"La direttrice dell' "Istituto italiano di cultura" a Bruxelles, Federiga Bindi - riassumendo - aveva espresso, fino a qualche giorno fa, questi testuali giudizi: "Monti nuovo De Gasperi? Non ci allarghiamo: De Gasperi e la sua storia non sono neanche comparabili", "Il voto all'Onu sulla Palestina dice molto sui rapporti interni ed esterni al Governo Monti oltre che sullo sfaldamento dell'Unione europea in politica estera", "Quelle certe espressioni su Renato Brunetta e Stefano Fassina sono fuori luogo e basta, in bocca al senatore Monti ci fanno rimanere poi doppiamente male", "No, Monti, ti prego, Monteprezzemolino Luca Cordero no", "Fini come De Gasperi? Come erede di De Gasperi è più credibile il mago Otelma", ""Non abbiamo bisogno di Casini per prendere i voti moderati in "franchising"".
La direttrice dell' "Istituto italiano di cultura" a Bruxelles, Federiga Bindi, accettando l'offerta di una candidatura alle prossime politiche, l' ha dunque accettata, dopo tutte queste sue espressioni, dal Pd, da Ingroia, dal Pdl? Macché. L'ha accettata da quell'incomparabile con De Gasperi Mario Monti, da quel prezzemolino di Luca Cordero di Montezemolo, da quel Fini che è meno credibile del mago Otelma e da quel Casini del tutto inutile anche in un "franchising" politico. E, dunque, in piena clamorosa contraddizione con la se stessa di appena pochi giorni fa. L'augurio, allora, è che a Bruxelles, all' "Istituto italiano di cultura", non sia stata mai organizzata una conferenza sull'italica cultura della coerenza.
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