"Nel cosiddetto "decreto del fare" - è stato denunciato da alcuni parlamentari - è scomparso il limite di 300 mila euro annui per i "manager" delle aziende che svolgano servizi di interesse nazionale".
Quali servizi, cioè? Le Poste, ad esempio, il cui interesse nazionale non è più quello di dedicarsi alla corrispondenza e ai pagamenti in conto corrente, ma quello di agire in concorrenza con gli istituti di credito e di vendere, agli sportelli, perfino il "Gratta e vinci". Oppure le Ferrovie, il cui interesse nazionale non è più, da molto tempo, di offrire servizi minimamente decenti, soprattutto ai pendolari, nelle tratte regionali e non solo. Oppure ancora l'Anas, il cui interesse nazionale, anche per lei già da molto tempo, non è più di garantire una manutenzione, almeno minima, delle strade di sua competenza e di evitare molti pericoli di percorso. Per cui sarebbe legittimo chiedersi: ma il cosiddetto "decreto del fare" contiene anche questi ed altri "fare" in favore di chi non ne sembrerebbe per niente meritevole? Oppure - chissà perché - vietato toccare l'amministratore delegato delle Poste, Massimo Sarmi, delle Ferrovie, Mauro Moretti, dell'Anas, Pietro Ciucci e i loro stipendi d'oro?
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