"Due grandi vignette - appese al muro - in una si vede Berlusconi sul letto di morte con l'avvocato Ghedini il quale gli sente il polso, nell'altra si vede Berlusconi il quale stringe la mano ad Alfano e, sotto, la didascalia "Reo con fesso"".
Qualcuno sorriderà, qualcun altro no. Qualcuno parlerà di gusto della satira, qualcun altro solo di cattivo gusto. Il fatto anomalo, però, è che quelle due grandi vignette non sono appese al muro di un "bar sport" di periferia né in un circolo politico di paese. Sono appese nell'anticamera dell'ufficio di un magistrato: il pubblico ministero Edoardo De Santis. Il quale, evidentemente, ritiene che, nei luoghi che si vorrebbero sacri della Giustizia, possa trovare tranquillamente spazio anche la satira più dissacrante. E il quale, soprattutto, se ne infischia dell'imparzialità e della sobrietà tante volte invocata, per la Magistratura, dal Presidente della Repubblica. Buona carriera, allora, signor pubblico ministero Edoardo De Santis.
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