"E' la debolezza della politica che costringe la Magistratura a intervenire - ha sentenziato, all'assemblea dell'Associazione nazionale magistrati, il pubblico ministero Maurizio Carbone - per supplire a inefficienze od omissioni di altri poteri dello Stato".
Ma questa supponente sentenza del pubblico ministero Maurizio Carbone non è una clamorosa negazione di quello Stato di diritto che ha, tra i suoi principi fondamentali, la separazione dei poteri in legislativo, esecutivo e giudiziario? D'accordo che l'italica politica, non solo oggi, si sia resa responsabile di inefficienze ed omissioni, ma questo non potrebbe e non dovrebbe mai consentire in alcun modo, alla Magistratura, un comportamento di supplenza. Altrimenti, con tutto il rispetto per il pubblico ministero Maurizio Carbone, da uno Stato di diritto si passerebbe ad uno Stato della Magistratura. E se così fosse, però, la Corte costituzionale dovrebbe avere, allora, qualcosa da dire.
.
Nessun commento:
Posta un commento