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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 3 maggio 2013

E' più forte lo Stato o il "boss" Messina Denaro?

"Dopo avere chiesto uomini e mezzi, nel 2004, per arrestare il "boss" Matteo Messina Denaro - si è deciso a denunciare, alla Procura di Palermo, l'allora maresciallo Saverio Masi - il mio superiore, per tutta risposta, mi urlò: "Noi non abbiamo intenzione di prendere né Provenzano né Messina Denaro. Non hai capito niente allora? Ti devi fermare. E fui in tutti i modi fermato".
Il "boss" Matteo Messina Denaro, tra i quattro considerati i più pericolosi nel mondo, è ormai latitante da venti anni. L'allora maresciallo Saverio Masi, ora caposcorta del pubblico ministero Nino Di Matteo, ha scelto di dire tutta la verità, ai magistrati, dopo nove anni da quell'episodio inquietante. Ne è passato del tempo. Per cui, a maggior ragione, sarebbe quanto mai opportuno che la Magistratura, ora, non ne lasciasse trascorrere dell'altro prima di appurare come siano andati i fatti - e perché - di condannare chi per quei fatti vada condannato e, se possibile, di far emergere - durante le indagini preliminari e il successivo processo - elementi che possano finalmente portare alla cattura di Matteo Messina Denaro. Il quale, evidentemente, è un personaggio di grande potere. Ma il cui grande potere non può continuare ad essere più forte di quello dello Stato.
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