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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 21 dicembre 2013

L'omicidio come servizio pubblico?

"Dopo che stavo sentendo da tre minuti quelle cacchine (ma il termine usato era molto più volgare) mi è salito un nervoso che sarei andato lì ad ammazzare nel vero senso della parola. Ma non avrei potuto e non perché non ne avessi la capacità, ma perché tra me e loro ci sarebbero stati i poliziotti, i poliziotti nemici che difendono quei criminali... Uno non può capire i suoi errori, se nessuno lo punisce. Io posso punirti una volta, due, alla terza devo ammazzarti... Se domani partissi per Roma e, invece di fare come quel signore calabrese che ha sparato al carabiniere,  seccassi uno di quelli, io farei l'ergastolo, ma nel giro di 24 ore avrei più "fans" di Eminem e di Madonna".
La farnerticazione di un pazzo, sullo schermo, in un convegno di criminologi? Tutt'altro. Quelle farneticazioni  sono state esposte lucidamente, da un giovanotto coraggiosamente incappucciato, sui teleschermi de "La 7", in una ascoltatissima trasmissione dal titolo "Servizio pubblico". E senza che il conduttore, il "bravo conduttore" Michele Santoro, avvertisse il dovere civico e professionale di frenare quella che, poi, stava rivelandosi come una vera e propria istigazione all'omicidio. Ritenendo , evidentemente, che l'istigazione ad uccidere quelle "cacchine" là possa rientrare in un "servizio pubblico". Una bella lotta, sì, tra farneticanti...
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