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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 25 settembre 2014

Chi ce l'ha (e perché) con il comandante De Falco?

"Gregorio De Falco il quale, dalla Capitaneria di porto di Grosseto, ordinò "Torni subito a bordo, cavolo" (anche se non disse proprio "cavolo") a quel comandante Francesco Schettino che, avvenuto il naufragio della "Costa Concordia", era andato a rifugiarsi su uno scoglio e il quale coordinò, al suo posto, le operazioni di salvataggio dei naufraghi - la notizia è esplosa ieri - è stato rimosso dal suo incarico ed è stato trasferito ad un ufficio amministrativo".
Ma come? Lui, che ha evitato un dramma peggiore sulla "Costa Concordia", incredibilmente punito? E punito più di come magari  lo sarà, alla fine, quel comandante Schettino il quale, intanto, si abbronza al sole dei suoi domiciliari e alla luce delle telecamere che continuano a riprenderlo come se l'eroe fosse stato lui? Il comandante Gregorio De Falco, forse, non doveva dire "cavolo" (anche se non disse proprio "cavolo")? L'italica Marina militare, dunque, non avrebbe fatto una bella figura perché un suo "servitore" ha evitato un dramma epico, ma avrebbe fatto una brutta figura perchè quel suo "servitore" ha pronunciato, nella giusta indignazione del momento, la parola "cavolo" (anche se non disse proprio "cavolo")? Oppure i motivi sono altri? Ma, allora, quali? Con l'augurio che non debbano essere neppure quelli di cui si mormora tra i colleghi stupefatti di Gregorio De Falco: che lui, cioè, abbia già "creato grane", in passato, quando - ad esempio - aveva proibito alle navi da crociera (contro tutto e contro tutti) di ormeggiare nell'area protetta di Portofino, si era espresso favorevolmente per chiarire la sciagura del "Moby Prince", aveva firmato la sua relazione negativa sulla sicurezza a bordo del nuovo rigassificatore costruito a Livorno. Un simbolo positivo, insomma, fatto passare per negativo. E allora, certo, è vero: "Sventurato quel popolo - come ha scritto il poeta e drammaturgo Bertolt Brecht - che ha bisogno di eroi". "Però - come ha giustamente commentato Marco Imarisio sul "Corriere della sera" - anche il popolo che prende a pesci in faccia i suoi simboli positivi non se la passa troppo bene".
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