"I famosi "Bronzi di Riace" - è scoppiato lo scandalo - sono ormai stesi in terra da tre anni e mezzo, in una sala provvisoria, perché il "Museo della Magna Grecia", in cui sono rimasti esposti per ventotto anni, è ancora chiuso per restauri".
Il danno, in ogni caso, non è tanto un danno economico perché l'ultimo anno in cui sono stati esposti al Museo, il 2009, i visitatori sono stati appena 36 mila per un incasso di 132 mila euro. E', invece, un ulteriore danno all'immagine di un Paese il quale continua a sputare sopra a quell'inestimabile patrimonio artistico e culturale che tutto il mondo gli invidia. Nel caso specifico, poi, andate a dire ai cittadini di Reggio Calabria di ricollocare i "Bronzi di Riace" in un sito degno del loro valore e giustamente più accessibile al flusso turistico: "cosa nostra è". Sarebbe anche giusto, però, che quella "cosa loro" non se ne stesse stesa in terra, da tre anni e mezzo, in una sala provvisoria. E, quando dovesse finalmente rimettersi in piedi, si decidessero a pubblicizzarla come merita.
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