"Non dico che è un merito politico sufficiente per fare di Tartaglia un candidato alle elezioni - ha dichiarato, in una intervista, il filosofo Gianni Vattimo - ma non potrei dire di essere profondamente addolorato per la sua aggressione a Berlusconi".
E' giusto e naturale, in democrazia, avere simpatie ed antipatie, stime e disprezzi, perfino amori e odi - magari anche con uno scorretto indicativo al posto di un corretto congiuntivo - nei confronti di questo o di quel politico. Ma dovrebbe esserci, sempre, un limite. Anche per il professor Gianni Vattimo, il noto filosofo - appunto - del "pensiero debole". Che ha, come uno dei perni essenziali, il principio dell' "emancipazione umana come progressiva riduzione, oltre che dei dogmatismi, soprattutto della violenza".
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