"Poliziotti - ha lanciato l'ennesimo appello anti-Stato l'urlatore Beppe Grillo - non proteggete più i politici corrotti e unitevi al popolo che manifesta contro di loro nelle piazze".
L'appello, per restare nel linguaggio di Beppe Grillo, ha prodotto due "Vaffa". Uno, diretto contro di lui, da parte di quel segretario del "Sindacato italiano appartenenti polizia", Giuseppe Tiani, il quale gli ha replicato che "i poliziotti cittadini sono impegnati quotidianamente nella difesa del Paese, della libertà degli italiani e di quei palazzi che rappresentano le Istituzioni e in cui siedono uomini e donne legittimati ad essere lì dai processi democratici di uno Stato libero". Un altro, diretto invece alle Istituzioni, da parte di quel segretario del "Sindacato italiano unitario lavoratori polizia", Felice Romano, il quale ha voluto avvertire che "i poliziotti non se la sentono di usare la forza contro persone le quali essenzialmente protestano perché non riescono a dare da magiare ai propri figli", che "i poliziotti, prima di essere poliziotti, sono anche dei cittadini come tutti gli altri i quali si sentono sfruttati e soffocati dalla politica economica di questo Governo" e che "la misura è ormai colma". Espressioni, magari, anche in qualche modo giustificabili. Ma, indubbiamente, non poco inquietanti. Anche perché, tra i "forconi" i quali stanno paralizzando in questi giorni tutto il Paese, c'è chi comincia a parlare di una "marcia su Roma". E la segretaria della Cgil, Susanna Camusso, ha fatto sapere che "lo sciopero generale non basta più e, dunque, ci vuole altro". Ma Alfano, l'angelico Angelino, di tutto ciò non sembra per niente preoccupato.
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