"La "Città della speranza" di Padova - ha denunciato il giornalista Gian Antonio Stella sul "Corriere della sera" - è stata costretta a pagare 89.400 euro di Imu".
Ma la "Città della speranza" di Padova è un centro di assistenza a fini di lucro? No: è un centro che è stato tirato su e continua ad essere alimentato dalla generosità di tanti cittadini, molti colpiti da terribili lutti, proprio ed esclusivamente per supplire alle carenze delle strutture pubbliche. Ed è un centro che è via via diventato il cuore pulsante della ricerca italiana nel settore dell'oncoematologia pediatrica, un day hospital per 5.500 bambini ogni anno, un pronto soccorso, un centro diagnostico d'eccellenza, una banca dati nazionale delle leucemie infantili. Ora, però, la batosta degli 89.400 euro di Imu da pagare. Senza tante storie, tante considerazioni, tanti perché. Quasi 90 mila euro che sarebbero invece serviti per arricchire i laboratori e l'attività di ricerca. Chissenefrega. Arricchiranno le casse del Comune e dello Stato che li utilizzeranno, magari, per qualche "auto blu", qualche vitalizio, qualche pseudoconvegno, qualche contributo all'acquisto di "lecca lecca". Ma non si lamenti la "Città della speranza" di Padova. Se quest'anno non avesse pagato l'Imu - come ha tenuto ad ammonire severamente il "premier" in uscita professor Mario Monti - l'anno prossimo avrebbe dovuto pagare il doppio di 89.400 euro.
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