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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 25 ottobre 2013

Se Massimiliano La Torre e Salvatore Girone fossero stati tedeschi...

"La squadra della polizia investigativa indiana - è giunta notizia da Nuova Delhi - non verrà più in Italia ad interrogare, nell'ambito della vicenda che tiene tuttora detenuti i due "marò" Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, gli altri quattro fucilieri chiamati come testimoni".
E adesso? Adesso, naturalmente, continueranno intanto ad allungarsi i tempi perché la polizia investigativa indiana ha fatto sapere che esaminerà altre ipotesi per raccogliere quelle testimonianze. Senza fissare scadenze temporali. E, quindi, confermando quanto già da tempo ipotizzato su questo "blog". Che, cioè, le autorità indiane, per non volersi attirare addosso prevedibili reazioni internazionali con la condanna dei due nostri "marò", hanno furbescamente trovato il modo, passando da pretesto a pretesto e da "escamotage" ad "escamotage", per far scontare ugualmente, a Massimiliano La Torre e a Salvatore Girone, una pena - oltretutto - per niente appurata come meritevole. Quale differenza, comunque, con un episodio simile, ma ben più grave, che ha visto protagonisti due militari tedeschi i quali, il 16 marzo scorso, hanno ucciso sicuramente un pescatore indiano del Tamil Nadu. Ebbene, questi due militari tedeschi, infatti, sono tornati liberamente a casa già l'11 settembre. Appena, cioè, sei mesi dopo l'omicidio sicuramente accertato. Sei mesi dopo in confronto ai diciannove mesi già trascorsi in India, per un omicidio del tutto invece presunto, dai nostri due "marò". C'è da chiedersi, allora, come mai. Ma è un chiedersi tanto per chiedersi. Il fatto è che, mentre la diplomazia tedesca si è comportata con estrema abilità, quella italiana non ha saputo gestire la vicenda fin dall'inizio e, fin dall'inizio, ha soltanto alzato un polverone che non ha giovato ai rapporti con la giustizia indiana. La conferma viene anche dal giovane "leader" dell'opposizione locale nel Kerala il quale ha testualmente dichiarato: "La responsabilità di quanto sta accadendo è responsabilità vostra. I politici del vostro precedente Governo si sono comportati da stupidi... Avevano delle buone argomentazioni giuridiche da far valere... potevano rivendicare con forza regole particolari... invece hanno fatto solo confusione". Rinnovati complimenti, dunque, all'allora "premier" Mario Monti e agli allora Ministri degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, della Giustizia Paola Severino e della Difesa Giampaolo Di Paola. Rinnovati complimenti dall'Italia, ma anche dall'India.
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