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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 14 maggio 2013

Il secondo "lapsus" di Ilda

"Quando Ilda Boccassini è giunta, nel processo cosiddetto Ruby, alle sue conclusioni - è stato comunque notato - di getto, nei confronti di Silvio Berlusconi, ha pronunciato la parola "condanna" (come se fosse un giudice a sentenza), ma poi si è subito corretta e ha modificato in "chiede la condanna" (come deve correttamente fare un pubblico ministero)".
Non uno, dunque, ma due gli scivoloni nell'arringa di Ilda Boccassini: dopo il "lapsus" geografico e razzista su una Ruby "furba, di quella furbizia orientale propria della sua origine", il "lapsus" della condanna clamorosamente freudiana nei confronti di Silvio Berlusconi. Ilda Boccassini, per carità, potrebbe avere costruito correttamente il suo impianto accusatorio in riferimento ai "fatti Ruby" e ai connessi "fatti Cavaliere". Dovrebbe tuttavia attenuare la sua intransigente foga sovonarolesca e tenersi dentro i suoi rabbiosi sentimenti personali ogniqualvolta sia chiamata ad esercitare il suo ruolo terzo di magistrato. Per rispetto della legge, di imputati non condannati, ma anche di se stessa. Ad evitare, insomma, sospetti o, addirittura, accuse di "teoremi a prescindere".
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