"Per quanto mi riguarda - ha esternato, ai microfoni di "Radio anch'io", il Presidente del Senato, Pietro Grasso - dei senatori a vita si può certamente fare a meno... anche perché si tratta di una nomina che risale al periodo regio".
Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, è certamente preparato ed esperto uomo di legge ma, evidentemente, di non troppo approfondita conoscenza della Carta costituzionale, dei suoi articoli e della loro genesi. Certo che quella dei senatori a vita è una nomina che risale al periodo regio, ma è anche una nomina che è stata voluta, nella Carta, dai padri costituenti repubblicani. Precisamente all'articolo 59 che recita al primo comma: "E' senatore di diritto e a vita,salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica". E al secondo comma: "Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Perché, infatti, lo spirito che ispirò i padri costituenti repubblicani - come si può leggere nei verbali delle loro riunioni - fu quello di fare della Repubblica "una fonte, oltre che di doveri, anche di onori". Un sommesso consiglio, allora - con tutto il rispetto - al Presidente del Senato, Pietro Grasso: si faccia portare, sulla sua scrivania, il volume "La Costituzione della Repubblica italiana. Testo in vigore dal progetto all'approvazione" che, negli Anni 80, fu pubblicato, con tiratura esclusiva per la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, dalla "Società italiana per le edizioni d'arte". Lo troverà molto interessante ed educativo.
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