"Massimo D'Alema - la notizia è filtrata con ritardo - ha invitato a cena, lunedi scorso, una tavolata di amici".
Per festeggiare la buona vendemmia nelle sue pregiate vigne di Otricoli? Ebbene no. Per cercare invece di capire come arginare la crescita di quella che lui considera la "gramigna Renzi" sotto il vitigno doc del Pd. E indovina chi c'era a cena. C'era il "meglio" della minoranza del partito, ma anche certi componenti della nuova segreteria - "plurale e non unitaria" cuperlamente parlando - come Enzo Amendola e Micaela Campana e, perfino, alcuni i quali hanno formalmente siglato - a suo tempo - la cosiddetta "pax renziana" come il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza. E, poiché "in vino veritas" ,il Massimo padrone di casa non si è potuto trattenere dal confidare che Matteo Renzi, a lui, aveva detto determinate cose, sia sulla composizione del Governo che sulla nomina dell'Alto rappresentante europeo, alle quali non ha poi tenuto fede. Con un significativo brindisi finale: "Qualcuno, prima o poi, dovrà raccontare le bugìe che dice quello lì". Alla salute.
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