"Silvio Berlusconi è stato assolto dai giudici della seconda Corte d'appello di Milano - nel processo cosiddetto Ruby - sia dal reato di concussione (perchè non sussistente) sia dal realto di prostituzione minorile (perché da considerarsi non reato alla luce dei fatti)".
Sono venuti così a cadere i sette anni di reclusione, ma conseguentemente anche l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, che gli erano stati invece comminati dal Tribunale - sempre di Milano - in primo grado. Sospiro di sollievo nella casa privata e nella casa politica di Silvio. Ma, anche, nelle case politiche di Matteo Renzi e di Angelino Alfano i quali hanno tutto l'interesse di trovarsi di fronte, in Parlamento e nell'anti-Parlamento, un Berlusconi più sereno. Quale, invece, la reazione della pubblica accusa che, anche in appello, aveva chiesto la condanna? "Aspetteremo di leggere le motivazioni della sentenza - è stata la risposta - prima di decidere se ricorrere o meno in Cassazione". Chi non ha invece aspettato di leggere le motivazioni della sentenza è stata, intanto, "La Repubblica" la quale l'ha subito definita clamorosa in quanto assolutoria. Per "La Repubblica", insomma, sarebbe stata normale solo una decisione che avesse confermato la condanna in primo grado. A prescindere. O clamorosa, forse, in quanto proveniente da quello stesso altrimenti famoso Palazzo di Giustizia di Milano?
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