"I vertici di alcune società - secondo una indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, e dai sostituti Francesca Loy e Stefano Fava - hanno pagato, all'interno di Equitalia, fra i tremila e i diecimila euro per farsi rateizzare il dovuto al Fisco, hanno poi versato un paio di rate e infine nulla più perché cambiata, velocemente, la propria ragione sociale. Con un danno, per le casse dello Stato, valutato, a questo punto dell'indagine, già in una ventina di milioni".
Gli arresti, fino ad ora, sono stati otto, ma è trapelato che, alla fine, potrebbero essere molti di più. E così, mentre certi signori di Equitalia hanno continuato a bussare alle porte di migliaia e migliaia di piccoli e medi imprenditori per esigere, inesorabilmente, quanto dovuto al Fisco - e alcuni di loro si sono suicidati nella impossibilità di farlo perché ridotti al lastrico dalla crisi - certi altri signori di Equitalia hanno continuato a ricevere altri imprenditori per far sparire, illegalmente, quanto al Fisco dovuto e intascare ricche "mazzette". Si è dunque arrivati, ormai, a questo punto. E, allora, ci sarà ancora qualcuno che si scandalizzerà per il fatto che l'Unione europea abbia stimato come, sui 120 miliardi di corruzione nei suoi vari Paesi, ben 60 siano "made in Italy"?
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