"Se qualcuno trova la parola sanità nel decreto - ha lanciato la sfida, nella conferenza-stampa seguita al Consiglio dei Ministri, il "premier" Matteo Renzi - gli pago da bere".
Nel decreto, in effetti, la parola sanità non c'è e, quindi, nessuna bevuta, per i "gufi", con i soldi del "premier". A brindare, invece, è stato il Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, la quale ha ottenuto, dietro la minaccia di sue dimissioni, che alla sanità non venisse più tagliato un euro. Per il resto, nel decreto, nulla di nuovo rispetto a quanto anticipato dalle "gole profonde" di Palazzo Chigi. Tutto noto e arcinoto, insomma, per cui, di nuovo, ci sarà ora da attendere solo la traduzione dalle belle intenzioni ai buoni fatti. Che maggio, oltre ad essere il mese delle rose, possa essere, anche, il mese dei primi frutti.
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