"La demolizione della "Costa Concordia" naufragata davanti all'Isola del Giglio - si fa sempre più probabile - non avverrebbe nel porto naturale di Piombino né in quello più attrezzato di Civitavecchia e neppure in quello con il più ampio bacino di Palermo, ma nel porto turco di Izmir".
La "Costa Concordia", insomma, dopo avere fatto il suo bell' "inchino" all'Isola del Giglio, si appresterebbe a consegnare un affare valutato sui 500 milioni di euro, su un "piatto d'argento", ad un porto straniero. Perché i porti italiani non sarebbero veramente in grado? Perché lo Stato, pur avendo avuto moltissimo tempo dal naufragio, non è riuscito ad organizzarsi? Perché la società "Costa crociere", utilizzando manovalanza turca, spenderebbe molto di meno? Qualunque dovesse essere la risposta, sarebbe una risposta assurda e sconfortante. Con decine di migliaia di portuali italiani, oltretutto, da lungo tempo senza lavoro.
.
Nessun commento:
Posta un commento