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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 21 dicembre 2012

In nome e alla faccia del popolo italiano

"Nel 2010 - come qualcuno ricorderà - il Governo propose, e le Camere approvarono, un taglio agli stipendi più alti dei magistrati: del 5% nella parte tra i 90 e i 150 mila euro, del 10% nella parte superiore ai 150 mila. Oltre duecento magistrati milanesi, però, ricorsero al Tar, il Tar girò il "caso" alla Cassazione, la Cassazione sentenziò come giusto il ricorso e ora il Tar ha dunque deciso che lo Stato sborsi con urgenza, e con i dovuti interessi, quanto sottratto ingiustramente".
Ma sottratto davvero ingiustamente? Secondo la Cassazione sì perché quel taglio avrebbe costituito un sacrificio "irragionevolmente esteso nel tempo... irrazionalmente ripartito tra diverse categorie di cittadini... e tale da ledere l'autonomia e l'indipendenza della Magistratura". Ma, allora, i tagli irragionevolmente estesi nel tempo e davvero irrazionalmente ripartiti a carico dei cittadini qualunque? Quelli? Beh, mica ci si può occupare di tutto e di tutti. E davvero l'autonomia e l'indipendenza della Magistratura si salvano, impedendo un piccolo taglio allo stipendio, con qualche euro in più? Beh, l'aumento automatico degli stipendi dei magistrati è una garanzia perché i magistrati possano restare liberi e non condizionabili con il dover alla fine dipendere dalla generosità del potere politico. Ma, allora, anche per i magistrati la carne è debole e il loro rigore morale potrebbe avere dei seri cedimenti? Sia come sia, comunque, resta il fatto che questo mese, mentre tre quarti degli italiani non arriveranno al 31 neppure con la tredicessima, oltre duecento magistrati milanesi - con gli arretrati di quanto "sottratto" loro in quasi due anni, gli interessi sul "sottratto", lo stipendio e la tredicesima rivalutati - avranno modo di godersi "a go go" non solo le Feste. In nome, per sentenza, del sempre più sgomento ed irritato popolo italiano. Ma, soprattutto, alla faccia sua.
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