Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 30 aprile 2011

Onorevoli senza vergogna

"Venga vietato ai fotografi - hanno chiesto, ai questori della Camera, i deputati sorpresi a giocare "on line" e ad esplorare i cataloghi virtuali delle "signorine" disponibili per prestazioni riservate - venga vietato ai fotografi l'uso, in aula, di quegli obiettivi che permettono di "zoomare" sui banchi parlamentari".

Cioè. Non è che i deputati colti in castagna si siano vergognati e abbiano giurato di non comportarsi più così poco onorevolmente. No. Hanno chiesto l' "off limits" agli obiettivi con diritto di cronaca in modo da poter continuare ad avere il "diritto" si spassarsela segretamente, perfino a "luci rosse", mentre in aula si tratta dei problemi, spesso anche drammatici, del Paese. Alla vergogna, insomma, non c'è più ormai alcun limite. Anche - ahinoi - oltre le mura di Montecitorio.

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Regìa di Walter Veltroni

"Subito dopo le elezioni amministrative parziali del 15 maggio - ha confidato Walter Veltroni al "Foglio" - sarà opportuno aprire comunque, con il segretario Bersani, una discussione seria per capire se il percorso scelto dal Pd sia quello giusto".

Ma Walter Veltroni, nel luglio del 2001, non aveva testualmente fatto sapere che, quando fosse arrivato all'età di 55 anni, si sarebbe dato alla regìa cinematografica? Proprio così. Ora che si sta addirittura avvicinando ai 56 anni, però, sta ogni giorno dimostrando, con i suoi evidenti tentativi di ritagliarsi di nuovo un ruolo di prim'attore all'interno del partito, di averci clamorosamente ripensato. A meno che - ma non sarebbe elegante - non abbia ritenuto che il Pd sia ormai un cinema e che a questo cinema sarebbe indispensabile un regista come lui.

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Carlo l'autoerotista

"Quando ero giovinetto - ha confessato Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, durante una trasmissione su Radio 2 - mi sono dato all'autoerotismo sessuale".

Ora che è diventato adulto, però, Carlo Giovanardi non ha chiuso la pratica: è infatti passato, dall'autoerotismo sessuale, all'autoerotismo politico.

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giovedì 28 aprile 2011

I rossi amici di Silvio

"Una colonia di ragnetti rossi - hanno raccontato i giornali - ha invaso alcuni locali della Procura di Milano e hanno rischiaato di determinare pericolosi ritardi nel procedimento "Ruby-Berlusconi".

A questo punto, allora, Silvio Berlusconi dovrà rivedere le sue convinzioni. Lui ha sempre sostenuto che alcuni locali della Procura di Milano sono da tempo invasi da "giudici rossi" suoi nemici. Ora, evidentemente, dovrà convenire che c'è stata anche una invasione di ragnetti rossi suoi amici. Che anche nel rosso, insomma, può esserci il buono e il cattivo. Con una delusione, tuttavia: alla fine, anche questa volta, hanno avuto la meglio i "rossi giudici nemici". I rossi ragnetti amici, infatti, sono stati annientati con una potente campagna di disinfestazione. Con rito immediato, naturalmente.

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Franceschini a luci rosse

"In "Daccapo", l'ultimo libro scritto da Dario Franceschini - ha raccontato chi ha avuto il coraggio di leggerlo - si narra di un notaio che finisce per accoppiarsi con ben 52 prostitute".

Ma Dario Franceschini il capogruppo del Pd alla Camera che continua a mostrarsi in Parlamento come un "ultrà" del moralismo e un acceso fustigatore delle notti di Arcore? Proprio lui. Lui in persona, in carta, penna e fantasie supererotiche. E vedi un po', dunque, che cosa può combinarti la vita. Con l'aggiunta di una preoccupazione per quello che starà pensando di lui la presidente del Pd, la beata vergine Rosy Bindi, anche lei dura e pura nei confronti di qualsiasi depravazione reale. Ma anche fantastica, immaginaria, da sogno.

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Entrate in politica

"Berlusconi è entrato in politica - ha tuonato Antonio Di Pietro - per non andare a San Vittore".

Tuono fragoroso che sarà la storia, non soltanto giudiziaria, a legittimare o meno. Ma tutti si stanno ancora chiedendo perché Antonio Di Pietro ha improvvisamente dismesso la toga di magistrato ed è entrato imprevedibilmente in politica. Per non andare dove?

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Come ai tempi di Mussolini

"Nonno, ti serve il bastone per caamminare?" - è il colloquio ad illustrazione di una vignetta fatta circolare dal Sindacato pensionati della Cgil a Modena - "No, tranquillo Paolino, cammino benissimo: mi serve nel caso incontrassi il Premier..."

Forse al Sindacato pensionati della Cgil modenese non hanno ancora letto la Costituzione della Repubblica italiana e non sanno, dunque, che l'Italia è uno Stato democratico nel quale l'avversario politico si affronta con una opposizione seria e non con un nodoso bastone. Come invece avveniva - sarebbe bene non dimenticarlo a destra, al centro e a sinistra - ai tempi di Benito Mussolini.

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Frutta e verdura di nazione

"Che la ciliegia - hanno proposto sei deputati del Pdl - diventi il "Frutto della Nazione" per il verde delle foglie, il bianco della fioritura e il rosso dei succosi frutti".

Ecologico-patriottico. Ma perché, allora, non anche la "Verdura della Nazione"? La cavolata sarebbe a disposizione, in questo caso, in modo ancor più evidente. Con il cavolo cappuccio, appunto, che vegeta - come noto ai botanici e alle massaie - in tre diverse qualità: verde, bianco e rosso.

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mercoledì 13 aprile 2011

L' "arancia" di Milly

"Milly Moratti - hanno riportato le cronache - scenderà in campo, contro la cognata Letizia sindaco uscente di Milano, con una sua lista civica in appoggio al candidato del Pd, Giuliano Pisapia".

Scorrendo i nomi di quella lista, che si chiamerà - non si sa bene ancora perché - "Lista dell'arancia", è facile accorgersi che a comporla sono stati chiamati tutti noti esponenti dell'imprenditoria, della finanza, delle varie "lobby" professionali e dell' "intellighentia" salottiera ambrosiana. Legittimo, per carità. Democraticamente ineccepibile. Ma politicamente inusuale, al di là di ogni tradizione. Perché fino ad oggi, di solito, le liste di appoggio al Pd hanno sempre ospitato anche - soprattutto, anzi - operai ed impiegati. C'è allora da pensare che la miliardaria Milly con la puzza sotto il naso ritenga già sufficiente che operai ed impiegati continuino ad essere ben presenti nelle liste dei morti sul lavoro. Come ad esempio i tre - l'ultimo appena due giorni fa - rimasti vittime di esalazioni letali nella raffineria "Saras", nel Cagliaritano, della quale sono proprio titolari suo marito Massimo, la sua famiglia e, dunque, anche lei. Lei che magari - altra ipotesi - potrebbe avere ragionato così: "Se la classe operaia - come ha titolato un suo celebre film il regista Elio Petri - va addirittura in Paradiso, si accontenti. E lasci - che diamine - che la classe dirigente vada almeno in Comune".

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Fini, Matteotti e Saviano

"Gianfranco Fini oggi - ha detto lo scrittore Roberto Saviano nell'aprire il quinto "Festival internazionale del giornalismo" a Perugia - come Giacomo Matteotti ieri".

Forse è urgente che qualcuno si preoccupi di controllare le dosi - almeno - di presunzione, di autostima e di egocentrismo che l'ormai onnipresente Roberto sembra assumere, ormai, ogni mattina al risveglio. Di insegnargli, soprattutto, la storia. Il rispetto con il quale vanno onorati - almeno pubblicamente - i veri martiri delle vere dittature. E il dovere - almeno civile - di non spararle così grosse fino allo scandalo .

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Franza o Spagna

"Nel Governo che verrà rimpastato - ha fatto sapere l'onorevole Massimo Razzi che, recentemente, ha lasciato Di Pietro per Berlusconi - mi va bene un posto qualsiasi".

Come diceva il vecchio proverbio veneto? "Franza o Spagna, basta che se magna".

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Cicchitto, pipì e pupù

"Se oggi vi scappa la pipì - ha ammonito i suoi, in occasione del voto sulla prescrizione breve, il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto - ve la tenete e basta".

Non si sa, invece, quale ammonimento abbiano ricevuto i "pidiellini" nel caso in cui fosse scappata loro la pupù.

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Il giudice sbaglia e il clan malavitoso torna in libertà

"Il Pubblico ministero di Bari Elisabetta Pugliese - si è saputo - ha sbagliato a notificare l'avviso di conclusione delle indagini a otto presunti affiliati ad un clan specializzato in usura, estorsione e riciclaggio cosicché i "magnifici otto", ora, torneranno in libertà".

C'è da rimanere senza parole. Ma con l'augurio che non rimanga senza parole il Consiglio superiore della magistratura. Nel senso che non rimanga inerte, anche questa volta, e invece finalmente si pronunci. Si pronunci e sentenzi come giustizia attende.

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lunedì 11 aprile 2011

Partiti più ricchi contro il ricco Berlusconi

"Se non si vuole che Silvio Berlusconi continui a vincere le elezioni e a governare grazie al suo patrimonio miliardario - ha ragionato l'ex tesoriere del Pd, Ugo Sposetti - c'è bisogno che i partiti possano disporre di più danaro e che, dunque, possano ricevere nuovi finanziamenti dallo Stato. Ecco il perché di una mia proposta di legge in tal senso".

Vero, verissimo che zio Paperone Berlusconi, con il suo patrimonio miliardario, è in condizione di partire sempre in "pole position" ad ogni campagna elettorale. Ma l'onorevole Ugo Sposetti ha ragionato, anche, su come dovrebbe essere coperto questo finanziamento in tempi, oltretutto, di indifferibili e spesso dolorosi tagli? Nessun italiano, ad esempio, gradirebbe una nuova "accisa" sulla benzina. O qualche altra "limatura" ai fondi per la sanità, l'università, il lavoro. Ma allora? L'Italia, allora, sempre in mano a qualche zio Paperone, Berlusconi o non Berlusconi? Beh, questo no. E, dunque, intanto si potrebbe riprovare con le tradizionali, eroiche "Feste dell'Unità" e di altri giornali di partito. O l'onorevole Ugo Sposetti già sa che gli italiani sono più propensi a pagare una nuova "accise" che a disturbarsi con il ritorno a certi vecchi ideali e a certe concrete e responabili partecipazioni di vita politica?

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La solitudine di Emma

"Gli imprenditori - si è lamentata Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria - si sentono soli".

Potevano licenziare meno lavoratori.

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Onorevoli confessioni

"Gli onorevoli che vogliono confessarsi con monsignor Lorenzo Leuzzi, nuovo cappellano di Montecitorio - è notizia di "Panorama" - devono attendere sempre moltissimo tempo".

Nulla di strano. Se si forma al confessionale una "coda" lunga da smaltire è perché, molto probabilmente, il nuovo cappellano di Montecitorio, prima di dare l'assoluzione a tanti deputati, ci deve pensare bene. E, magari, ci soffre anche un po'.

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Meglio in aereo

"I membri del Governo - statistiche alla mano - volano ormai, da anni, una media di 97 ore e 15 minuti".

Forse è perché, quando vengono mandati in questo o quel posto, preferiscono andarci in aereo.

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giovedì 7 aprile 2011

Marco Boato versus Bruti Liberati

"Le intercettazioni riguardanti il Presidente del Consiglio in quanto imputato nel "processo Ruby" - ha così scagionato i suoi uffici il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati - potevano essere legittimamente depositate nel suo fascicolo ai sensi della cosiddetta "Legge Boato" e, cioè, senza l'autorizzazione della Camera. Tutto normale, dunque, tutto in regola"". "E no - ha così replicato l'autore della legge invocata e che porta il suo nome, il "verde" Marco Boato - quelle intercettazioni, ai sensi della "mia" legge, non potevano essere legittimamente depositate nel fascicolo riguardante il Presidente del Consiglio, ma solo nei fascicoli di altri imputati. Tutto anormale, dunque, tutto fuori dalle regole. Una palese illegalità. Che, se è valsa a sputtanare Silvio Berlusconi come soggetto politico, ancor più ha però sputtanato i pubblici ministeri come operatori di giustizia".

C'è da restare, dunque, confusi e perplessi: avrà infatti ragione Marco Boato o avrà ragione Edmondo Bruti Liberati? Meglio: avrà capito e interpretato la legge in modo giusto chi l'ha concepita e fatta approvare in Parlamento o chi l'ha letta, magari senza occhiali, nelle stanze semibuie della Procura di Milano? "Ai posteri - se la sarebbe cavata il buon Alessandro Manzoni - l'ardua sentenza". L'ardua sentenza, in questo straordinario caso, potrebbe invece essere alla Corte Suprema di Cassazione. Sempre ammesso che il processo al Presidente del Consiglio, sul "caso Ruby", alla fine si celebri, se non nei modi, almeno nei tempi giusti.

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Santa Rosy

"Di giorno in Parlamento - ha lanciato il programma Rosy Bindi, presidente del Pd - di notte in piazza".

Programma eccellente per quanti si siano votati alla santità, alla verginità, al martirio o, perlomeno, alla Quaresima perpetua. Me ne esistono in così grande numero, nel Pd come altrove, per fondarci su una pratica di vita e una battaglia politica? Rosy Bindi, quando ha lanciato il suo beato programma laico, aveva eccezionalmente ecceduto - può darsi - con il vino. Il vin santo, naturalmente.

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I pensionati Inps

"L'Inps - continuano a lamentarsi i pensionati nella "Posta dei lettori" di tutti i quotidiani - non solo non ha fatto arrivare entro il termine di legge del 28 febbraio i "Cud" indispensabili per la denuncia dei redditi, ma non li ha fatti arrivare ancora oggi".

Una ipotesi: i "Cud" non sono arrivati - e forse, dunque, non arriveranno neppure nei prossimi giorni - perché i dipendenti dell'Inps addetti a spedirli sono andati tutti in pensione.

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domenica 3 aprile 2011

Quel pericoloso 4 in condotta

"Il Presidente della Repubblica - come noto - ha chiamato alla sua cattedra tutti i capigruppo della Camera e ha appioppato loro un giusto quattro in condotta per i comportamenti che stanno tenendo i deputati all'interno dell'aula parlamentare".

Ne prenderanno atto tutti gli indisciplinati deputati? Dovrebbe essere loro interesse. Con il quattro in condotta, infatti, a scuola si viene bocciati e si ripete l'anno. In Parlamento si potrebbe essere bocciati e ripetere le consultazioni elettorali.

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Luca e la macchina Italia

"Non possiamo più tenere la macchina Italia ferma ai box - ha esternato il "numero 1" della "Ferrari", Luca Cordero di Montezemolo - mi cresce la tentazione di scendere in pista".

Giusta, giustissima, l'urgenza con la quale Luca Cordero di Montezemolo auspica l'uscita della macchina Italia dai box. Lascia invece qualche legittima perplessità la tentazione di "Luca Luca" di scendere in pista. Perché? Ma perché, una volta dovesse raggiungere il traguardo del Parlamento, potrebbe magari ottenere gli stessi risultati deludenti delle "sue Ferrari" ai traguardi in "Formula 1". Con l'Italia sempre più ferma ai box.

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La delusione di Dario

"Al "Tg1" - si è lamentato il capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini - la rissa di giovedi scorso in aula è stata "passata" solo come settima notizia, addirittura dopo il "giallo" dell'Olgiata".

Dario Franceschini, insomma, avrebbe apprezzato molto il "Tg1", se quel vergognoso episodio fosse stato "passato" come prima notizia. Perché, evidentemente, lui ci tiene al fatto che gli italiani, soprattutto i giovani, vedano e si rendano conto di quanto siano capaci maggioranza e opposizione durante i lavori parlamentari. E, altrettanto evidentemente, non se ne vergogna, anche lui, neppure un po'. Come si è vergognato invece il "Tg1" che, dovendo dare la notizia per dovere di informazione, l' ha però "passata" al settimo posto. E, magari, avrebbe fatto bene a "passarla", addirittura, dopo gli avvenimenti sportivi. A seguire i risultati della boxe, del lancio del peso e della corsa a ostacoli.

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I sarti falliti degli stilisti

"Gli stilisti Dolce e Gabbana - ha sentenziato il giudice dell'udienza preliminare Simone Luerti - non hanno frodato il fisco e, quindi, vengono prosciolti da ogni imputazione a suo tempo loro addebitata".

Era stata la Procura di Milano a confezionare, per Dolce e Gabbana, l'abito di evasori fiscali. Alla prima udienza processuale, però, quest'abito si è subito scucito. A nuova dimostrazione che certi giudici farebbero bene a fare soltanto i giudici. E non, come molte volte, i politici. E neppure, come in questo caso specifico, i sarti. I sarti perfino degli stilisti.

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Il pareggio del Fili

"Sull' "Isola dei famosi" - ha promesso Emanuele Filiberto di Savoia - farò cadere dal trono le regine Eleonora Brigliadori e Giovanna Orru".

Una vendetta, a lungo covata, sta dunque per consumarsi. Sulla penisola della democrazia riconquistata, nel 1946, gli italiani hanno fatto cadere dal trono i Savoia? Ebbene, ora un Savoia, dopo 55 anni, farà cadere dal trono, sull' "Isola dei famosi", due pronipoti di quegli italiani. Non sarà certo, storicamente e istituzionalmente, la stessa cosa. Ma per lui, per Emanuele Filiberto detto "Fili", sarà un savoiardo pareggio. Da festeggiare, magari, "Ballando sotto le stelle". E ubriacandosi, come alle volte gli è capitato, con pregiatissimo "champagne" pur repubblicanamente francese.

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