"Dobbiamo domandarci - si è rivolto Benedetto XVI° alla folla riunita in piazza San Pietro - se una società più solidale e fraterna, più coerente nell'amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare il terribile fatto che ha ucciso, in una baraccopoli romana, quattro piccoli rom".
Domandiamocelo, certo, ma è più che evidente che il fatto - come, purtroppo, tanti altri simili - si sarebbe potuto evitare. Ora però, non dimenticando il dolore e il rimorso per il passato, appare quanto mai urgente, per il presente e per il futuro, riscoprire - come ha giustamente ammonito Benedetto XVI° - più solidarietà, più fraternità, più coerenza nell'amore e - per i tanti fedeli della Chiesa - più cristianesimo. Una riscoperta, però, che dovrebbe essere davvero di tutti. Di tutta la società. Civile, ma anche religiosa. Cosicché c'è da augurarsi - tanto per cominciare - che vengano aperti ai rom, quelli veramente poveri e veramente onesti, tutti i conventi rimasti senza più suore e senza più frati e almeno qualcuno dei numerosissimi immobili dei quali lo Stato vaticano è proprietario in tutta Italia, Amen.
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