"Circa tre milioni e mezzo di euro - senza fare rumore - sono stati appena sborsati, dal Governo italiano, per pagare in gra parte le ricche parcelle degli avvocati indiani che rappresentano i nostri due "marò" e in piccola parte, quale primo anticipo, il baronetto inglese ingaggiato per intraprendere la via dell'arbitrato internazionale".
Circa tre milioni e mezzo già spesi, dunque, senza alcun risultato. E con prospettive "nere", se si considera che l'India, la quale dovrebbe avere quello che diplomaticamente e giuridicamente viene definito uno "scambio di vedute" con l'Italia circa l'arbitrato internazionale, continua invece ad infischiarsene. Beffa nella beffa, intanto, uno degli avvocati indiani ingaggiati dall'Italia per la difesa dei due "marò", quel costosissimo principe del Foro Makul Rahatgi, è stato nominato, dal nuovo Governo nazionalista di Narendra Modi, nientemeno che procuratore generale. Per meriti, evidentemente, antitaliani.
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