"Un allevatore di cavalli era solito andare a rasare l'erba - nel famoso sito archeologico di Velia - intorno alla necropoli, tra i ruderi e i resti della scuola del famoso filosofo Parmenide. Quell'erba la dava a mangiare, poi, ai suoi animali. Finché, un giorno, ha smesso di farlo".
Ma perché l'allevatore di cavalli - "Cicero pro domo sua", ma anche "Cicero pro domo Velia" - un giorno ha smesso di farlo? Perché si è visto recapitare questa missiva: "Se lei vuole la nostra erba, deve pagarla. Firmato: Soprintendenza ai monumenti di Salerno". Fatto il gesto dell'ombrello, così, l'allevatore è andato a rasare altrove. Ma il dramma è che nessuno è stato incaricato di sostituirlo e, giorno dopo giorno, l'erba è cresciuta fino a ricoprire l'intero complesso. Che, dunque, sta andando in incredibile rovina. Ma he cosa interessa, se i resti dell'antica Velia e della scuola del famoso filosofo Parmenide stanno rischiando di perdersi per sempre? L'importante è che siano state salvate un'interpretazione cretina di "spending review" e un'ancor più cretina norma burocratica.
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