"I 750 mila euro elargiti da "Alitalia" a Giancarlo Cimoli quale emolumento legato a non ben specificati risultati aziendali - ha appena sentenziato la Corte dei conti - sono da considerarsi un danno erariale, anche in considerazione del fatto che "Alitalia", quando Giancarlo Cimoli fu liquidato, si trovava con attività e bilancio in profondo rosso".
Che cosa accadrà ora? Che Giancarlo Cimoli - il quale, tra l'altro, nel fare le valigie per andarsene in quelle valigie aveva lietamente messo anche quattro milioni e mezzo di liquidazione - dovrà restituire almeno quei 750 mila euro sottratti non meritatamente all'Erario? Macché. La Corte dei conti gli ha fatto uno sconto che nemmeno il saldo più conveniente: il povero Giancarlo Cimoli, infatti, dovrà restituire, dei 750 mila euro indebiti, appena 150 mila. Ma, d'altra parte, che diamine? Mica si può permettere che un "supermanager" dello Stato venga costretto a vivere, all'improvviso, sotto i ponti come un barbone.
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