"Morte del Pd - ha aperto la prima pagina "Il Giornale" - in diretta tv".
Classico esempio, però, di uno scambio da psicanalisi tra desiderio e realtà. Perché anzi, in diretta tv, la direzione del Pd si è dimostrata in piena salute. Come d'altra parte, data la maggioranza massiccia dei "renziani", era stato facilmente previsto. Forse, allora, "Il Giornale" non gliel'ha fatta, pressato dal suo desiderio, ad attendere una sede diversa dove la "morte del Pd" potrebbe, in ipotesi, anche avverarsi: l'aula del Senato dove Renzi andrà a proporre la sua nuova legge sul lavoro e dove la maggioranza è tuttora, invece, della "vecchia guardia" bersaniana e dalemiana. Ma chi può dire che cosa avverrà davvero domani? Sensatamente nessuno. L'unica cosa è continuare a tenersi dentro, ognuno che lo voglia, i propri desideri. "Il Giornale", ma anche "La Repubblica". La maggioranza, ma anche la minoranza parlamentare o partitica. La Confindustria, ma anche i sindacati. I "ribelli" del Pd, ma anche i "ribelli" di "Forza Italia". Matteo Renzi, ma anche Silvio Berlusconi. Senza scambiare questi desideri, attraverso elaborazioni più o meno freudiane, con quanto davvero esiste e sussiste. Soprattutto, se riuscisse loro, per l'interesse e nell'interesse esclusivo del Paese.
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