"Poiché il Tribunale di Milano ha fissato le requisitorie dell'accusa e le arringhe di difesa per il 21, il 28 gennaio e il 4 febbraio - fatto qualche conto sui tradizionali tempi giudiziari - la sentenza del processo cosiddetto "Berlusconi-Ruby" dovrebbe essere letta verso la metà di febbraio prossimo".
Il che, dunque, sarebbe proprio in piena campagna elettorale e proprio a ridosso del voto delle elezioni politiche. Un momento, indubbiamente, del tutto intempestivo e inopportuno. Perché metterebbe in mano a qualcuno, in piena partita, un "carico da undici". In mano a Berlusconi, in caso di assoluzione, per giocarselo come carta pesante da calare, in extremis, a sostegno di una sua sempre proclamata innocenza e di una sua grande vittoria nei confronti di giudici da lui sempre definiti avversari politici e strumentali. In mano agli antiberlusconiani, in caso di condanna, per accumulare impropriamenete altri punti a proprio favore e contro l'avversario. In ogni caso, appunto, una sentenza nel momento più intempestivo ed inopportuno. Ma, ecco il punto, si può spostare la data di una sentenza? Sicuramente no, visto che sembrerebbe impossibile spostare, perfino, la data del "Festival di Sanremo" in quanto anch'esso coincidente con la data delle elezioni. Questa è, però, l'Italia. L'Italia del "canta che ti passa". Sia una sentenza del Tribunale sia un motivetto del "Festival".
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