"Milly Moratti - hanno riportato le cronache - scenderà in campo, contro la cognata Letizia sindaco uscente di Milano, con una sua lista civica in appoggio al candidato del Pd, Giuliano Pisapia".
Scorrendo i nomi di quella lista, che si chiamerà - non si sa bene ancora perché - "Lista dell'arancia", è facile accorgersi che a comporla sono stati chiamati tutti noti esponenti dell'imprenditoria, della finanza, delle varie "lobby" professionali e dell' "intellighentia" salottiera ambrosiana. Legittimo, per carità. Democraticamente ineccepibile. Ma politicamente inusuale, al di là di ogni tradizione. Perché fino ad oggi, di solito, le liste di appoggio al Pd hanno sempre ospitato anche - soprattutto, anzi - operai ed impiegati. C'è allora da pensare che la miliardaria Milly con la puzza sotto il naso ritenga già sufficiente che operai ed impiegati continuino ad essere ben presenti nelle liste dei morti sul lavoro. Come ad esempio i tre - l'ultimo appena due giorni fa - rimasti vittime di esalazioni letali nella raffineria "Saras", nel Cagliaritano, della quale sono proprio titolari suo marito Massimo, la sua famiglia e, dunque, anche lei. Lei che magari - altra ipotesi - potrebbe avere ragionato così: "Se la classe operaia - come ha titolato un suo celebre film il regista Elio Petri - va addirittura in Paradiso, si accontenti. E lasci - che diamine - che la classe dirigente vada almeno in Comune".
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