".
Accordo raggiunto con il Pd? No: il Pd, anche se con l'arma della scheda bianca, ha continuato a sparargli contro come consigliato dal suo senatore Corradino Mineo. Ma Francesco Nitto Palma, alla fine, è passato ugualmente. E - come si sa - tutto è bene quel finisce bene. Anche se "meno amici di come prima". Ancora amici, però. Tanto da mandare in "tilt" Beppe Grillo il quale, utilizzando tutto il vocabolario delle parole più volgari, non ha atteso neppure un minuto prima di mitragliare il Pd, il Pdl, i presidenti delle Commissioni eletti, gli accordi raggiunti per eleggerli, il sistema di elezione, tutto il mondo, quasi l'universo intero. Ma almeno, per fortuna, si è salvato suo nonno.
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Presidenti di Commissione 2

"Sarà invece Roberto Formigoni - questo l'esito delle votazioni concordate con il Pd - il presidente della Commissione agricoltura al Senato".
Viene però da chiedersi "alla Di Pietro": ma che c'azzecca Roberto Formigoni, sempre molto vicino e attento al mondo della sanità, con il mondo dell'agricoltura? Due, forse, le spiegazioni plausibili. La prima: le assegnazioni delle Presidenze di commissione - e questo sarebbe molto grave e  darebbe ragione, in un certo senso, a Beppe l'urlatore - vengono fatte non tenendo conto delle conoscenze e delle esperienze, ma solo per assicurare una poltrona qualsiasi a qualche "trombato" da sistemare. La seconda: l'assegnazione della presidenza della Commissione agricoltura del Senato a Roberto Formigoni - e questa sarebbe una specie di perfidia - è stata fatta per far capire, all'ex Presidente della Regione Lombardia, che per lui, ormai, è giunto il tempo di non sottrarre più le sue braccia dove davvero servono.
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Presidenti di Commissione 3

"Sarà poi Daniele Capezzone - sempre dopo accordo Pd-Pdl - il presidente della Commissione finanze e tesoro alla Camera".
Ma, prima di accordarsi su di lui e prima di votarlo, qualcuno ha provato a proporgli, almeno, l'addizione due più due e ha accertato che rispondesse proprio quattro?
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Un volume per Pietro Grasso

"Per quanto mi riguarda - ha esternato, ai microfoni di "Radio anch'io", il Presidente del Senato, Pietro Grasso - dei senatori a vita si può certamente fare a meno... anche perché si tratta di una nomina che risale al periodo regio".
Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, è certamente preparato ed esperto uomo di legge ma, evidentemente, di non troppo approfondita conoscenza della Carta costituzionale, dei suoi articoli e della loro genesi. Certo che quella dei senatori a vita è una nomina che risale al periodo regio, ma è anche una nomina che è stata voluta, nella Carta, dai padri costituenti repubblicani. Precisamente all'articolo 59 che recita al primo comma: "E' senatore di diritto e a vita,salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica". E al secondo comma: "Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Perché, infatti, lo spirito che ispirò i padri costituenti repubblicani - come si può leggere nei verbali delle loro riunioni - fu quello di fare della Repubblica "una fonte, oltre che di doveri, anche di onori". Un sommesso consiglio, allora - con tutto il rispetto - al Presidente del Senato, Pietro Grasso: si faccia portare, sulla sua scrivania, il volume "La Costituzione della Repubblica italiana. Testo in vigore dal progetto all'approvazione" che, negli Anni 80, fu pubblicato, con tiratura esclusiva per la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, dalla "Società italiana per le edizioni d'arte". Lo troverà molto interessante ed educativo.
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L' "erba voglio" di Antonio il "trombato"

"Ma quale Tribunale di Aosta - ha mandato a dire, dai microfoni de "La zanzara", il giudice politico "trombato" Antonio Ingroia - io voglio o la Procura nazionale antimafia o la Corte di Cassazione. Altrimenti mi ritiro dalla Magistratura".
Due cose. La prima è che il giudice politico "trombato" Antonio Ingroia non sa, evidentemente, che l' "erba voglio" non esiste nemmeno nel giardino del re e nemmeno in quello di un magistrato arrogante e presuntuoso. La seconda è che, se lui dovesse ritirarsi dalla Magistratura, a piangere, presumibilmente, sarebbe solamente lui.
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Silvio la volpe

"Perché io a presiedere la "Convenzione per le modifiche istituzionali"? - aveva insistito, nei giorni scorsi, Silvio Berlusconi - Ma perché sono il migliore".
Oggi però, ospite di "Mattino 5" in tv, Silvio Berlusconi ha detto: "Ma no, avevo solo scherzato". Il tutto non può che ricordare la celebre favola di Esopo "La volpe e l'uva". L'uva esopiana non raggiungibile e, perciò, non matura. La presidenza della "Convenzione" non raggiungibile e, perciò, solo uno scherzo. Volpe di un Silvio...
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martedì 7 maggio 2013

Il ritiro della squadra di Governo

"Il "premier" Enrico Letta - come si legge in un suo "tweet" - ha convocato in ritiro la sua squadra di Governo, dal tardo pomeriggio di domenica all'ora di pranzo di lunedi prossimi, all'Abbazia di Spineto della Luce, per programmare, conoscersi, fare spogliatoio".
Iniziativa indubbiamente bella. Come indubbiamente bello è stato non prevedere anche una "sgambatura" perché sarebbe stato perlomeno imbarazzante vedere certe e certi suoi convocati in calzoncini e maglietta da calcio. E, invece, una curiosità: se qualcuno non dovesse per caso rispondere alla sua convocazione, "mister" Enrico Letta come reagirebbe? Lo metterebbe fuori squadra?
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Un Nitto da sparare

"Nitto Palma presidente della Commissione giustizia al Senato? - aveva dichiarato, prima che iniziassero le votazioni  per la nomina, il senatore pd Corradino Mineo - Indecente. Qui bisogna sparare. Anche se non con le pistole, certo".
Dopo ben due votazioni, sia come sia, Francesco Nitto Palma non è riuscito a raggiungere, nonostante gli accordi tra Pd e Pdl, i consensi necessari per la sua nomina. E, dunque, qualcuno ha seguito l'indicazione del senatore pd Corradino Mineo. Sparando contro Nitto Palma, certo, non qualche pallottola di pistola e neppure di fucile, ma soltanto qualche no. E di questi tempi è già una fortuna. Domani, comunque, terza votazione. Ma qualcuno continuerà a sparare no contro Francesco Nitto Palma? Si starà a vedere. Anche perché il Pdl non l'ha presa naturalmente bene e ha fatto subito capire che una definitiva bocciatura del suo candidato a presidente della Commissione giustizia del Senato potrebbe avere serie conseguenze per il Governo. Il "premier" Enrico Letta è preoccupato: non è che dovrà telefonare all'Abbazia di Spineto della Luce per disdire l'arrivo, domenica, con la sua squadra?
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lunedì 6 maggio 2013

Divo o demone?

"E' morto - a 94 anni - Giulio Andreotti, protagonista per più di settant'anni, a vario titolo, della vita italiana politica e non solo".
C'è chi, nel momento del suo più "fulgido splendore", lo ha giudicato e riverito come il "divo Giulio" e chi, invece, lo ha significativamente definito "Belzebù". L'uno o l'altro oppure l'uno e l'altro? Ha commentato, giustamente, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Lo giudicherà la storia". Quella, però, scritta da chi?
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Ad Agnese Borsellino glielo dirà l'al di là

"Agnese Borsellino, la vedova del magistrato ucciso dalla mafia nel 1992 - ha dato l'annuncio il cognato Salvatore - è stata stroncata dalla sua lunga e sofferta malattia. Si è spenta, sì, ma adesso saprà finalmente la verità sulla morte di Paolo".
Che terribile Paese questa Italia, se uno, per sapere verità tanto drammatiche e sconvolgenti, deve aspettare di andare a scoprirle nell'al di là.
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La rivolta delle "5 stelle"

"Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio - come si ricorderà - avevano pubblicizzato una "e-mail", indirizzata ai loro parlamentari, perché si predisponessero a restituire la rispettiva parte di diaria eventualmente non spesa e documentata. Molti, però, avevano rumoreggiato e, così, la decisione era stata quella di affidarsi al solito "referendum in rete"".
Quali i dati di questo referedum? Partecipanti 130 su 163, no alla restituzione dell'eventuale avanzo il 48,48%, sì il 36,30%,  "boh" il rimanente 15,22%. Con tanti saluti, dunque, sia a quanto promesso e sottoscritto, durante la campagna elettorale, da tutti i candidati "5 stelle" sia al carisma e all'immagine di "gran capo assoluto" di Beppe l'urlatore. Il quale, perciò, ha evidentemente trovato, proprio all'interno del suo "Movimento",chi ormai non teme di urlare più di lui. Purtroppo - occorre onestamente dirlo - anche quelle rare volte in cui lui sarebbe nel giusto.
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L'inquietante 8 maggio di Silvio

"I processi cosiddetti "Mediaset" e "Ruby" - ha sentenziato la Sesta sezione della Corte di cassazione - dovranno continuare ad essere celebrati a Milano in quanto non fondati i sospetti di condizionamento dei giudici nei confronti di Silvio Berlusconi".
Respinta la richiesta di legittimo impedimento avanzata dai difensori, così, il primo dei due processi a riprendere sarà, mercoledi 8 maggio prossimo, quello cosiddetto "Mediaset". Con una coincidenza, per Silvio Berlusconi, inquietante e preoccupante: mercoledi 8 maggio prossimo, infatti, è il giorno consacrato a San Vittore. Dal quale San Vittore, per chi lo ignorasse, prende il nome proprio il carcere giudiziario di Milano.
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Non c'è più religione

"La Squadra Mobile di Brindisi - dopo le tradizionali accurate e approfondite indagini - ha identificato e denunciato, per spaccio di cocaina, crack e hashish, tre persone".
La notizia, però, è che una delle tre persone è l'usciere della Curia di Brindisi-Ostuni. E, allora, è proprio vero: non c'è più religione.
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Le domeniche "dense" del "Corriere"

"E' una domenica densa - si legge all'inizio dell'articolo di Maria Rosaria Spadaccino sul "Corriere della sera" di oggi 6 maggio - quella di ieri tra piazza Venezia e Campidoglio".
Movimenti di autorità istituzionali per cercare soluzioni urgenti ai gravi problemi attuali del Paese e della sua capitale? Macché. Piazza Venezia perché invasa dai tifosi juventini festanti per il nuovo campionato conquistato. Il Campidoglio perché invaso da invitati e folla plaudente per il matrimonio della "show girl" Valeria Marini e dell'imprenditore Giovanni Cottone nella chiesa dell'Ara Coeli. Un matrimonio ripreso oltretutto in diretta - chissà perché - dalla Rai in "Domenica In". Compresa la bestemmia di un "bodyguard".
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sabato 4 maggio 2013

Giustizia così

"Giorgio Giubilei - nella notte tra il 5 e il 6 ottobre scorso - stava procedendo a 120 chilometri all'ora in pieno centro, in stato di ubriachezza, non si era fermato al semaforo per lui rosso, aveva centrato in pieno un'auto che stava transitando con il verde ed aveva ucciso sul colpo Matteo Pagano di appena 25 anni".
A processo appena concluso in prima istanza, però, l'automobilista omicida e contravventore di ben tre articoli del Codice della strada non sarà chiamato a scontare neppure un giorno di carcere in quanto, patteggiata una condanna - tra l'altro incredibilmente lieve - di un anno e nove mesi, si è visto sospendere la pena. "Quella notte - hanno amaramente commentato i genitori della giovane vittima - abbiamo perso un figlio, ma per il Tribunale è come se non avessimo perso nessuno". Vero. L'automobilista omicida e contravventore di ben tre articoli del Codice della strada, quella notte tra il 5 e il 6 ottobre scorso, non ha evidentemente ucciso un giovane di 25 anni, ma ha solo schiacciato una formica.
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Il clamoroso "dietro front" di Beppe Grillo

"Paolo Becchi - ha scritto Beppe Grillo sul suo "blog" - è finito nel tritacarne mediatico e, dunque, io gli offro, per spiegarsi, un doveroso spazio".
Non è sempre vero, allora, che la notte porta consiglio. A Beppe Grillo, in questo caso, ha portato clamoroso contraddittorio suggerimento. Solo nella giornata di ieri, infatti, aveva urlato, al professor Becchi il "sovversivo", tu per noi non sei nessuno e tanto meno l'ideologo. E tutti si erano rallegrati per questa sua dissociazione. Ingenuamente, dunque. Perché il professor Paolo Becchi è ricomparso, con tutti gli onori, sul "blog grillino". E non per scusarsi di quanto gravemente affermato, ma per accusare quanti, assolvendo al loro ruolo di cronisti, avevano riportato il gravemente da lui affermato. Sul "suo" professore di filosofia del diritto, perciò, il rettore dell'Università di Genova, Giacomo De Ferrari, ha giustamente commentato: "Quando si parla di certi argomenti, bisogna prima usare il cervello e poi parlare... Solo un'ingenuità la sua? Ma qui, purtroppo, stiamo parlando di un professore e non di un analfabeta il quale non si rende conto di quello che dice". Ma un giusto commento su Beppe Grillo? Beh, quello, non può essere che il solito: se Beppe Grillo vuole fare davvero politica seria, occorrerebbe che la smettesse di fare spettacoli di varietà che non fanno nemmeno ridere.
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Giggino delle buche

"Luigi De Magistris - indagato, dal pubblico ministero Stefania Buda e dal procuratore aggiunto Francesco Greco, per le "buche killer" nelle strade di Napoli - ha cercato di difendersi, per non essere intervenuto, con questa domanda retorica: "Ma un sindaco senza risorse, cui hanno consegnato un Ente in dissesto, che cosa avrebbe dovuto fare?"".
Risposta tutt'altro che retorica: non assumere nuovo personale, ad esempio, nel suo già ampio "staff".
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venerdì 3 maggio 2013

Elementare, Watson

"Nelle intenzioni di voto degli italiani - ultima indagine della "Swg" per conto della trasmissione "Agorà" di Rai 3 - Pdl al 26,8% (in calo dello 0,2% rispetto alla settimana precedente), Pd al 23,8% (in aumento dell'1,8%), "Movimento 5 stelle" al 23, 7% (in calo dell'1,8%)".
Da quando i due partiti maggiori hanno accettato responsabilmente di collaborare per salvare l'Italia dal baratro, dunque, i cittadini stanno restituendo fiducia alla politica e mandando a ramengo sterili e assurdi populismi. L'augurio è che Pdl e Pd continuino a marciare insieme per la salvezza dell'Italia e che le impuntature reciproche di questi giorni velocemenete si spengano. Perché la fiducia degli italiani non è che si sia di nuovo radicata, ma è ancora appesa ad un filo. E' in prova. E Beppe l'urlatore, che ora sta progressivamente andando a fondo, ha però dimostrato di essere un buon nuotatore e, ove le mareggiate politiche tornassero a favorirlo, non ci impiegherebbe niente a tornare, con quattro bracciate, a galla. Chissà, poi, con quale altro ideologo. "Elementare, Watson" direbbe il famoso Sherlock Holmes.
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E' più forte lo Stato o il "boss" Messina Denaro?

"Dopo avere chiesto uomini e mezzi, nel 2004, per arrestare il "boss" Matteo Messina Denaro - si è deciso a denunciare, alla Procura di Palermo, l'allora maresciallo Saverio Masi - il mio superiore, per tutta risposta, mi urlò: "Noi non abbiamo intenzione di prendere né Provenzano né Messina Denaro. Non hai capito niente allora? Ti devi fermare. E fui in tutti i modi fermato".
Il "boss" Matteo Messina Denaro, tra i quattro considerati i più pericolosi nel mondo, è ormai latitante da venti anni. L'allora maresciallo Saverio Masi, ora caposcorta del pubblico ministero Nino Di Matteo, ha scelto di dire tutta la verità, ai magistrati, dopo nove anni da quell'episodio inquietante. Ne è passato del tempo. Per cui, a maggior ragione, sarebbe quanto mai opportuno che la Magistratura, ora, non ne lasciasse trascorrere dell'altro prima di appurare come siano andati i fatti - e perché - di condannare chi per quei fatti vada condannato e, se possibile, di far emergere - durante le indagini preliminari e il successivo processo - elementi che possano finalmente portare alla cattura di Matteo Messina Denaro. Il quale, evidentemente, è un personaggio di grande potere. Ma il cui grande potere non può continuare ad essere più forte di quello dello Stato.
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