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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 1 aprile 2012

Il massimo del Calearo

"Io - ha confessato anche lui, alla "Zanzara", l'onorevole Massimo Calearo - quest'anno sono andato alla Camera soltanto tre volte e credo che non ci andrò più fino al termine della legislatura. Meglio dedicarmi all'attività di imprenditore".
Tutto il diritto, per Massimo Calearo, di fare le proprie scelte di vita. E anche di pentirsi di essersi fatto eleggere alla Camera. Ma il dovere morale di dimettersi? No - ha tenuto a mettere in chiaro lì per lì, nella sua ospitata alla "Zanzara", Massimo Calearo - no, dimissioni nemmeno a parlarne. Chi se ne frega, insomma, dei lavori della Camera, ma grande interesse per lo stipendio della Camera. Anche perché - ha ritenuto giustificazione accettabile - lui ha da restituire un mutuo da 12 mila euro al mese contratto per l'acquisto di una casa. Una casa, evidentemente, come la reggia di Caserta. Ma c'è da capirlo: una casa più modesta avrebbe stonato con la sua fiammante "Porsche" immatricolata, oltretutto, in Slovacchia (dove ha un'impresa con 120 dipendenti) e lì può scaricarne tutte le spese. Poi, però, di fronte allo sdegno generale nei suoi confronti e nei confronti delle sue intenzioni, Massimo Calearo sembra averci ripensato. Nel senso che, dichiaratosi offeso e disgustato - lui - per quanto tutti gli hanno detto o gli hanno mandato a dire, avrebbe deciso di dimettersi. Il condizionale è d'obbligo perché lui ha sì manifestato l'intenzione di lasciare la Camera, ma forse, in quanto travolto dal suo sdegno nei confronti dei suoi censori, si è dimentiocato di indicare quando. E, dunque, oggi, domani, tra un mese, a Natale, a Pasqua dell'anno prossimo? Sia come sia, è deprimente che gli italian vengano chiamati a pagare lo stipendio a parlamentari come Massimo Calearo.
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