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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 19 luglio 2013

Apocalisse rimandata

"Con 226 voti - al Senato - è stata respinta la mozione con la quale "Sinistra Ecologia Libertà" e il "Movimento 5 stelle" avevano chiesto, in relazione al certamente inquietante "caso Shalabayeva", le dimissioni del Ministro dell'Interno, Angelino Alfano".
L'esito della votazione, alla fine, non avrebbe potuto essere che questo dopo gli interventi del Capo dello Stato e della Segreteria del Pd che avevano ammonito a non commettere il grave errore di far cadere, in un momento delicato come questo, il Governo Letta. E, dunque, non c'è stato neppure bisogno del miracolo del buon Padre Pio. Apocalisse, però, solo verosimilmente rimandata. Perché il vero sconfitto, il giornale-partito-potere "La Repubblica", ha già fatto capire che "non ci vuole stare". "Alfano - ha avvertito ancora con un editoriale del suo fondatore Eugenio Scalfari - non può restare". E si starà a vedere, nei prossimi giorni, quali strategie metterà in atto per cercare di capovolgere il voto del Senato. Senza contare, poi, che anche il Pd non intende affatto finirla qui. "Alfano - ha detto, nell'annunciare il no alla sfiducia, il capogruppo Zanda - valuti, comunque, l'opportunità di dimettersi da una delle tre cariche che riveste: segretario del Pdl, vicepremier e Ministro dell'Interno". Il Ministro Alfano, dunque, "sub judice" e con una "condicio sine qua non" anche se potrebbe di nuovo configurarsi una seria minaccia per il Governo Letta. Si starà, comunque, a vedere. Come staranno a vedere i quattro Cavalieri dell'Apocalisse i quali, pur dopo il no al Senato, non hanno dissellato, per prudenza, i loro focosi destrieri.
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